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TESTO Commento su Mt 22,34-40

Monastero Domenicano Matris Domini  

XXX Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (26/10/2014)

Vangelo: Mt 22,34-40 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 34i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme 35e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: 36«Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». 37Gli rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. 38Questo è il grande e primo comandamento. 39Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. 40Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

Collocazione del brano
Nel racconto dell'ultima settimana di Gesù, la liturgia salta il discorso che Gesù fece con i sadducei (Mt 22,23-33). Si tratta della famosa questione della donna che aveva sposato uno dopo l'altro sette fratelli senza averne figli, questione direttamente collegata con la risurrezione, che i sadducei non ammettevano.
Nel brano di oggi i nemici di Gesù tornano alla carica. Si tratta ancora dei farisei e il motivo è sempre quello di trarre in inganno Gesù. Essi lo interpellano su una delle questioni fondamentali dell'insegnamento farisaico: quale è il più grande dei comandamenti? La risposta di Gesù inizialmente avrebbe dovuto trovarli d'accordo: anch'essi pensavano che l'amore verso Dio valesse più di tutti gli altri comandamenti. Ma poi nella seconda parte della sua risposta Gesù li mette con le spalle al muro: il secondo comandamento, il più simile al primo è l'amore per il prossimo, ed essi che stavano complottando per togliere di mezzo Gesù non stavano certo dando un buon esempio! I farisei non sembra abbiano replicato alle parole di Gesù. Matteo continua la narrazione con una domanda che Gesù stesso rivolge loro (Mt 22,41-46), riguardante il Figlio di David. Evidentemente si sono sentiti scoperti e non avevano più nessun argomento per giustificarsi.
Lectio
34In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme,
Gesù era riuscito a vincere anche le cavillose argomentazioni dei sadducei. I farisei non si danno per vinti. Si radunano insieme. Il verbo usato è synago, dal quale viene il termine sinagoga. Si tratta forse di un accenno ironico al riunirsi dei giudei, per fare del male e non per ascoltare la Parola del Signore.
35e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova:
I farisei mandano avanti uno dei loro campioni, un dotto, esperto nella Legge di Mosé. Ma il loro intento viene subito dichiarato: si interroga Gesù per metterlo alla prova.
36«Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?».
La questione era molto sentita e dibattuta in ambito farisaico. In particolare nella corrente che faceva capo al maestro Hillel si ammetteva una gerarchia tra i precetti (che distingueva tra precetti "leggeri" e "gravi") e anche la possibilità di riassumere tutto il contenuto della Torà in un unico principio, il grande precetto.
37Gli rispose: «"Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente". 38Questo è il grande e primo comandamento.
Nella sua risposta Gesù sembra dire cose già risapute. Egli richiama due precetti che nella Legge avevano già grande importanza. Il primo era parte integrante dello Shemà Israel, il credo fondamentale del popolo di Dio. Con il termine "tutta la tua mente" Matteo sostituisce il termine che trovava nella bibbia greca dei Settanta "con tutte le tue forze".
39Il secondo poi è simile a quello: "Amerai il prossimo come te stesso".
La novità introdotta da Gesù è quella di aver messo in relazione diretta il comandamento dell'amore di Dio con quello del prossimo. Sebbene i due precetti fossero ricordati nella Torà nessuno li aveva mai paragonati. Egli li ha affermati "simili". Su questo punto si poggia la polemica antifarisaica di Matteo.
Sull'amore di Dio i farisei erano pienamente d'accordo con Gesù, ma egli citando il secondo comandamento dell'amore del prossimo li accusa di non rispettare nemmeno l'amore per Dio. I due comandamenti si completano e si rispecchiano a vicenda. Non c'è vero amore di Dio se non c'è amore verso il prossimo.
40Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».
Tutta la Torah, ma anche i Profeti (altra punta polemica verso i farisei che non avrebbero mai abbassato la Legge al livello dell'insegnamento dei Profeti) sono appesi a questi due comandamenti.
Potremmo immaginarli come i due cardini sui quali si regge e gira una porta, un cardine in basso e uno in alto. La porta ha bisogno di entrambi i cardini per funzionare correttamente! Queste parole così dure (confrontate i due brani paralleli di Mc 12,28-34 e Lc 10,25-28), rispecchiano la situazione che la comunità di Matteo stava vivendo al tempo della stesura del Vangelo. Si era infatti dopo il 70 d.C., dopo la distruzione del tempio e questo periodo fu segnato da forti contrasti tra i farisei e i cristiani provenienti dal giudaismo.
Queste tensioni fecero sì che Matteo indicasse i farisei come i più fieri oppositori di Cristo.
Meditiamo
- Mi capita mai di voler mettere alla prova qualcuno con l'inganno?
- Quale è per me il più grande comandamento del Signore?
- Quali sono le caratteristiche del mio amore verso il prossimo (e, di riflesso, verso Dio?)

Preghiamo
(Colletta della 30a Domenica del Tempo Ordinario, Anno A)
O Padre, che fai ogni cosa per amore e sei la più sicura difesa degli umili e dei poveri, donaci un cuore libero da tutti gli idoli, per servire te solo e amare i fratelli secondo lo Spirito del tuo Figlio, facendo del suo comandamento nuovo l'unica legge della vita. Per il nostro Signore...

 

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