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TESTO Amore senza confini

Monastero Janua Coeli  

Santissima Trinità (Anno C) (06/06/2004)

Vangelo: Gv 16,12-15 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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12Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. 13Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. 14Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. 15Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.

Per questa giornata così "divina", vi lascio la preghiera composta il 21 novembre 1904 da Elisabetta della Trinità, la santa carmelitana che si firma "Laudem gloriae" e che ha vissuto il mistero dell'inabitazione di Dio in lei come il tesoro più prezioso della sua vita. Che il Signore possa compiacersi in noi.

Mio Dio, Trinità che adoro,
aiutatemi a dimenticarmi interamente,

per fissarmi in voi, immobile e quieta come se la mia anima fosse già nell'eternità;

che nulla possa turbare la mia pace o farmi uscire da voi, mio immutabile Bene,

ma che ogni istante mi porti più addentro nella profondità del vostro mistero.
Pacificate la mia anima,

fatene il vostro cielo, la vostra dimora preferita e il luogo del riposo;

che io non vi lasci mai solo, ma sia là tutta quanta, tutta desta nella mia fede,

tutta in adorazione, tutta abbandonata alla vostra azione creatrice.

O mio amato Cristo, crocifisso per amore,
vorrei essere una sposa del vostro Cuore;

vorrei coprirvi di gloria e vi chiedo di rivestirmi di Voi stesso,

di immedesimare la mia anima con tutti i movimenti della vostra Anima,
di sommergermi, d'invadermi, di sostituirvi a me,

affinché la mia vita non sia che un'irradiazione della vostra vita.

Venite nella mia anima come Adoratore, come Riparatore e come Salvatore.

O Verbo Eterno, Parola del mio Dio, voglio passare la mia vita ad ascoltarvi;
voglio farmi tutta docilità per imparare tutto da voi.

Poi, attraverso tutte le notti, tutti i vuoti, tutte le impotenze,

voglio fissare sempre Voi e restare sotto la vostra grande luce.
O mio Astro amato,

incantatemi, perché non possa più uscire dallo splendore dei vostri raggi.

O Fuoco consumatore, Spirito d'amore,
scendete sopra di me,

affinché si faccia della mia anima come un'incarnazione del Verbo,

ed io sia per Lui un'aggiunta d'umanità nella quale Egli rinnovi tutto il suo mistero.
E Voi, o Padre,
chinatevi sulla vostra piccola creatura,

copritela con la vostra ombra, e non guardate in lei che il Diletto
nel quale avete riposto tutte le vostre compiacenze.
O miei TRE, mio Tutto,

mia Beatitudine, Solitudine infinita, Immensità in cui mi perdo,
mi consegno a Voi come una preda.
Seppellitevi in me, perché io mi seppellisca in Voi,
in attesa di venite a contemplare, nella vostra luce,

l'abisso delle vostre grandezze.

Amore senza confini

MEDITAZIONE
Domande

Prenderà del mio e ve l'annunzierà. Tutto quello che il Padre possiede è mio. L'appartenenza dell'amore permette anche a Gesù di dire la parola "mio" senza intendere con essa quello che comunemente l'uomo intende. È un mio che circola il mio trinitario, dove per mio si intende: tutto di me, e nel tu, non un io chiuso in se stesso, ma aperto e traboccante fino a diventare tu per intero. In quali confini abita il mio esistere? Nei limiti angusti del possesso oppure nella perdita del tutto donato?

Chiave di lettura

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi. Non è possibile esaurire la realtà di Dio nelle parole dette, anche se le parole per se stesse dicono molto di più di quanto noi non percepiamo. Il Verbo si lascia intravedere tra i gesti e le parole della carne, ma l'uomo non è in grado di comprendere, perché il suo cuore è fatto di terra. Per il momento non siete capaci di portarne il peso. La sensazione del peso: quante volte le parole di Gesù ci schiacciano, e il solo ricordo di alcuni avvenimenti della sua vita ci spaventa! Non ci basta pensare che Lui sia Dio per toglierci di dosso quel velo di tristezza che ci stringe o fermare quell'uragano di rabbia che solleva le nostre idee come aquiloni in cerca di padrone. Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera. L'uomo, vorace di libertà, promotore di una verità senza confronto, dovrà fare i conti prima o poi con la verità tutta intera che è patrimonio dello Spirito Santo. Non ci si può affidare a un assioma perché diventi la nostra verità, il vocabolario che modula i nostri linguaggi, la sicurezza del nostro agire. Impariamo da Dio, verità eterna, che non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà. Udire prendendo del suo, e parlare non da sé da di un altro: cadono tutte le pretese di fronte a questa libertà che fa dell'ascolto la gioia del vero e del dono il senso del dire. Tutto quello che il Padre possiede è mio. Per questo ho detto che prenderà del mio e ve l'annunzierà. Il Padre, Colui che Gesù ha sempre additato come Fonte del suo parlare, ora viene presentato come Colui che non possiede, perché quello che il Padre possiede è del Figlio. Verrebbe da dire: ma che gioco è? Prima si dice che è del Padre, ora si dice che è del Figlio, lo Spirito dice le cose del Figlio, ma il Figlio diceva ciò che udiva dal Padre. Sembra una palla che quando l'hai raggiunta è già passata all'altro! Eh, forse la verità di Dio è questo sguardo inafferrabile che si volge da sé all'altro per raccontarsi la nostalgia della provenienza e il desiderio dell'uscire ancora. Movimento di amore che non permette il possesso, ma unicamente il dono di sé.

PREGHIERA

Con il tuo unico Figlio e con lo Spirito Santo sei un solo Dio, un solo Signore, non nell'unità di una sola persona, ma nella Trinità di una sola sostanza. Quanto hai rivelato della tua gloria, noi lo crediamo,

e con la stessa fede, senza differenze, lo affermiamo del tuo Figlio e dello Spirito Santo. E nel proclamare te Dio vero ed eterno, noi adoriamo la Trinità delle Persone, l'unità della natura, l'uguaglianza nella maestà divina (dal Prefazio).

CONTEMPLAZIONE

Padre dei poveri, Signore della storia, Soffio di vita, noi ti invochiamo. Quando i miei occhi ti cercano e ciechi della tua luce non ti vedono, io avverto il mio essere orfano. La povertà della mia vita che cerca consolazione senza mai trovarla grida alla tua paternità, ma non riceve risposta. Il desiderio di una storia più brillante perduta nei sogni infranti di questi giorni sempre uguali grida alla tua Presenza umana, ma non riceve risposta. Il senso di disfatta che si insinua nelle azioni ritmate da una fedeltà senza più speranza grida al crepitio del tuo Fulgore, ma non riceve risposta. Un perché muto mi stringe il respiro come un laccio dai nodi ritorti, un perché senza risposta. Il tuo silenzio mi fa quasi impazzire. Dove sei, Dio potente?... E il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo, ma il Signore non era nel vento. Ci fu un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Ci fu il mormorio di una brezza leggera. Uomo, copriti il volto, perché passa il tuo Signore. In quel momento ti si spezzerà il cuore per non averlo ancora conosciuto. E i tuoi perché cadranno a terra nel silenzio di un'umile e pacata attesa. Allora il suo volto di amore brillerà su di te e tu diventerai la sua luce, la sua parola, il suo amore: sarai come lui, Silenzio.

Per i piccoli

Dio. Un nome che molti oggi non conoscono, o se lo conoscono è solo per rimproverarlo di non fare un bel niente per noi! Povero Signore... dopo tutto quello che ha fatto per noi, sentirsi dire così non deve fargli certo piacere. Ma lui non si dispiace, lo sa che siamo discoli e ci piace dire le bugie grandi quanto le case, inventare le favole con i lamenti e le fantasie, e che quando non riusciamo a capire una cosa la buttiamo addosso a Lui che non si difende. È come con il mistero della Trinità. Questa storia che Dio è uno e tre rompe tutta la matematica della nostra testa. 1 + 1 + 1 a scuola fanno 3. In cielo invece fanno 3 e fanno 1. Non è buffo? O sono 3 o sono 1, impossibile tutte e due le cose insieme. E invece è proprio così. È talmente vero che lo stampo di questa "trinità" l'ha messo dappertutto. Anche noi siamo 1 e 3: io sono io, ma dentro di me da qualche parte che non so dov'è, perché se mi apro tutto non la trovo... c'è io che pensa, io che dice, io che sente. Sono 3 cose, perché non vanno sempre tanto d'accordo, ma sono 1 cosa anche perché io sono tutto intero sempre. E quando sto zitto, quello che penso, lo dico e lo sento. E quando dormo, penso e dico e sento. E se mi metto lì a sentire, non posso fare a meno di pensare e di parlare, anche se fuori nessuno si accorge. È un rompicapo questa cosa. Perfino il sole assomiglia a questa Trinità: è tutto luce, arriva fino a noi pur restando in cielo, trasforma le cose. Come Dio. Il Padre è lì, Gesù arriva fino a noi restando in cielo, lo Spirito trasforma le cose senza che nessuno lo vede. Chi ci capisce qualcosa? Forse è meglio stare zitti e vedere di entrarci dentro. C'è una porticina che porta a Dio, io l'ho scoperta. C'è scritto: Vieni. Io vado. E tu? Come fare? Io entro nel mio cuore, chiudo gli occhi e aspetto.

 

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