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TESTO Commento su 1 Tess 1, 2-3

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

XXIX Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (19/10/2014)

Brano biblico: 1Ts 1,1-5 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 22,15-21

In quel tempo, 15i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come coglierlo in fallo nei suoi discorsi. 16Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. 17Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?». 18Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? 19Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. 20Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». 21Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».

"Rendiamo sempre grazie a Dio per tutti voi, ricordandovi nelle nostre preghiere e tenendo continuamente presenti l'operosità della vostra fede, la fatica della vostra carità e la fermezza della vostra speranza nel Signore nostro Gesù Cristo, davanti a Dio e Padre nostro".
1 Tess 1, 2-3

Come vivere questa Parola?
Queste parole, che Paolo rivolge ai fedeli della città di Tessalonica, sono intense semplici e allo stesso tempo profumano di quella tenerezza paterna in cui Dio versa la sua onnipotenza di amore che purifica e rafforza il nostro naturale tendere ad amare.
Il tono è affettuosamente paterno ma senza scadere in sdolcinatezze e ammennicoli retorici.
Tutta la pericope sa di totale immersione dello scrivente in Cristo Gesù Amore.
Si apre con un vivo senso di gratitudine a Dio per tutti i destinatari della lettera. E il grazie dell'Apostolo è una cosa sola con il suo fare memoria delle persone che gli sono care: non tanto nell'altalenare del ricordo quanto nell'impegno del pregare per questi suoi figlioli, sempre.
Quel che poi attrae è lo sguardo dell'anima di Paolo su coloro che sono oggetto del suo voler bene.
E' uno sguardo positivo, di pieno incoraggiamento nella consapevolezza della realtà esistenziale di quanti, conquistati al Vangelo di Cristo, non vivono in stratosferiche zone di spiritualismi ma a tu per tu con le difficoltà quotidiane.
Per questo Paolo loda la loro Fede che è autentica perché diventa operosa e dunque vera nella pratica di quella ‘regina delle virtù' che è la carità, tutt'altro che priva di fatica. Fede dunque e Carità sono anzitutto ricordate da Paolo. Ma la speranza non ha da temere qualche sua dimenticanza. E' infatti una presenza di coraggiosa fermezza.
Sembra di vederle queste tre virtù fondamentali per la nostra vita cristiana. Viene in mente quello scrittore francese che le vede come tre belle fanciulle che corrono, ilari, tenendosi per mano. Ma quella che sta in mezzo è la Speranza: la più piccola di statura che però trascina, nello slancio, le altre due nel bel sole di Dio.

Signore, dammi uno sguardo positivo, illuminato da Fede, Speranza e Amore. E dammi letizia in cuore da donare a chi incontro!
La voce di un personaggio famoso
"Essere giovani vuol dire tenere aperto l'oblò della speranza, anche quando il mare è cattivo e il cielo si è stancato di essere azzurro
Bob Dylan
Sr Maria Pia Giudici

 

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