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TESTO Io ho scelto voi, perché portiate frutto, dice il Signore

don Roberto Rossi  

XXVII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (05/10/2014)

Vangelo: Mt 21,33-43 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: 33Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. 34Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. 35Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. 36Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. 37Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. 38Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. 39Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. 40Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?». 41Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo».

42E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:

La pietra che i costruttori hanno scartato

è diventata la pietra d’angolo;

questo è stato fatto dal Signore

ed è una meraviglia ai nostri occhi?

43Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti.

Nei testi biblici abbiamo l'immagine della vigna. Il profeta Isaia raffigura Israele come una vigna alla quale Dio ha dato ogni cura perché producesse buoni frutti, ma questa non ha corrisposto. Alle espressioni stupende della cura di Dio "voglio cantare per il mio diletto il mio cantico d'amore per la sua vigna", per tutto quello che ha fatto, non corrispondono frutti buoni, ma "acini acerbi".

Nel salmo, partendo da questa situazione di peccato, di incorrispondenza, si implora il Signore perché abbia pietà delle nostre incorrispondenze, dei nostri peccati, usi misericordia e ridoni vita. Questa preghiera è rafforzata da un serio proposito di essere fedeli al Signore, al suo amore: "da te più non ci allontaneremo, fa splendere il tuo volto e noi saremo salvi".

Ma la situazione diventa grave - secondo il vangelo - quando si mette in atto una ribellione a Dio, nella ricerca dei propri interessi. La parabola parla dei servi maltrattai e percossi, parla del figlio che viene ucciso (Gesù parla di sé: pensiamo con quanta commozione avrà parlato così esplicitamente della sua passione e morte). Quanti segni di Dio, quante persone mandate (i profeti) per aiutare, quanto amore in Gesù, Figlio del Padre venuto per salvare! La ribellione a Dio - nella illusione di costruire meglio la vita da soli - è la propria rovina.

Dio offrirà sempre il suo amore, il suo regno sarà dato a un popolo che ne produca i frutti.

La lettera di Paolo ci aiuta ad affidarci a Dio e a vivere una vita nuova nella fede, una vita piena di buona testimonianza e di buoni frutti.

"Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza presentate a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. Tutto quello che è vero, quello che è nobile, quello che è giusto, quello che è puro, quello che è amabile, quello che è onorato, ciò che è virtù e merita lode, questo sia oggetto dei vostri pensieri".

 

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