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TESTO Commento su Lc 9,20-21

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Venerdì della XXV settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (26/09/2014)

Vangelo: Lc 9,18-22 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 9,18-22

18Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». 19Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia; altri uno degli antichi profeti che è risorto». 20Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio». 21Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno.

22«Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».

«Tu sei il Cristo di Dio. (...) Il Figlio dell'uomo deve soffrire molto»
Lc 9,20-21

Come vivere questa Parola?
Il popolo ha pareri molto diversi sulla vera identità di Gesù: alcuni lo considerano Giovanni Battista, altri Elia, altri uno degli antichi profeti. Gesù allora - in un contesto di preghiera e prima dell'annuncio della passione - si rivolge direttamente agli apostoli: «Ma voi chi dite che io sia?». Pietro gli risponde senza esitare e con sicurezza: «Il Cristo di Dio».
Questa stessa domanda ha percorso i secoli e si ripropone per ciascuno di noi: siamo anche noi pronti a dare una risposta così chiara e decisiva? Troviamo anche noi un momento per rispondere a questa domanda: «Chi è per me Gesù?»: il Signore stesso ci interroga e ci stimola nel profondo della nostra coscienza. Anche la strada della croce ci può aiutare a conoscere meglio, Gesù, presentatosi come il Messia sofferente, ma alla fine risorgente dalla morte. Riconoscere Gesù come il Cristo significa seguirlo come Dio e Signore della vita, come l'amico sincero e generoso da imitare; accoglierlo anche nel dolore e nell'aridità del cuore, considerarlo come l'unico che può riempire di gioia e di felicità una vita.

O Signore, aiutami a riconoscere la tua presenza nella Parola divina, nell'Eucarestia, nelle persone che mi poni accanto: spesso sei per me nostalgia, fuoco, tormento, desiderio... diventa per me dono immenso d'amore, l'assoluto della mia esistenza.
La voce dei contemporanei
«Dopo Pietro tanti si sono lasciati interpellare da questa domanda, [Lc 9,20: "Ma voi chi dite che io sia?"] perché il cammino di fede non può prescindere da essa. Non si può essere cristiani senza un rapporto personale con il Signore, senza dirsi chi è Lui per me, e chi sono io per lui. Ogni risposta, però, suona vuota, se non tocca la mia vita, se non esprime quanto mi sono messo in gioco con lui e per lui. Perciò, non si tratta tanto di consultare il catechismo, o altri libri (anche se questo mi aiuta ad approfondirne sempre più la conoscenza), ma ciò che di Lui porto scritto dentro di me. Infatti Cristo non è ciò che dico di lui, ma ciò che vivo di lui; non le mie parole, ma la mia passione...»
Clarisse di Rimini, nel sito internet: http://www.diocesi.rimini.it/clarisse/?page_id=2223
D. Mario Maritano SDB - maritano@unisal.it

 

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