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TESTO Nessun merito, tutto è dono

Paolo Curtaz  

XXV Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (21/09/2014)

Vangelo: Mt 20,1-16 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: 1Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. 2Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. 3Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, 4e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. 5Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. 6Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. 7Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.

8Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. 9Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. 10Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. 11Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone 12dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. 13Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? 14Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: 15non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. 16Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».

Così, inevitabilmente, riprendono le attività autunnali: la ripresa della scuola segna la fine dell'estate e l'avvio della formazione nella parrocchia.

La celebrazione di domenica scorsa, l'esaltazione dell'amore di Dio manifestato sulla croce, ci indica lo stile con cui vivere in parrocchia, l'atteggiamento che vogliamo assumere riprendendo a pieno ritmo le attività lavorative: individuare la presenza trionfante dell'amore anche di fronte all'apparente sconfitta. E non possiamo che pensare ai tanti che muoiono in nome della fede in questi mesi...

Il Vangelo guida i nostri passi e le nostre scelte, ancora una volta.

Una sorta di manuale di istruzioni per non cedere alla logica di questo mondo, per conservare la fede e la speranza in un clima inferocito e cinico.

Per imitare il padrone della vigna, protagonista del testo di oggi.

Incomprensibile

È incomprensibile l'atteggiamento del padrone della vigna. Certo: è molto affaccendato, la vigna è grande e ha bisogno di molti operai per riuscire a portare a termine la vendemmia. Va in strada presto, al mattino, per assumere i primi operai. Quando si accorge che non bastano torna ancora per cercare altri operai. Stabilisce con loro "quanto è giusto" come ricompensa.

Quando esce alle cinque del pomeriggio, un'ora prima della fine del lavoro, vede ancora alcuni bighellonare e li invita a lavorare. Antieconomico e folle, decisamente.

Alla fine della giornata accade il fattaccio. Gli ultimi prendono un denaro.

Quelli che lavorano dall'alba, pur avendo pattuito un denaro, pensano che prenderanno di più. Invece no. Allora chiedono per gli ultimi di meno.
Pensano: avremo di più.
Dicono: dai loro di meno.

Loro hanno faticato tutta la giornata, questi ultimi solo un'ora, ricevono lo stesso salario, che ingiustizia!

Però
In teoria.
La chiave della parabola sta nel loro modo di pensare.

Vigliacchi e pavidi. Non dicono quello che legittimamente desiderano, chiedono al padrone di dare agli altri di meno.

Meno di un denaro. Un denaro è il guadagno minimo giornaliero per poter dar da mangiare ad una famiglia ai tempi di Gesù.

Invece di esercitare un legittimo diritto, se la prendono con i deboli: chiedono di dar loro di meno. Meno di ciò che è indispensabile per vivere.
Forti con i deboli, deboli con il forte.
Terribile.
Non pensiamo anche noi così?

Meritocrazia

Il padrone è buono, non vuole fare l'elemosina a questi sfaccendati, non vuole umiliarli, vuol dar loro una parvenza di dignità, la possibilità di riscattarsi, di osare, di rinascere. Lo fa con garbo, con gentilezza, con misericordia.

È buono il padrone, non sciocco: del suo denaro può fare quello che vuole.
Come salvare un peccatore gratuitamente.

Gesù se la prende con la logica del merito: Dio mi ama e mi premia perché mi comporto bene. Così pensavano i devoti del suo tempo. E del nostro.

Gesù dà una spallata alla logica umana che vede la giustizia come unico modo di relazionarsi fra le persone e con Dio. È importante la giustizia ma rischia di sfociare nell'arida contabilità dei meriti.
Più del merito c'è la grazia, il dono, questo osa dire Gesù.

È una grossa soddisfazione quella di prendersi una laurea dopo anni di studio. Ma è una sorpresa indicibile il dono inaspettato dell'amato!

Così è Dio: ci sorprende con la sua grazia che supera la giustizia.

Ricordiamocelo, quando pesiamo la nostra fede sulla bilancia delle buone opere.

Quello che Gesù ha superato, troppo spesso noi cattolici lo recuperiamo pensando di fargli un piacere!

Convertirsi alla bontà

Gli operai della prima non hanno colto con chi hanno a che fare.

Hanno ridotto la loro fede a fatica e sudore. Peggio: guardano con sospetto gli altri, quasi concorrenti dei loro privilegi.

Non è così per chi ha colto la luce del Vangelo. Stupiti, abbagliati dalla bontà del padrone, gioiamo per la grazia di poter lavorare nella vigna, gioiamo per la possibilità che altri fratelli anche all'ultimo possano accogliere la grazia che ci ha trasformati.

La bontà di Dio contagi la nostra vita, in modo da rendere la nostra giornata lavorativa, sin d'ora, immagine di quella gioia che il Signore riverserà nei nostri cuori forgiati dalla fatica dell'amore. Il nostro Dio, mite e umile di cuore, che vivrà questa pagina dall'albero della croce accogliendo il buon ladrone, ci faccia uscire dalle ristrettezze di una fede "sindacale" per percepire, almeno un poco, quale braciere d'amore e di bontà è il suo cuore; impariamo dal Signore, che è mite e umile di cuore...

Isaia e Paolo

Isaia scuote i deportati in Babilonia per indicare la corretta logica di Dio: se saranno riscattati, se potranno tornare in Israele non sarà per loro merito ma per iniziativa gratuita del Signore!

Paolo, commosso, riceve da Filippi, la più amata fra le sue comunità, la prima "europea", Epafrodito che gli porta consolazione e denaro è una visita inattesa che aiuta Paolo a sostenere le angustie e la prigionia di Efeso.

Quando la smetteremo di usare la calcolatrice nel relazionarci fra di noi e con Dio capiremo cosa significa diventare discepoli.

Il Regno è gratis, non fatevi fregare.

Clicca qui per guardare il video del commento di Paolo Curtaz per la stessa domenica

- Sul sito www.tiraccontolaparola.it nuovi files audio.

- Conferenze di Paolo: Pontedera: 22/9 ore 21.15, Gesù guarisce (Chiesa del Crocifisso, Corso Matteotti) - Brescia 23/9 ore 21, Gesù educatore (Oratorio della Parrocchia San Rocco, Via Fornaci 82) - Reggio Calabria 19/10 ore 19,30, La famiglia di Nazareth modello per la nostra famiglia (Per coppie, Chiesa Maria Ss. Del Soccorso, Piazza Soccorso, Palmi) - Altamura 20/10 ore 20, Il figliol prodigo, Presentazione del libro di don Alessandro Ampani (S. Maria della consolazione, p.zza Zanardelli).

- Ricominciare l'attività con un ritiro: Il vangelo di Marco13/14 settembre 2014, casa Frassati a Porsod (Saint Nicolas- Aosta,)info: www.tiraccontolaparola.it/download/ita_Ritiri_2014_settembre_13_14.pdf

La coppia in San Paolo 26/28 settembre per coppie ad Albino (BG)

info: www.tiraccontolaparola.it/download/ita_Ritiri_2014_settembre_26_28.pdf

Il volto di Cristo in Marco 10/12 ottobre 2014, Certosa 1515, Avigliana, Torino
Info: www.torinospiritualita.org/il-volto-di-cristo-marco


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