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TESTO Tutti chiamati ad operare nella Chiesa e nel mondo

mons. Antonio Riboldi

XXV Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (21/09/2014)

Vangelo: Mt 20,1-16 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: 1Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. 2Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. 3Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, 4e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. 5Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. 6Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. 7Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.

8Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. 9Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. 10Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. 11Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone 12dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. 13Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? 14Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: 15non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. 16Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».

Ogni uomo o donna è prima di tutto una ‘creatura di Dio', donata ai genitori, che, sempre, dovrebbero fargli conoscere la bellezza della vita.

I genitori di Giovanni Paolo II potevano mai immaginare che il loro figlio, educato cristianamente nella difficile Polonia del suo tempo, un giorno sarebbe stato chiamato da Dio a lavorare nella Sua vigna, che è la Chiesa, da Pontefice?

Potevano mai i miei genitori sapere che un giorno Dio mi avrebbe scelto e chiamato per essere totalmente Suo ed ‘usarmi come servo obbediente ed inutile a lavorare nella Sua chiesa'?

Sappiamo, o dovremmo sapere, che, quando Dio ha creato me o voi, ci ha fatto dono di tante capacità o carismi, che sono le vie per manifestare la Sua gloria e, nello stesso tempo, edificare la società in cui viviamo.

Il Vangelo ci descrive bene, oggi, questo ‘essere chiamati', a suo tempo, ‘nella vigna del Signore'.

Scrive l'evangelista Matteo: "Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: ‘Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: ‘Andate anche voi nella vigna: quello che è giusto ve lo darò'. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: ‘Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?'. Gli risposero: ‘Perché nessuno ci ha presi a giornata'. Ed egli disse loro: ‘Andate anche voi nella vigna'. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: ‘Chiama i lavoratori e dai loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi". (Mt. 20, 1-16)

Non è possibile che ‘il padrone di casa' non ‘chiami, a suo tempo, nella sua vigna', che è la Chiesa, il mondo. Dio non crea mai e poi mai uomini e donne ‘inutili', condannati a vivere sul marciapiede della storia. C'è per tutti una ‘via', un ‘lavoro nella vigna'. Tutti chiama a suo tempo.

Nessuno deve restare ‘disoccupato'. A nessuno è concesso di essere ozioso. Soprattutto se ci riferiamo alla vita con Dio. Dio invita a tutte le ore, ad uno ad uno.

C'è un momento in cui Dio ci ha sorpresi ‘oziosi' e ci ha invitati, continua ad invitarci o ci inviterà.

Questo incontro con Dio - servirLo nella Sua vigna, e quindi conoscerlo, amarlo e seguirlo - è il senso e la sola verità della vita.

Cosa potrebbe significare vivere ‘oziosi', sprecando il bello della vita, come se Dio non ci invitasse?

Non riesco proprio a immaginarlo. O forse riesco a intravederlo, osservando tanti che dicono di ‘vivere bene', ma senza Dio.

Diciamocelo con sincerità, è come avere gli occhi, ma non vedere la luce, avere un cuore e non saper amare, è mancare di sorriso e di pace, è essere privati dell'infinito.

Non importa poi quale sia il lavoro che ci affida e per cui ci ha dato i cosiddetti carismi: l'importante è ‘esserci' nella vigna. Ma è facile rinunciare alle proprie responsabilità, delegandole ad altri.

Succede in famiglia, dove i genitori, che nel Battesimo dei figli hanno promesso di essere responsabili della loro educazione, dimenticano questo impegno, delegandolo non si sa a chi o cosa, permettendo così che i figli diventino vittime dei tanti cattivi maestri che la società offre, creando quelle devianze di cui i mass-media ogni giorno ci parlano. Ed è tanto triste assistere a fatti raccapriccianti, i cui protagonisti sono adolescenti o giovani, che ci fanno esclamare: ‘Ma chi li ha traditi?'.

Si rinuncia nelle scuole dove si bada di più alla materia da insegnare, che ha un capire e coltivare le grandi capacità interiori, che sono i doni di Dio.

Facile delegare il progresso della società alla sola politica, abdicando al nostro ruolo di voce dei nostri diritti e doveri.

Rimane così l'interrogativo: è facile incontrarsi con Dio? Sentirsi chiamati?

Ne sentiamo a volte tanto il bisogno, ma non abbiamo la semplicità del bambino che sa spalancare gli occhi senza malizia, aperto a tutto e tutti.

Eppure, come ha detto Papa Francesco: ‘Chi conosce Gesù, chi lo incontra personalmente, rimane affascinato, e tutto in una grande umiltà e semplicità.... Quante persone, quanti santi e sante, leggendo con cuore aperto il Vangelo, sono stati talmente colpiti da Gesù, da convertirsi a Lui.... Il Vangelo ti fa conoscere Gesù vero, ti fa conoscere Gesù vivo; ti parla al cuore e ti cambia la vita. E allora sì, puoi cambiare effettivamente tipo di vita, oppure continuare a fare quello che facevi prima ma tu sei un altro, sei rinato: hai trovato ciò che dà senso, ciò che dà sapore, che dà luce a tutto, anche alle fatiche, anche alle sofferenze e anche alla morte.... Ogni giorno leggere un passo del Vangelo è trovare Gesù e avere la gioia cristiana, che è un dono dello Spirito Santo, gioia che si vede, traspare in ogni parola, in ogni gesto, anche in quelli più semplici e quotidiani: traspare l'amore che Dio ci ha donato mediante Gesù.'

Solo incontrando personalmente Gesù, il nostro cuore può davvero essere ‘toccato', sconfiggendo ogni tipo di amarezza ed invidia, salvo una... Ricordo l'esclamazione, al limite del pianto, di un grande pensatore italiano che, un giorno, in cui eravamo insieme, stringendomi forte tra le braccia, per significare la forza delle sue parole, mi disse: ‘Non invidio alcunché a nessuno in questo mondo. Invidio solo chi ha fede: una fede che sembra a volte un vedere già spalancate le braccia del Padre'.

Come Paolo, abbandoniamoci dunque fiduciosi alla volontà di Dio su di noi e sui nostri fratelli: ‘Per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno'. ".(Fil. 1, 20-27)

Piano piano scopriremo che davvero ogni cosa che accade è dono; non ci sono più problemi o croci, ma solo possibilità di amarlo sempre di più a seconda del suo volere e delle situazioni che egli ci presenta.

 

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