PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Commento su Rm 13,8-10

Monastero Domenicano Matris Domini  

XXIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (07/09/2014)

Brano biblico: Rm 13,8-10 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 18,15-20

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 15Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; 16se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. 17Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. 18In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.

19In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. 20Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».

Collocazione del brano
Le esortazioni di Paolo nel capitolo 13 riguardano l'atteggiamento da assumere nei confronti dei poteri civili. L'apostolo ricorda ai Romani che devono essere sottomessi alle autorità, che partecipano della signoria di Dio su tutte le cose. I Romani vengono dunque invitati a rispettare le autorità e a pagare le tasse. Segue il brano di oggi che può essere considerato la conclusione del primo blocco di esortazioni (capitoli 12-13). Prendendo spunto dai debiti ricorda l'importanza dell'amore, non solo verso i fratelli della comunità ma anche nei confronti di tutti gli altri. A questo riguardo si ricollega con la tradizione ebraica, ricordando che la carità è la pienezza della Legge mosaica.
Lectio
8Non siate debitori di nulla a nessuno, se non dell'amore vicendevole; perché chi ama l'altro ha adempiuto la Legge.
L'amore costituisce l'unico debito che i credenti sono chiamati a contrarre gli uni verso gli altri. Questo vale nei confronti di tutti e non solo verso i fratelli cristiani. Paolo nella lettera ai Romani aveva negato la validità della legge come mezzo per ottenere la salvezza. Qui la recupera in quanto via per conoscere la volontà di Dio. La carità verso il prossimo come vertice di tutta la Legge era un affermazione che era già presente nell'AT e nelle scuole rabbiniche. Anche Gesù aveva indicato l'amore del prossimo come vertice di tutta la Legge di Israele (Mt 22,34-40) e nel comandamento nuovo (Gv 13,34) aveva lasciato il proprio testamento.
9Infatti: Non commetterai adulterio, non ucciderai, non ruberai, non desidererai, e qualsiasi altro comandamento, si ricapitola in questa parola: Amerai il tuo prossimo come te stesso.
Paolo sottolinea l'affermazione ricordando i comandamenti che riguardano le relazioni con il prossimo: il rispetto del matrimonio proprio e altrui, l'omicidio, il furto e anche il desiderio dei beni delle altre persone. Non vi è il riferimento alla falsa testimonianza. Tutto viene ricondotto al comandamento dell'amore del prossimo che si trova in Lv 19,18.
10 La carità non fa alcun male al prossimo: pienezza della Legge infatti è la carità.
Questa affermazione finale ci porta alla concretezza della legge dell'amore. Non è puro e astratto sentimentalismo. L'amore del prossimo ci chiama a fare il bene e a non fare il male. Come si impara ad amare il prossimo? Attraverso la Legge, che è una strada verso l'amore e nell'amore trova la sua pienezza.

Meditiamo
- Quali sono i debiti (morali, spirituali) che ho contratto nella mia vita? Verso quali persone?
- Come esprimo il mio amore verso il prossimo?
- Quali difficoltà mi presenta questa parola di Paolo?

 

Ricerca avanzata  (54001 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: