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TESTO Nessuno mi può giudicare. Soltanto Tu.

don Cristiano Mauri  

II domenica dopo il martirio di S. Giovanni il Precursore (Anno A) (07/09/2014)

Vangelo: Gv 5,19-24 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 5,19-24

19Gesù riprese a parlare e disse loro: «In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. 20Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati. 21Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. 22Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, 23perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato.

24In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita.

È come un costante e invincibile rumore di fondo. Col suo tono fintamente discreto ma chiaro, si intrufola senza chiedere permesso e si accomoda tranquillo badando a non dare eccessivamente nell'occhio.

Fosse un'unica voce ci presteresti più attenzione, ma si tratta di un chiacchiericcio indistinto, del quale cogli spezzoni qua e là e al quale raramente ti ribelli col giusto cipiglio. Quando una delle tante voci si ode più chiara tra le altre, solo allora reagisci vigorosamente: «Chi ti dà il diritto di giudicare?».

Sbollita la rabbia e messo a tacere il giudizio impertinente, torni a sopportare con rassegnata fatica il basso continuo dei giudizi su di te e sulla tua esistenza, senza mai riuscire a liberartene una volta per tutte.

Il vicino di casa, il marito, la suocera, l'amica, il collega; la valutazione del capufficio, l'editoriale del giornalista, il "si dice in giro", il parere del professore, le parole del prete, i precetti dell'educazione ricevuta; l'idea più di moda, il messaggio di una canzone, le immagini di uno spot, la prestazione di uno sportivo.

Direttamente e indirettamente, con criteri differenti l'una dall'altra, ciascuna delle voci del coro esprime un giudizio - quando non una sentenza - sulle tue parole, sulle tue idee e sulle tue scelte quotidiane.

Magari anche solo nella forma dell'aspettativa, del piccolo o grande ricatto affettivo, della diversità di opinione, del termine di paragone... Sempre di giudizio si tratta.

Per quanto abituato tu possa essere, il rumore di fondo fa male. Consuma risorse, non aiuta la concentrazione, logora la capacità di ascolto. Ma soprattutto insinua lentamente quell'idea snervante e sgradevole di una vita tutta sotto giudizio.

Grazie a Dio, però non è così.

E dico "grazie a Lui" perché è proprio la Sua voce che nitida si staglia cantando un'altra melodia fuori da quel basso continuo noioso e ansiogeno.

Dio giudica diversamente

Fuori, sì, perché Lui non fa parte del coro giudicante. Ti stupisce?

Hai ragione, ti han sempre parlato di un Dio onnipotente e permaloso che gioca a fare il ragioniere con le azioni umane. Un Pallottoliere Eterno, che tiene conto di ognuno dei tuoi peccati perché tu finisca a scontarli nell'eternità secondo un'infallibile giudizio contabile.

E invece no. Dio non giudica. O meglio, lo fa ma in un modo che non t'aspetteresti mai.

«Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito» (Gv 3,16)

Questo è il giudizio di Dio. Il Vangelo di Giovanni ci racconta che quando il Padre ha deciso di giudicare il mondo, l'ha fatto con un gesto unico e definitivo: dare Suo Figlio. Senza condizioni, senza limiti, senza distinzioni. Ad ogni uomo e ad ogni donna: santi e peccatori, credenti e non, buoni o malvagi.

Che giudizio è mai donare ciò che si ha di più caro? Che sentenza può mai essere concedere tutto quel che si possiede? Che condanna può contenere un'offerta di bene incondizionato?

Uno strano modo di fare, il modo di Dio. Dio canta fuori dal coro e il Suo giudizio - per chi lo accoglie - è solo salvezza e mai condanna.

La vita di Cristo è la narrazione di questo operare divino il cui culmine è la Croce. Gesù agisce allo stesso modo del Padre e la sua sentenza è perciò una parola di Misericordia, Compassione e Fedeltà.

Non ci credi? Il rumore di fondo è già così forte? Tendi l'orecchio e ascoltaLo ancora oggi nelle innumerevoli voci che nelle tue giornate hanno il sapore di una salvezza.

Quelle che sanno di gratuità, di perdono, di pazienza, di comprensione; quelle di chi ti accoglie per quel che sei, che non accampa pretese, che offre senza condizioni, che c'è quando non te l'aspetti; quelle di chi ricomincia sempre, di chi opera per la tua realizzazione, di chi fa spazio per la tua espressione.

Quelle che, tanto o poco, han preso la forma di Gesù.

Alla fine, credere è decidere a chi dare ascolto.
O abbassare il volume del rumore di fondo.

 

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