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TESTO Un bene perduto: l'ammonizione

mons. Antonio Riboldi

XXIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (07/09/2014)

Vangelo: Mt 18,15-20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 15Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; 16se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. 17Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. 18In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.

19In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. 20Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».

Oggi la Parola di Dio ci invita al dovere di carità dell'ammonizione. Credo che, chi ama il fratello, non può tacere di fronte ai suoi errori, magari compiuti senza sapere neppure che sono tali. Quante volte capita - a tutti! - Di ‘uscire dalla strada buona della vita' e non esserne pienamente consapevoli!
Se si ama davvero, non si può tacere.

Ci sono troppi silenzi pericolosi, nella politica, nell'economia, nella scuola, nella famiglia: silenzi che fanno tanto male a tutti. Quanto deve farci temere il silenzio sui mali attorno a noi, magari con la scusa ‘fanno tutti così' oppure ‘che male c'è?'! Non è questo che Gesù ci insegna. Ascoltiamo:

"Disse ai suoi discepoli: ‘Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va' e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra, sarà sciolto in cielo". (Mt. 18, 15-20)

Ma è necessario che a muoverci nell'ammonimento non sia l'esibizione di un'immunità personale dall'errore e neppure la troppo facile tendenza a giudicare o condannare, spesso con motivazioni, più o meno consapevoli, che nulla hanno a che fare con l'amore, tanto meno il ‘criticare', fermandosi ad una visione superficiale su chi ci sta vicino o ‘ci passa' vicino.

Papa Francesco, in un'omelia in Santa Marta, con il suo stile diretto e incisivo ha detto: ‘Chi giudica un fratello sbaglia e finirà per essere giudicato allo stesso modo. Dio è l'unico giudice e chi è giudicato potrà contare sempre sulla difesa di Gesù, il suo primo difensore, e sullo Spirito Santo.... Se noi vogliamo andare sulla strada di Gesù, più che accusatori dobbiamo essere difensori degli altri davanti al Padre. Io vedo una cosa brutta a un altro, vado a difenderlo? No! Ma stai zitto! Vai a pregare e difendilo davanti al Padre, come fa Gesù. Prega per lui, ma non giudicare! Perché se lo fai, quando tu farai una cosa brutta, sarai giudicato. Ricordiamo questo, ci farà bene nella vita di tutti i giorni, quando ci viene la voglia di giudicare gli altri, di sparlare degli altri, che è una forma di giudicare".
E' quanto ci dice oggi S. Paolo, nella lettera ai Romani:

"Fratelli, non abbiate alcun debito con nessuno, se non quello di un amore vicendevole...

L'amore non fa nessun male al prossimo: pieno compimento della legge è l'amore". (Rom. 13, 8-10)

L'ammonizione, di cui parla Gesù, infatti, non ha nulla a che vedere con il facile giudizio, ma è il dono umile, fatto con carità, per aiutare a uscire dal male, e non deve mai essere e neppure apparire quasi una superiorità, ma solo desiderio profondo di bene.

C'era un tempo in cui le nostre mamme non lasciavano mai sfuggire un tratto sbagliato della nostra vita. Sapevano, nel loro grande amore, che era un volerci bene e che, se non correggevano a tempo debito, si rischiava che il male diventasse una triste abitudine di vita. ‘Antonio - mi diceva mia mamma - è vero che ti faccio cento prediche al giorno, ma è perché ti voglio bene. Non vorrei, quando saremo davanti al Padre, sentirmi dire che, se sei cresciuto male, la responsabilità è mia, perché non ti ho educato al bene da piccolo. Verrà il tempo che sarai solo a decidere: non dimenticare mai i miei ammonimenti!'. E così fu. Alla vigilia della sua morte, all'età di 99 anni, visitandola, già vescovo, ebbe ancora la forza di ammonirmi: ‘Ricordati, Antonio, e mi raccomando: fà sempre giudizio e comportati bene!'.

Fossimo capaci tutti di mostrare l'amore al fratello, ammonendolo sempre con umiltà, affetto sincero e discrezione, certamente tanti, ma tanti, si salverebbero.

Ascoltiamo il profeta Ezechiele: "Così dice il Signore: Figlio dell'uomo, io ti ho costituito sentinella per gli Israeliti. Ascolterai una parola della mia bocca e tu li avvertirai da parte mia. Se io dico all'empio: Empio tu morirai e tu non parli, per non distogliere l'empio dalla sua condotta, egli, l'empio, morirà per la sua iniquità, ma della sua morte chiederò conto a te. Ma se tu avrai ammonito l'empio della sua condotta perché si converta ed egli non si converte, egli morirà per le sue iniquità, tu invece sarai salvo". (Ez. 33, 7-9)

C'è solo da pregare che tra di noi, che ci vogliamo bene, torni con amore quanto dice il profeta: ‘essere sentinelle' del prossimo; tutti, a vicenda, aiutandoci a correggere la rotta, quando usciamo di strada!

Ci fu un tempo in cui, da vescovo, alzai la voce contro la criminalità organizzata, ma tenendo sempre presente il motto di Giovanni XXIII: ‘condannare l'errore, ma amare l'errante'.

Uno che si definiva ‘capo' - e lo era - chiese di incontrarmi. Dopo aver riflettuto e pregato, accettai la sua richiesta. Venne una sera e si trattenne con me per tre ore, in cui cercai di fargli capire l'enormità del male che commetteva e la necessità di cambiare, per il bene suo e di tutta la comunità. Ascoltava meravigliato che qualcuno avesse il coraggio di rinfacciargli le sue scelte sbagliate. Era talmente stupito che ogni tanto mi interrompeva con una frase: ‘Lei mi sta nel mezzo del cuore'. Se ne andò confuso e lentamente l'ammonizione si fece strada, al punto che un giorno mi fece sapere che aveva deciso di sciogliere il suo gruppo, che contava circa 400 uomini, come lui dediti al crimine. La cosa si seppe e la criminalità non accettò questo atto di estinzione di una ‘famiglia potente'. Fu immediatamente ucciso. Morì, ma non da criminale, ma, come più volte aveva affermato quella notte, ‘da cristiano'.

È una grande responsabilità ‘essere sentinelle' di quanti il Signore ci affida.
Non dimentichiamo ciò che esige:

‘Fratelli, qualora uno venga sorpreso in qualche colpa, voi che avete lo Spirito correggetelo con dolcezza. E vigila su te stesso, per non cadere anche tu in tentazione'.(Galati 6,1)

 

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