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TESTO Commento su Mt 16,21-27

Monastero Domenicano Matris Domini  

XXII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (31/08/2014)

Vangelo: Mt 16,21-27 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 21Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno. 22Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». 23Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».

24Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. 25Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. 26Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita? 27Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni.

Collocazione del brano
Questo brano segue immediatamente quello della domenica scorsa. Gesù, a Cesarea di Filippo, luogo pagano per eccellenza, ha fatto una piccola indagine tra i suoi discepoli chiedendo che cosa dicesse la gente sulla sua identità e poi chiedendo direttamente chi fosse Lui per loro. Questo ha dato a Pietro l'occasione di riconoscere Gesù come il Cristo, il figlio del Dio vivente. Si tratta della prima pietra su cui Gesù comincia a costruire la sua Chiesa.
Nel brano di questa domenica Gesù continua la sua costruzione, annunciando ai suoi discepoli che è necessario per lui andare a Gerusalemme, soffrire a causa dei capi di Israele, essere ucciso e poi risorgere. La nascita della Chiesa deve passare attraverso il dono della vita di Gesù, dono che avverrà in modo cruento.
Questo discorso risulta troppo duro per i discepoli, in particolare per Pietro, che nonostante la grande rivelazione ricevuta nel brano di vangelo precedente, rifiuta questo annuncio troppo sconvolgente, troppo lontano dalle nostre logiche umane. Gesù rimprovera Pietro e fa seguire al rimprovero alcuni insegnamenti per i discepoli: per seguirlo è necessario "prendere la croce", perdere la propria vita a causa Sua. Le logiche degli uomini vengono totalmente ribaltate dal messaggio e dalla vicenda di Gesù.
Lectio
In quel tempo 21 Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno.
Pietro aveva appena riconosciuto che Gesù era il Cristo, il Messia atteso da Israele. D'ora in poi Gesù può spiegare ai suoi discepoli il modo in cui avrebbe realizzato la sua messianicità, il suo essere discendente di Davide. E' necessario (cioè secondo quanto avevano predetto le Scritture) che egli vada nella città regale, Gerusalemme. Egli salirà sul trono di Davide, ma questo trono significherà soprattutto la sofferenza. Anche Davide dovette soffrire molto, ma non fu ucciso in modo violento. Gesù sarà ucciso invece perché egli non solo è re dei Giudei, ma anche profeta (cf. "Gerusalemme, Gerusalemme che uccidi di profeti" Mt 23,37). E' questo il modo in cui Gesù realizzerà il suo essere Messia.
22 Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai».
Pietro prende in disparte Gesù e lo rimprovera, proprio come si fa con i bambini. Pietro non ha ancora capito cosa significhi per Gesù essere il Cristo.
23 Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va' dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».
Gesù intima subito a Pietro di tornare al suo posto: dietro di me. Il discepolo non può dirigere il maestro secondo il suo modo di vedere le cose. La realtà della sofferenza e della morte fa parte dell'opera di Cristo, che Pietro lo voglia o no.
Vi è un totale capovolgimento della situazione di Pietro. Egli era stato definito pietra su cui il Signore avrebbe fondato la sua Chiesa, ora è satan, colui che fa inciampare, e ancora viene chiamato pietra di inciampo, colui che non permette il realizzarsi del progetto di Dio. Ancora: lui che aveva ricevuto dal Padre la rivelazione sulla vera identità di Gesù, in questo momento non pensa come Dio, ma pensa come gli uomini. E' una delle caratteristiche di Pietro, andare fino in fondo nelle sue idee e nelle sue manifestazioni, sia in male che in bene.
Questo ci ricorda che il vero fondamento della Chiesa è Gesù stesso, l'interpretazione del messianismo che lui stesso ci ha dato con il suo insegnamento, ma soprattutto con la sua morte e risurrezione. Non si può costruire su un fondamento diverso (1Cor 3,11). E' Cristo la pietra preziosa posta a fondamento della città di Sion, mentre per gli increduli essa è sasso di inciampo e pietra di scandalo (1Pt 2,6-8).
24 Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua.
Gesù ha parlato del suo destino e poi coinvolge nella stessa sorte anche i suoi discepoli. Non c'è altra via se non quella tracciata dal proprio maestro. A Pietro è stato comandato di tornare dietro a Gesù (opiso mou). La stessa espressione ritorna qui. Chi vuole venire dietro di me (opiso mou) deve rinnegare se stesso, rinunciare alle proprie idee riguardo a Gesù (cosa che Pietro evidentemente non aveva fatto) e seguire il suo esempio. Cosa significa? Significa prendere la croce. Tutti gli Israeliti conoscevano il modo barbaro con cui i romani giustiziavano i condannati a morte. Essi venivano inchiodati alla croce, ma prima per essere scherniti e umiliati dovevano recarsi al luogo del supplizio portando in spalla la propria croce (o per lo meno l'asse trasversale). Tutte cose che poi accadranno a Gesù. Con queste parole Egli indica ai suoi discepoli la propria sofferenza salvifica, che dovrà essere anche la loro.
25 Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.
Questa frase è volutamente paradossale: si può salvare la propria vita solo rassegnandosi a perderla, mentre la si perde proprio se la si vuol salvare. Il verbo "trovare" (heurisko) è ancora quello dell'uomo che trova il tesoro nel campo o la perla preziosa. E' legato a un senso di gioia.
26 Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita?
In questo versetto troviamo due espressioni. La prima espressione è "guadagnare il mondo intero": ricorda la terza tentazione di Gesù nel deserto (Mt 4,8). Anche il rimprovero fatto a Pietro: "Dietro a me, Satana", rimanda al modo con cui il Signore ha vinto il tentatore e in fondo l'ultima tentazione di Gesù è stata proprio quella di potersi salvare la vita da solo, scendendo dalla croce.
La seconda espressione "cosa darà un uomo in cambio della sua vita?" si trova nel Sal 49,8-9, versione dei LXX. L'uomo non è padrone della sua vita: se la perde, inseguendo vantaggi fasulli, non è in grado di "riscattarla", di riaverla indietro, pagasse anche tutto l'oro del mondo.
27 Perché il Figlio dell'uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni.
Questo versetto in greco inizia con un "infatti", ma non si capisce bene cosa lo colleghi al versetto precedente. Là si parlava di sequela, qui invece si tratta di una profezia del ritorno del Figlio dell'uomo in veste di Giudice. Il collegamento è in ciò che farà questo giudice escatologico: "renderà a ciascuno secondo le sue azioni". In questo contesto l'agire richiesto è uno solo: è seguire Gesù. E' stato appena detto che l'uomo non può pagare il prezzo per il riscatto della sua vita. Qualunque cosa faccia, l'uomo non è in grado di salvarsi. Non è un problema di "buone opere". L'obbedienza richiesta dal Figlio è la sequela di Lui, del Messia nel suo destino sofferente e rischioso. L'uomo sarà dunque giudicato secondo il suo atteggiamento nei confronti di Gesù.
Meditiamo
- Perché Pietro è diventato occasione di scandalo nei confronti di Gesù? Quale è il significato letterale della parola "scandalo"?
- Cosa significa in questo brano "portare la propria croce"?
- Cosa ha significato o cosa significa ancora oggi per me "perdere la mia vita"?
- Su cosa sarai giudicato?

Preghiamo
(Colletta della 22a Domenica del Tempo Ordinario, Anno A)
Rinnovaci con il tuo Spirito di verità, o Padre, perché non ci lasciamo deviare dalle seduzioni del mondo, ma come veri discepoli, convocati dalla tua parola, sappiamo discernere ciò che è buono e a te gradito, per portare ogni giorno la croce sulle orme di Cristo nostra speranza. Egli è Dio...

 

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