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TESTO Umili, umiliati, innalzati al Cielo

don Alberto Brignoli  

Assunzione della Beata Vergine Maria (Messa del Giorno) (15/08/2014)

Vangelo: Lc 1,39-56 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 1,39-56

39In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. 40Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo 42ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? 44Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. 45E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

46Allora Maria disse:

«L’anima mia magnifica il Signore
47e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
48perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

49

Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;

50

di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.

51

Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;

52

ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;

53

ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.

54

Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,

55

come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».

56Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

Dio innalza Maria nella Gloria del Cielo: questo è il Mistero che celebriamo nella Liturgia di oggi. E al di là del profondo significato teologico di questa solennità (ovvero, l'assimilazione di Maria alla Risurrezione di suo Figlio, così come fu assimilata al mistero della sua incarnazione e morte), mi piace sottolineare un altro significato, non meno profondo anche dal punto di vista teologico; e lo trovo ben sintetizzato nelle parole del Magnificat di Maria, "ha rovesciato i potenti dai troni, e ha innalzato gli umili". Questo è l'innalzamento che Dio ha suscitato in Maria quando l'ha voluta accanto a sé nella gloria: l'innalzamento degli umili, l'Assunzione al Cielo dei poveri, degli ultimi, degli affamati, di coloro che sarebbe meglio definire "umiliati" piuttosto che "umili".

Umili lo si può essere per una condizione naturale del carattere, indipendentemente dalla situazione sociale ed economica nella quale ci si trova (anche un ricco può essere umile, per carattere); umiliati, invece, lo si è perché resi così dalla vita, dalle difficili situazioni che a volte ci si trova a dover fronteggiare. E per via della difficile situazione a livello socio-economico (e non solo) nella quale ci troviamo ormai da diverso tempo, credo che oggi parlare di un Dio che innalza gli umili e rovescia i potenti dai troni voglia dire fare riferimento ai molti, ai troppi umiliati della vita. Oggi potrebbe essere la loro festa, il giorno in cui (almeno una volta l'anno) ci si ricorda di loro e gli si dà quella gloria e quell'onore che - se non fosse per Maria, donna umile innalzata nella gloria - non avrebbero neppure in questa solennità, così suggestiva e così amata.

Una solennità che giunge in un periodo dell'anno in cui la maggior parte di noi va in cerca di un attimo di riposo dalle fatiche del lavoro quotidiano accumulate durante l'anno: da diversi anni a questa parte, però, molti sono costretti a riposare non solo il giorno di Ferragosto, ma anche gli altri giorni dell'anno, perché il lavoro non c'è più...costretti a riposare fino alla noia, costretti a subire l'umiliazione di una sottratta dignità, quella di portarsi a casa il cibo come frutto del proprio lavoro quotidiano. A quanti sono umiliati dalla mancanza di lavoro, Maria riapre oggi le porte della speranza: "Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili".

A Ferragosto, poi, come pure nei giorni limitrofi, la maggior parte di noi era solita concedersi qualche giorno di relax e di vacanza in una località di villeggiatura, al mare o in montagna, con la famiglia e con gli amici, a volte anche da soli. Poi è giunta la crisi, le vacanze prolungate sono diventate un lusso, e allora ci si accontenta di quei momenti di relax "mordi e fuggi", da fine settimana, in località non troppo lontane da casa, per evitare di spendere molto...ma quest'anno ci si è messo di mezzo pure il clima a rovinare tutto, almeno per noi qui nel Nord di quello che una volta era considerato il Bel Paese. Nemmeno in qualche mezza giornata abbiamo potuto sperare, neppure nei fine settimana...un clima impazzito, anch'esso umiliato dalla nostra irresponsabilità negli anni d'oro della crescita economica, ce lo ha impedito, e abbiamo dovuto accettare a nostra volta l'umiliazione di non poter più nemmeno fare un giorno di vacanza col sereno. Anche a noi, umiliati dal clima e da previsioni meteorologiche spesso fuorvianti, Maria riapre oggi le porte della speranza: "Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili".

Ma in questo Ferragosto, c'è stata un'altra umiliazione che - leggendo le pagine dei giornali - abbiamo dovuto subire, questa volta da parte dei potenti che, dai loro troni, proprio non ne vogliono sapere di essere rovesciati. Sì, perché i "vip", quelli veri e quelli costruiti, vecchi o nuovi ricchi che essi siano, in barba alla mancanza di lavoro e alla conseguente impossibilità a fare vacanze, sfidando quasi anche il meteo, alla ricerca di mare e sole perenne anche dove non c'è, mai come quest'anno si sono permessi di continuare a organizzare il Ferragosto più "glamour", più "fashion" (sì, perché loro non sanno più dirlo nella loro lingua materna), quasi a rinfacciare a tutti noi che siamo dei miseri impoveriti e che non ci possiamo permettere quello che a essi è permesso. E così, si affittano un hotel intero per tre giorni per stare con i loro amici in tranquillità, "comprando" pure le spiagge di una delle più belle isole del Sud Italia per evitare di essere disturbati; si fanno aprire i locali ben oltre l'orario di chiusura per fare il loro shopping a prezzi scontati (che coraggio...) o per una cena ormai all'ora... della colazione; si siedono ai tavolini di un bar occupandoli completamente con le loro guardie del corpo, quasi fossero essi stessi d'oro. Tant'è, l'arroganza dei potenti non conosce crisi, e arriva a colpire anche settori della società (come lo sport, l'arte e lo spettacolo) dove avremmo sperato che a prevalere fossero l'eccellenza, i meriti e le doti umane, non la tracotanza e la cafoneria.

Ma c'è sempre anche tra i poveri chi li giustifica, chi dice "Fanno bene, se lo possono permettere perché hanno i soldi, e quindi lo facciano". Avere i soldi non giustifica mai l'arroganza, perché la ricchezza ostentata e umiliante non è mai giustificata. Una ricchezza iniquamente distribuita e discriminante non avrà mai il valore di una povertà equa: equa, sì, perché condivisa tra tutti e quindi meno pesante. Certo, questa logica il mondo non la vuole accettare, perché chi ha soldi ne vuole sempre di più, e chi non li ha, desidera averne tanti come quello che li ha.

Ma la logica del Vangelo è un'altra, è quella di Maria: "Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote". Oggi siamo qui ad esaltare questa logica; oggi siamo qui a dire che un mondo più equo è possibile; oggi siamo qui a dare un momento di gloria a tutti gli umiliati della terra.

Grazie a te, Maria, Vergine Madre Figlia del tuo Figlio, umile e alta più che creatura: grazie, per averci fatto comprendere, con la tua stessa vita, che è meglio essere poveri ed umiliati, figli prediletti di Dio, che ricchi ed arroganti, talmente pieni di sé da non avere più nemmeno il minimo spazio per lui.

 

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