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TESTO Commento su Marco 12,41-44

don Michele Cerutti

X domenica dopo Pentecoste (Anno A) (17/08/2014)

Vangelo: Mc 12,41-44 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 12,41-44

41Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. 42Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. 43Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. 44Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».

Siamo vicini al momento della Passione e Gesù è continuamente bersagliato dagli scribi, farisei e sadducei, detentori della Legge che sono sempre ad aspettare il passo falso per sbugiardarlo e condannarlo. Su di loro Gesù ha appena lanciato una invettiva in cui si afferma: "Guardatevi dagli scribi e dai farisei che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove ostentano lunghe preghiere". Gesù accusa scribi e farisei di ostentazione e sfruttamento vedove.

La generosità di una vedova che mette nel tesoro del tempio pochi spiccioli sembra rincuorarlo. C'è un gran via vai di persone che gettano tanti soldi e grossi pezzi, ma quei soldi sono il tutto di quella donna vedova che non godrà della riversibilità del marito e dovrà provvedere a tutto. Gesù contrariamente all'opinione diffusa non si sofferma davanti alla generosità dei ricchi che in valore assoluto mettono molto, ma guarda quello che ai nostri occhi può sembrare insignificante quei pochi centesimi che sono veramente il tutto di quella vedova. Gesù la esalta davanti ai discepoli. Quei soldi servono per sostenere i più bisognosi. Una grande lezione ci offre la vedova: bando a tutte le nostre "pidocchierie" nei confronti del Signore.

La Parola di Dio ci esorta a essere cristiani che si interrogano su come sta andando il nostro rapporto con il Signore e come questo si concretizza nel rapporto con i fratelli.

Ci impegniamo a dar di più nei confronti di Dio? La preghiera rimane un piccolo francobollo della giornata o intensifichiamo la nostra intimità con lui? Nei confronti dei fratelli che sono in cammino e in particolare i più deboli mettiamo a disposizione le nostre risorse economiche e temporali?

Sono domande che dovrebbero accompagnarci in questo scampoli di ferie che giungono ormai al termine. Le risposte servono per migliorare e riprendere il cammino nella quotidianità non trascurando il rapporto con il Signore e con i fratelli più bisognosi.

Mentre la liturgia in particolare nella prima lettura ci esalta la grande costruzione del tempio ad opera di Salomone noi siamo invitati a riscoprire le membra più sofferenti della Chiesa. Occorre mettere a disposizione più energie per i poveri, gli esclusi e gli emarginati. Occorre essere cristiani che coinvolgono tutte le nostre forze senza resistenza si mettono in cammino e annunciano con esemplarità la loro appartenenza.

La vedova mettendo a disposizione tutto quello che aveva per metterlo a disposizione per i poveri ci insegna la responsabilità collegata per una fede che chiede di essere vissuta non a singhiozzo.

Abbiamo contemplato la Vergine Maria nella Solennità dell'Assunta e ci prepariamo alla Memoria di Maria Regina del cielo e della terra. Lei, è la donna a cui il Figlio ha donato ciascuno di noi. Ella ci dà un grande esempio nel suo Sì incondizionato a vinto ogni paura. Nel servizio alla cugina Elisabetta si è spesa tutta rimanendo fino al concepimento ad assistere colei che in età anziana attendeva un Figlio.

A questa scuola di Parola e di carità, spesa coinvolgendosi totalmente, Maria riesce a essere accorta anche delle difficoltà alle nozze di Cana con quello sguardo suo tipico che la rende attenta a 360° di tutte le necessità. Rivolgiamoci a Lei per crescere in una fede di abbandono e servizio totale senza riserve.

 

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