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TESTO Commento su 1Cor 15,20-27a

Monastero Domenicano Matris Domini  

Assunzione della Beata Vergine Maria (Messa del Giorno) (15/08/2014)

Brano biblico: 1Cor 15,20-27a Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 1,39-56

39In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. 40Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo 42ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? 44Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. 45E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

46Allora Maria disse:

«L’anima mia magnifica il Signore
47e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
48perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

49

Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;

50

di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.

51

Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;

52

ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;

53

ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.

54

Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,

55

come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».

56Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

Collocazione del brano
Maria è stata assunta in cielo corpo e anima, cioè con tutto il suo essere è già partecipe della risurrezione dei morti che aspetta tutti noi, senza aver subito la corruzione del corpo di carne. Per questo motivo la Chiesa ha scelto come seconda lettura questo brano della lettera ai Corinti, in cui Paolo mette in chiaro come avverrà la resurrezione dei morti. I cristiani di Corinto infatti avevano assunto un'interpretazione tutta loro della risurrezione di Cristo: in forza della loro professione di fede pensavano di partecipare già spiritualmente alla salvezza cristiana. Il momento della morte era visto per loro come il passaggio definitivo verso questa situazione di pienezza. Escludevano così la risurrezione futura promessa invece dalla predicazione di Paolo e dal Vangelo. Nel capitolo 15 della sua lettera Paolo mette in chiaro la situazione: Cristo è davvero risorto ed è stato il primo. Poi risorgeranno tutti coloro che gli appartengono ed egli riconsegnerà il suo regno a Dio Padre. Se Cristo è il primo di coloro che risorgono dai morti, Maria è la seconda e con la sua assunzione al cielo ci ricorda il destino di gloria e di felicità che attende tutti noi dopo la prova della morte.
Lectio
20 Cristo invece è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti.
Paolo nel capitolo 15 esordisce ricordando le obiezioni fondamentali dei Corinti riguardo la risurrezione dei morti e utilizzando un argomento per assurdo ricorda loro che se non si ammette la risurrezione dei morti, nemmeno Cristo è morto e quindi vana è la nostra fede e la predicazione di Paolo non ha alcun senso. Dopo di ciò afferma la verità della risurrezione di Cristo. Ecco il motivo di quell'invece. Invece Cristo è davvero risorto dai morti, e non è stato un fatto sporadico, eccezionale: egli è la primizia di coloro che sono morti, cioè il primo di una lunga serie. La primizia infatti era il primo frutto del raccolto, il primo capo di bestiame nato all'inizio della stagione. Questi primi frutti venivano presentati al Tempio in segno di riconoscenza al Signore, ma venivano seguiti dalle altre offerte. Così Cristo è la primizia dei risorti e tutti coloro che credono in Lui, in forza di Lui otterranno il dono della risurrezione.
21 Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. 22 Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita.
Paolo rafforza la sua affermazione con un paragone. Secondo la teologia giudaica la morte era entrata nel mondo a causa del peccato di Adamo. Paolo costruisce un parallelismo: se la morte è entrata a causa di un uomo, anche la risurrezione entrerà nell'esperienza umana per mezzo di un uomo. Così se Adamo è stato motivo di morte, Cristo è motivo di resurrezione dai morti.
23 Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo.
Paolo compie qui un allargamento di orizzonte. La risurrezione dai morti di tutti coloro che credono in Cristo avverrà in una situazione ben precisa: il ritorno di Cristo nella gloria (Parusia).
Quando tornerà alla fine dei tempi richiamerà dalla morte e dalle tenebre tutti coloro che gli appartengono.
24 Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza.
La sua venuta nella gloria sarà anche il momento in cui Egli trionferà sopra ogni male e sopra ogni potenza che gli è avversa. I Principati e le Potenze vengono ricordati spesso nelle lettere di Paolo, sono le creature angeliche che nel mondo precristiano governano l'universo fisico (cf. Gal 3,19 e Col 2,15). Talvolta, come in questo caso, sono considerate concorrenti nei confronti di Dio, soprattutto perché vi erano delle correnti religiose che gli tributavano un certo culto. Il Regno di Dio è apparso sulla terra con l'incarnazione di Cristo, ma si manifesterà pienamente solo alla sua venuta finale, quando sarà libero dalle minacce di tutti i suoi nemici. Allora Cristo lo consegnerà al Padre e la sua missione sarà compiuta.
25 È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi.
C'è una lotta in atto, Cristo deve porre tutti i suoi nemici sotto i suoi piedi. Si cita qui il salmo 110,1. Quel è necessario è il disegno divino preannunciato nell'Antico Testamento e che si realizza in Cristo. Trova qui spazio il primo annuncio di salvezza che si trova in Genesi 1,15: tra le maledizioni lanciate al serpente Dio ricorda che vi sarà inimicizia tra lui e la donna, tra le loro stirpi. La stirpe della donna avrebbe schiacciato la testa al serpente. Qui si leggono in filigrana le figure di Maria e di Gesù Cristo.
26 L'ultimo nemico a essere annientato sarà la morte, 27 perché ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi.
Tutti i nemici di Dio saranno sottomessi a Cristo, l'ultimo sarà la morte, poiché Egli alla sua venuta chiamerà dai sepolcri tutti i suoi fedeli. Tutto sarà ricapitolato da Cristo e tutti coloro che lo hanno riconosciuto come Signore della loro vita gioiranno per sempre nella partecipazione al suo Regno di giustizia e di pace. E' questa la nostra speranza, la nostra fede che va al di là della morte, e Maria ne è già partecipe.

Meditiamo
- Qual è il mio pensiero riguardo la morte e la risurrezione dai morti? Ci penso mai?
- Come tratto il mio corpo?
- Quali sono i nemici di Cristo di cui anche io sperimento la presenza nella mia vita?

 

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