TESTO Commento su Luca 1,39-56
Assunzione della Beata Vergine Maria (Messa del Giorno) (15/08/2014)
Vangelo: Lc 1,39-56

39In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. 40Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo 42ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? 44Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. 45E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
46Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
47e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
48perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
56Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
Due donne gravide s'incontrano e si raccontano la storia in chiave di felicità ed esaltazione di Dio. Tutto in un saluto nato da un gesto d'amore di una donna, un viaggio fatto in fretta per amore verso un'altra. L'amore di Dio porta a quello per il prossimo. Maria è partita per dire bene; a noi capita il contrario.
Le donne li portano dentro, ma sono i due bambini a modificare l'identità delle madri. Una addirittura è detta Madre del Signore, Madre di Dio. È la prima volta che lo si dice di Maria e lo sarà per sempre. Perché ha creduto nel compimento delle parole dette a lei; un adempimento molto personale.
"Maria si alzò e andò". È il verbo della resurrezione, per questo il suo saluto è pasquale, porta gioia e anche il bambino di Elisabetta lo avverte ed esulta. In Elisabetta e nel suo bambino c'è tutta l'umanità che aspetta di essere visitata. Tra le due donne c'è uno scambio, sono tutte due importanti, come ogni incontro di carità c'è la reciprocità di lavarsi i piedi, di abbracciarsi.
È una donna, la sposa, che pronuncia il cantico e la prima frase, "l'anima mia magnifica il Signore", lo spiega. "Magnificare" significa "far grande"; non Dio in sé è "fatto grande", ma la sua presenza in noi. Lo dirà anche Giovanni Battista: io devo diminuire e lui deve crescere!
Il canto di Maria non è una profezia nel senso di preveggenza. La storia, infatti, raramente ha mostrato il rovesciamento dei potenti a favore degli umili o la sazietà degli affamati dinanzi alle mani vuote dei ricchi. Maria, usando solo la Parola di Dio, legge la storia con gli occhi di Dio; Maria interpreta e vive quello che le succede secondo la Parola e col suo canto porta la Parola anche a Elisabetta. Questo dobbiamo imparare a fare anche noi.
Sull'umiltà di Maria, Dio ha compiuto grandi cose. Per questo le future generazioni la chiameranno beata. Tutte le beatitudini sono raccolte nella beatitudine che descrive la persona e l'esistenza della Madre di Dio: immacolata e assunta in cielo. Maria è la "Beata", la "piena di grazia", la sintesi e la pienezza di tutta la Parola che Dio ha donato al suo Popolo. E perché ha creduto, Maria è veramente l'arca della Nuova Alleanza.