TESTO Commento su Marco 2,1-12
IX domenica dopo Pentecoste (Anno A) (10/08/2014)
Vangelo: Mc 2,1-12
1Entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa 2e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola.
3Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. 4Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. 5Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati».
6Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: 7«Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». 8E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? 9Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”? 10Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, 11dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua». 12Quello si alzò e subito presa la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».
Dio l'Onnipotente è sempre sorprendente. Egli sa commuoversi davanti al nostro pentimento anche se il peccato che abbiamo commesso è grande.
Si racconta che San Luigi Orione, in occasione di una predicazione in una parrocchia esortando al pentimento e al Sacramento della Confessione, affermò che il Signore perdona anche quando il peccato fosse aver avvelenato il piatto della propria madre. In stazione, per rientrare a casa, trovò un uomo che disse: "Tu hai parlato di me". Orione rispose: "Non ti conosco". Il tale disse: "Sono io colui che ha messo il veleno nel piatto della madre". Quella persona confessò i suoi peccati.
Anche oggi il Signore ci insegna con il pentimento di Davide, che ha ucciso Uria per avere la moglie e coprire il peccato di adulterio, che il Signore che sembrava adirato si impietosisce davanti a questo uomo pentito.
Non abbiate paura perché Dio continua a perdonare. Come diceva Papa Francesco all'inizio del suo pontificato siamo noi che ci stanchiamo di chiedere perdono e forse, permettetemi di aggiungere, ci stanchiamo di perdonarci tra fratelli. Dio è misericordia e questa misericordia la esprime Cristo che è l'irradiazione del volto del Padre. Riscoprire la misericordia è sicuramente importante per ravvivare la fede. Gesù ci dà una lezione importante nel brano evangelico che oggi siamo invitati a meditare.
A Cafarnao Gesù mostra il suo procedere instancabile e la tanta gente cerca in tutti i modi di essere guarita da malattie e infermità. Per permettere a un paralitico di toccare Gesù i familiari del malato scoperchiano il tetto di una casa per portarlo ai suoi piedi; anche noi scoperchiamo il tetto quando, con la nostra preghiera, portiamo davanti al Signore i nostri malati.
Non stanchiamoci mai di insistere in questa preghiera. Gesù guarisce il paralitico ma, tra la meraviglia di tutti, intende porgere attenzione a un'altra guarigione che è sicuramente più importante: la salute dell'anima sciogliendo i peccati. Non è insensibile Gesù alla sofferenza fisica, ma sa che il male più grande è il peccato. Pensiamo alla dimensione della cura d'anima in una società sempre presa dal benessere fisico. Frase ricorrente: "Finché c'è la salute". Non è sufficiente: la salvezza dell'anima deve trovare il primo posto.
Sempre di più viene a perdersi il senso del peccato. Desolante il confessionale quanti affermano accostandosi al sacerdote: "Io non ho peccati". Questa è una mancanza di attenzione e mancanza di esame di coscienza. La propria coscienza, sono sempre più convinto, si forma a scuola della Parola di Dio. Solo alla luce di Cristo che ci parla nella storia della salvezza troviamo la grazia di scoprire le nostre colpe e i nostri limiti fiduciosi del perdono di Dio che non viene mai meno.
Concludo facendomi aiutare da Papa Francesco, nell'Angelus del 25 agosto 2013, ha affermato:
«Qualcuno di voi forse potrà dirmi: ‘Ma, padre, sicuramente io sono escluso perché sono un gran peccatore: ho fatto cose brutte, ne ho fatte tante, nella vita...'. No: non sei escluso! Precisamente per questo sei il preferito, perché Gesù preferisce il peccatore, sempre. Per perdonarlo, per amarlo... Gesù ti sta aspettando per abbracciarti, per perdonarti...». Ma c'è una condizione riconoscere il peccato, chiedere perdono. «Non avere paura: Lui ti aspetta. Animati, fatti coraggio per entrare per la sua porta». A qualcuno, forse a qualche grande peccatore, l'entrata per la porta della salvezza è preclusa? No, ha risposto il Papa. «Tutti sono invitati a varcare questa porta, a varcare la porta della fede, ad entrare nella sua vita, e a farlo entrare nella nostra vita, perché Lui la trasformi, la rinnovi, le doni gioia piena e duratura».
Facciamoci aiutare in questo periodo di preparazione alla solennità dell'Assunta dalla Vergine Madre. Lei conosce ciò di cui abbiamo bisogno perché l'incontro con il Figlio avvenga con un cuore puro e integro.