PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Commento su 2 Tm, 4,1-8

Monastero Domenicano Matris Domini  

S. Domenico (08/08/2014)

Brano biblico: 2 Tm, 4,1-8 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 5,13-16

13Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.

14Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, 15né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. 16Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli.

Collocazione del brano
Queste parole che Paolo, in prigione e vicino alla morte, affida al suo caro discepolo Timoteo, vengono giustamente considerate il suo testamento spirituale. Egli dunque raccomanda a Timoteo di continuare ad annunciare il Vangelo, nonostante le nuvole minacciose che si presentano all'orizzonte. Paolo traccia poi un piccolo bilancio della propria vita, contento di quanto ha potuto fare per il Signore e per l'annuncio della Sua Parola.
Questo brano può essere considerato un vademecum per quanti appartengono all'Ordine dei Predicatori e una chiave di interpretazione per la figura e le opere di san Domenico.
Lectio
1 Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù, che verrà a giudicare i vivi e i morti, per la sua manifestazione e il suo regno:
Paolo nei versetti precedenti aveva esortato Timoteo a rimanere fermo nella fede che aveva ricevuto dalle donne della sua famiglia. Continua qui le sue esortazioni in toni accorati, lo scongiura, utilizzando espressioni tratte dal credo. Si tratta di una delle affermazioni più importanti della fede cristiana. Gesù verrà a giudicare i vivi e i morti. Timoteo nel momento del giudizio dovrà rendere conto se ha compiuto o meno quanto Paolo gli ha scongiurato di fare.
2 annuncia la Parola, insisti al momento opportuno e non opportuno, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e insegnamento.
Il momento è solenne, ciò che Paolo raccomanda è importante e viene espresso con l'incalzare di nove imperativi in poche righe. Timoteo deve annunciare la Parola in ogni situazione, non rinunciare mai alla sua missione di predicatore e di maestro. Deve richiamare coloro che stanno andando per vie sbagliate, arrivare anche a rimproverarli. Deve rinvigorire quelli che sono un po' fiacchi, deve darsi da fare perché la Parola, la Scrittura possa produrre i suoi frutti in quelli che lo ascoltano, perché divengano uomini e donne completi, pronti per ogni opera buona. Queste attività vanno fatte con le caratteristiche proprie del pastore: la grandezza d'animo, che lo porta ad agire con bontà e lungimiranza, e la solidità della sua preparazione dottrinale, perché non guidi il popolo su vie sbagliate.
3 Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, pur di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo i propri capricci, 4rifiutando di dare ascolto alla verità per perdersi dietro alle favole.
Questo riferimento al futuro in realtà è un artificio retorico, caro alla letteratura apocalittica. In realtà ciò che Paolo descrive sta già avvenendo, è sempre avvenuto e si adatta anche alla situazione di tutti i cristiani che leggeranno queste righe. Infatti già nell'Antico Testamento vi erano falsi maestri che annunciavano ciò che la gente gradiva sentirsi dire (es. Mic 3,5, Ez 13,1-2). Anche Paolo aveva visto come ad Atene il passatempo più amato era quello di parlare e di sentire parlare (At 17,21b). Quando non c'è una ricerca religiosa seria e sincera, l'annuncio cristiano si riduce a un'accademia culturale o una chiacchiera da salotto. Sono queste le favole di cui si parla in questo versetto. E' questo il rischio che si può correre in ogni epoca.
5 Tu però vigila attentamente, sopporta le sofferenze, compi la tua opera di annunciatore del Vangelo, adempi il tuo ministero.
Il pastore del popolo di Dio però non può rimanere invischiato nelle lunghe discussioni che girano a vuoto. Il suo impegno è decisivo. Egli deve vigilare attentamente per saper discernere tra ciò che è giusto e le mode passeggere. Non deve risparmiarsi la fatica e la sofferenza pur di compiere adeguatamente il suo incarico, cioè quello di annunciare il Vangelo, di realizzare il servizio che gli è stato affidato.
6 Io infatti sto già per essere versato in offerta ed è giunto il momento che io lasci questa vita.
Ora san Paolo passa a parlare di se stesso. E' in catene e sente che la sua morte è ormai vicina. Utilizzando dei simboli religiosi interpreta questa morte come una liturgia, una cerimonia di sacrificio, come quella che veniva fatta i vegetali e gli animali nel tempio di Gerusalemme. Si offre in sacrificio al Signore con piena consapevolezza. E' un martire e la sua morte ha valore di sacrificio espiatorio.
7 Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede.
Getta uno sguardo al suo passato e si trova contento di ciò che ha compiuto. Come un bravo soldato è stato fedele nella lotta, come un prestante atleta è arrivato fino in fondo nella sua corsa. Ma la cosa più importante è che ha mantenuto la fede in Dio. Si presenta come modello di quelle virtù che in 1Tm 6,12 e 2Tm 2,5 aveva indicato a Timoteo.
8 Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerà in quel giorno; non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione.
Ora lo sguardo si volge al futuro, al podio e al premio che riceverà per essere stato un valente guerriero/sportivo: la corona di rami di alloro o di sempreverde intrecciati. La corona per l'ambiente greco-ellenistico era simbolo di onore, gioia, immortalità e trionfo. La specificazione corona di giustizia aggiunge a questo simbolo un valore teologico, non tanto un merito dell'atleta, ma la giustizia di Dio che lo ha reso giusto. E' una corona che attende tutti coloro che si sono impegnati senza riserve per collaborare al suo progetto di salvezza. I cristiani sono qui definiti come coloro che vivono nell'attesa della gloriosa manifestazione del Signore. Sono innamorati di Lui e restano in continua attesa del suo apparire come Signore della storia.

Meditiamo
- Sento la responsabilità anche io di insegnare ammonire sostenere gli altri nel cammino della fede?
- Posso dire che anche io sto combattendo la buona battaglia, sto correndo la corsa della fede?
- Sto attendendo con amore la manifestazione di Gesù, non solo alla fine dei tempi, ma anche nella mia vita quotidiana?

 

Ricerca avanzata  (54034 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: