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TESTO Commento su Rm 8,9.11-13

Monastero Domenicano Matris Domini  

XIV Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (06/07/2014)

Brano biblico: Rm 8,9.11-13 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 11,25-30

In quel tempo Gesù disse: 25«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. 26Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. 27Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.

28Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. 29Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. 30Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Collocazione del brano
Riprendiamo il tempo ordinario, che ci propone la lettera ai Romani. E' la lettera più lunga e più articolata e non è legata a particolari questioni, come invece ad esempio la lettera ai Corinti. Molto probabilmente si tratta di un piccolo trattato teologico che Paolo aveva mandato alla comunità di Roma per presentare se stesso, in vista di un suo viaggio nella città eterna. Roma, con la sua comunità già abbastanza organizzata, sarebbe stata un punto di appoggio per la missione che Paolo intendeva condurre in Spagna.
La nostra lettura comincia al capitolo 8. Paolo dopo aver affermato che giudei e pagani sono posti sullo stesso piano davanti alla croce di Cristo, parla della vita del credente, che non è più sotto il dominio della carne e delle sue passioni, ma vive grazie alla presenza dello Spirito nella sua vita.
Lectio
9 Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene.
Il capitolo 8 porta a compimento la contrapposizione tra carne e Spirito, tra la legge della morte e quella che dà la vita, tra le persone che si lasciano dominare dalla carne, cioè dal proprio corpo e dalle sue passioni disordinate, e invece coloro che seguono la legge dello Spirito. Al v. 9 ricorda ai cristiani di Roma che essi, in forza della loro fede e del loro battesimo, non sono sotto il dominio della carne ma dello Spirito, visto che sono diventati dimora dello Spirito. Inoltre, poiché essi hanno lo Spirito di Cristo, appartengono a Lui.
11 E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.
Questa appartenenza a Gesù permette di divenire dimora dello Spirito. Si tratta dello Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti, quindi dona la vita eterna, la vita piena, gioia senza fine anche a coloro che lo accolgono. E' una promessa di vita piena, ora e alla fine dei tempi.
12 Così dunque, fratelli, noi siamo debitori non verso la carne, per vivere secondo i desideri carnali,
Quindi i cristiani non sono più obbligati a vivere nella schiavitù dei desideri della carne, come quando non conoscevano Cristo. Non c'è più debito verso la situazione C'è uno stile nuovo, un nuovo modo di considerare il proprio corpo, in modo ordinato, senza diventarne schiavi.
13 perché, se vivete secondo la carne, morirete. Se, invece, mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, vivrete.
Vivere seguendo le passioni del proprio corpo, le opere della carne che sostanzialmente si possono ricondurre alla ricerca del piacere e del proprio interesse, non può fare altro che portare alla morte, fisica ma anche spirituale, cioè all'abbruttimento, all'appiattimento della persona. Chi ha aderito a Gesù e porta in sé lo Spirito rinuncia a questo stile di vita, vive il proprio corpo in ordine alla legge dello Spirito e può davvero vivere in pienezza la sua condizione umana.

Meditiamo
- Quali sono per me le "opere della carne"?
- Mi sono mai sentito morto al peccato?
- Mi sento di appartenere a Cristo?

 

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