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TESTO Commento su 1Pt 3,15-18

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VI Domenica di Pasqua (Anno A) (25/05/2014)

Brano biblico: 1Pt 3,15-18 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 14,15-21

15Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, 17lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. 18Non vi lascerò orfani: verrò da voi. 19Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. 20In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. 21Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».

Collocazione del brano
Nella domenica che precede l'Assunzione termina la nostra lettura della prima lettera di San Pietro apostolo. In realtà ci sarebbero ancora due capitoli (4-5) in cui continuano le esortazioni dell'apostolo ai suoi destinatari. Un brano (1Pt 4,13-16) si legge nella 7a domenica di Pasqua, in quelle regioni in cui l'Assunzione viene celebrata ancora il giovedì.
Il brano che leggiamo in questa domenica segue le raccomandazioni riguardanti la vita in famiglia e nella comunità cristiana. Pietro parla poi dell'atteggiamento che i credenti devono avere in caso di persecuzione. Nel caso in cui essi debbano soffrire a causa della loro fede si dovranno considerare beati. Li esorta perciò a non aver paura e di continuare ad adorare il Signore. Seguono poi le raccomandazioni che analizziamo qui sotto.
Lectio
15 Adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi.
I cristiani sono chiamati a mantenere viva l'adorazione e il desiderio di amare Cristo, qualunque cosa accada, anzi essi devono mantenersi sempre pronti a spiegare agli altri in cosa consista la loro fede e la loro speranza. I primi cristiani venivano infatti portati in tribunale e chiamati a spiegare in cosa consistesse la loro fede.
16 Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza, perché, nel momento stesso in cui si parla male di voi, rimangano svergognati quelli che malignano sulla vostra buona condotta in Cristo.
Essi però non sono chiamati a fare crociate e a forzare anche altri ad avere la fede che essi hanno.
La testimonianza di Cristo va fatta con dolcezza (praytes). Questo termine viene tradotto anche con mitezza e ricorre nei brani che parlano di Gesù come "re pacifico, mite, che cavalca un asina" (Mt 21,5, che riprende con lo stesso termine la profezia di Zc 9,9 nella versione greca). La praytes è dunque il coraggio del servizio e della testimonianza con rinuncia alla violenza. Sono le opere e la buona condotta dei cristiani che devono convincere i loro nemici, non l'uso della forza.
17 Se questa infatti è la volontà di Dio, è meglio soffrire operando il bene che facendo il male, 18 perché anche Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nel corpo, ma reso vivo nello spirito.
Questo insegnamento è uno dei più caratteristici del cristianesimo ma va retto correttamente. La sofferenza in sé non è da cercare, ma può essere bene accetta quando non si è fatto niente di male per meritarla. Tale accoglienza si può vivere però solo se si guarda all'esempio di Cristo, che ha scelto liberamente la sofferenza per ricondurre a Dio tutta l'umanità che si era perduta a causa del peccato. Egli era giusto, ma è stato messo a morte per gli ingiusti. E' morto perché partecipe della condizione umana, ma è stato risuscitato in forza della sua natura divina. Solo nella fede in Lui i cristiani possono sopportare le sofferenze della persecuzione.

Meditiamo
- Ho sopportato anche io qualche persecuzione a causa della mi fede? Come mi sono comportato?
- Sono capace di rendere ragione della speranza che è in me?
- Sono capace di dare la mia testimonianza di fede con dolcezza?

 

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