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TESTO Commento su Matteo 13,24-43

Gaetano Salvati

XVI Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (20/07/2014)

Vangelo: Mt 13,24-43 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù 24espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. 25Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. 26Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. 27Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. 28Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. 29“No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. 30Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponételo nel mio granaio”».

31Espose loro un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. 32Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami».

33Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».

34Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, 35perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta:

Aprirò la mia bocca con parabole,

proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo.

36Poi congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». 37Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. 38Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno 39e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. 40Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. 41Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità 42e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. 43Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!

Forma breve (Mt 13,24-30):

In quel tempo, Gesù 24espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. 25Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. 26Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. 27Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. 28Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. 29“No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. 30Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponételo nel mio granaio”».

Anche questa domenica continua l'insegnamento in parabole, e "alla folla" il Maestro ne espone tre, importanti e decisive per il nostro cammino di fede.

Nella prima (Mt 13,24-30) si tratta della sorte del seme, la parola di Gesù, la cui crescita è contrastata da vari impedimenti: l'ostacolo è costituito dall'azione del nemico (v.25) che semina in mezzo al grano la zizzania, un'erbaccia dalle radici robuste che si avvinghia a quelle del frumento. Per non danneggiare il buon seme, non veniva estirpata prima della mietitura. Solo allora era possibile separare il grano dalla zizzania. Il punto centrale della parabola riguarda la possibile coesistenza fra il grano e la zizzania: nonostante la presenza del male nel mondo, Dio, in Gesù di Nazaret, attua il Suo disegno di salvezza. In effetti, Gesù si rivolge a tutti, buoni e peccatori, e attraverso la sua azione, Dio sparge il seme buono nei cuori di ciascuno e lo fa crescere; a Lui solo spetta separarlo dalla zizzania alla fine dei tempi. Nella semina sembra che la Parola sia soffocata dall'azione del nemico; in realtà ora non è il momento della mietitura, ma della pazienza, della tolleranza: quando arriverà il giudizio finale, avrà luogo la separazione fra i giusti e i malvagi. Quest'ultima rilettura può essere accostata al tempo della Chiesa. Essa non è una comunità di puri, ma una realtà mista, in cui convivono buoni e cattivi. Anzi, non è possibile tracciare una linea di confine fra i due gruppi, poiché il male e il bene coesistono nel singolo credente. Il giudizio appartiene a Dio e il credente è tenuto a imitare la Sua bontà, attendendo con pazienza, tolleranza, il momento in cui il male verrà separato definitivamente dal bene. Dunque, dalla parabola emerge una lezione importante: bisogna nutrire la massima fiducia nella Parola e nell'azione di Dio, come nell'efficacia dell'annuncio del vangelo, nonostante la presenza del male nel mondo.

La seconda parabola (vv.31-32) forma una coppia con quella seguente del lievito (v.33). Sia il seme di senape che il lievito si riferiscono al ministero di Gesù, che appariva insignificante, e l'effetto, la grandezza dell'arbusto e l'enorme quantità di pasta lievitata, che tale ministero avrebbe avuto nel mondo. Però il senso di queste due parabole non si riferisce all'estensione progressiva della Chiesa, quanto piuttosto alla vitalità del vangelo e alla testimonianza della regalità di Dio annunciata dai missionari della Parola.

Nella seconda parte del discorso in parabole (vv.36-43) Gesù si rivolge solamente ai discepoli. Il Signore Gesù spiega loro la parabola della zizzania. Mentre la parabola era focalizzata sul rinvio della separazione dei buoni dai cattivi nel giorno del giudizio, la spiegazione si riferisce alla loro sorte finale. Il Maestro intende scuoterci dal torpore del peccato, prospettando la sorte che attende i peccatori con la dannazione eterna. Spetta a noi credenti, inseriti con il battesimo tra i figli del regno, assumere il dinamismo missionario del vangelo. Amen.

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