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TESTO Commento su Is 55,10-11; Rm 8,18-23, Mt 13,1-23

CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie)  

XV Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (13/07/2014)

Vangelo: Is 55,10-11|Rm 8,18-23|Mt 13,1-23 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 13,1-23

1Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. 2Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.

3Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. 4Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. 5Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, 6ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. 7Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. 8Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. 9Chi ha orecchi, ascolti».

10Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». 11Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. 12Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. 13Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono. 14Così si compie per loro la profezia di Isaia che dice:

Udrete, sì, ma non comprenderete,

guarderete, sì, ma non vedrete.

15Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile,

sono diventati duri di orecchi

e hanno chiuso gli occhi,

perché non vedano con gli occhi,

non ascoltino con gli orecchi

e non comprendano con il cuore

e non si convertano e io li guarisca!

16Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. 17In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!

18Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. 19Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. 20Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, 21ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. 22Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. 23Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».

Forma breve (Mt 13,1-9):

1Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. 2Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.

3Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. 4Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. 5Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, 6ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. 7Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. 8Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. 9Chi ha orecchi, ascolti».

Isaia 55, 10-11
In questa lettura il Profeta Isaia sottolinea come la Parola di Dio è comparata al ciclo naturale della pioggia e della neve. Questo processo nasce dall'evaporazione e dalla successiva formazione delle nuvole, che si tramutano in pioggia o neve e, scendendo, bagnano e rendono fertile la terra. Così è la Parola di Dio, è ciclo vitale e capace, scendendo dall'alto, di rendere fertile la nostra vita e di conseguenza rendere fertili altri aspetti della storia umana. L'acqua e la neve fungono da "messaggeri": dopo aver compiuto la loro primaria opera (quella di far germogliare i semi nel terreno) ritornano al cielo con l'evaporazione per ricominciare una nuova trasformazione. La Parola di Dio evita che l'esistenza umana si traduca in terreno secco e sterile: e, come il ciclo dell'acqua non può ricominciare se prima non ha compiuto ciò per cui è nato, così la parola del Signore non tornerà mai a Lui senza aver prima soddisfatto la propria missione.
Romani 8, 18-23
Le sofferenze che patiamo su questa terra saranno ricompensate quando torneremo al Padre, sebbene la gloria che ci sarà rivelata è già in noi, ma ancora nascosta ai nostri occhi. La rivelazione è aspettativa di tutta la "creazione", intesa come tutto ciò che è stato creato, e che partecipa al cammino che il popolo dei credenti sta facendo verso la méta finale. Tutto ciò che è stato creato, però, è stato sottomesso dal peccato, dalla brama del potere, dall'egoismo umano, che ne hanno solo deteriorato, senza mutare, la loro natura. Questa sottomissione non è certamente opera di Dio ma opera del male, ed è l'uomo stesso che diventa "cattivo" nel momento in cui fa prevalere il male al bene. Tutto questo, però, è qualcosa di transitorio, e un giorno terminerà, e tutti i figli di Dio saranno liberati dal peso del peccato, raggiungendo la gloria celeste. Il passaggio dalla caducità delle cose terrene, del peccato, della cecità che spesso ci accompagna, alla redenzione e alla liberazione dal male, osserverà un percorso temporale personale, come del resto è personale la gestazione della donna.
Matteo 13, 1-23
La parabola del seminatore ci mette nella condizione di credere a non disperare mai nella fede in Cristo e nella Sua Parola. Si sa che quando la Parola di Dio arriva ad un cuore puro, trova terreno fertile che darà germogli e frutti; che un cuore velato dal peccato è paragonabile ad un terreno pietroso ma che può essere bonificato, con il sacramento della confessione e del pentimento, e cominciare a dare frutti. Il cuore che non ascolta la Parola del Signore è un cuore freddo, arido, desolante come il deserto e che potrebbe farci pensare alla non possibilità di semina e di raccolto; ma non dobbiamo disperare, anzi, dobbiamo rafforzare la speranza che anche qui, con costanza di interventi e dando la stessa amorevole cura che si dà ad un bambino, qualcosa potrebbe cambiare.
Revisione di vita
- Quale gratificazione potrò avere dal mio impegno al servizio della Parola del Signore?
- Nella nostra vita di coppia, siamo stati terreno fertile, pietroso o arido?
- Quanto la Parola del Signore è stata seme, germoglio e frutto nella nostra vita di coppia?
Esther e Claudio CPM di Pisa

 

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