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TESTO Esame di coscienza per vigilare

don Michele Cerutti

IV domenica dopo Pentecoste (Anno A) (06/07/2014)

Vangelo: Lc 17, 26-30.33 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 17, 26-30.33

26Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: 27mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti. 28Come avvenne anche nei giorni di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; 29ma, nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma, piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece morire tutti. 30Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà.

33Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva.

La preghiera di colletta questa domenica invoca il Padre perché nel rapporto con Lui possiamo crescere togliendo quegli ostacoli che ci impediscono un contatto diretto.

Domenica scorsa la prima lettura, tratta come questa domenica dalla Genesi, ci parlava al termine di quell'albero del giardino di cui l'uomo non doveva cibarsi.

L'uomo spinto dal principe del male ha disobbedito e da quella disobbedienza l'uomo tende a volgere lo sguardo agli idoli che ne limitano la libertà.

Il peccato è entrato nel mondo e la storia della salvezza è segnata dalle continue cadute dell'uomo a cui Dio ha cercato sempre di dare una mano per rialzarsi.

La mano tesa di Dio è stata anche caratterizzata da durezza come possiamo leggere nel brano di oggi. Un diluvio sulla terra perché l'uomo si potesse ravvedere e proseguire con un gruppo di uomini, la famiglia di Noé.

Quel gruppetto di salvati dimostra che Dio vuole salvare il bene anche in mezzo a tanto male.

Lo comprendiamo anche nella nostra vita l'intervento di Dio quando è punitivo serve a liberare nell'uomo quegli aspetti positivi che sono nel cuore dell'uomo e che occorre liberare e mettere alla luce.
Dio non gode della nostra morte ma ci vuole liberi.

Nel Vangelo Gesù ci sforza a volgere il nostro sguardo sulle realtà ultime un esercizio che rileghiamo spesso al periodo forte dell'Avvento, ma che siamo aiutati ad attuare in questo tempo ordinario, forse il tempo climatico che ci richiamo l'Avvento ci può essere di aiuto.

Dobbiamo esercitarci nell'esame di coscienza una pratica entrata in disuso.

L'esame di coscienza è un esercizio necessario per la vera purificazione dell'anima. Infatti un pentimento generico delle proprie colpe, rischia di non scavare profondamente e non è completo se non c'è una visione almeno sufficiente delle colpe stesse. Con tale esame siamo invitati a guardarci in faccia.

L' ascesa nella virtù non si realizza senza un distacco dalle colpe; l'amore di Dio e del prossimo - massimo tra i comandamenti - non si svolge decorosamente senza il cambiamento operato dalla penitenza. Ma questa dipende anche dal sapere «chi siamo», nei più piccoli dettagli.

Si può affermare che l'esame di coscienza rimane ordinariamente il punto di partenza più concreto del cammino verso Dio e verso la vita eterna.

L'esame di coscienza consiste nel richiamare alla memoria quanto si è compiuto di imperfetto o peccaminoso in un certo periodo di tempo. Il male morale è «difformità dalla Legge di Dio» e tale difformità non sta solo nel peccato mortale, bensì anche in quello veniale.

Il richiamo alla memoria non viene fatto nell'esame di coscienza a scopo di pura indagine statistica o di introspezione psicologica, ma al fine di pentirsi per ottenere il perdono dei peccati. Senza dubbio l'esame può rivelare elementi interessanti la conoscenza di se stessi; fine è il perdono da ottenersi dal Signore e del miglioramento della propria vita.

Per raggiungere il suo scopo l'esame di coscienza non può essere frettoloso e superficiale. Se è frettoloso, lascia il quadro incompleto e non afferrare quello che sta nelle pieghe dell'anima e vi prepara ulteriori cadute. Esige dunque un certo sforzo di memoria e di perseverante attenzione e solo in tal modo fornisce il materiale per il miglioramento della vita.

L'esame di coscienza va fatto ogni sera. Allora è presa di cognizione di una giornata, è rilevamento di temperatura spirituale, è allarme, per divenire richiesta sincera di perdono e chiudere onestamente e decorosamente un piccolo capitolo della esistenza.

Tuttavia l'esame quotidiano non basta ad un vero progresso spirituale: deve essere integrato chiaramente da esami periodici riassuntivi, da esami relativi a doveri specifici, da rilevazioni in rapporto al proprio tempo.

L'esame di coscienza costituisce una delle armi più potenti per il progresso spirituale, consigliata e usata dai Santi.Già S. Paolo ammoniva che "se mettessimo sotto giudizio noi stessi, non saremmo messi sotto giudizio da Dio" Dopo di lui i Padri della Chiesa attesero con ogni impegno all'esame di coscienza. S. Girolamo, S. Agostino, S. Giovanni Crisostomo e altri ne parlarono.

S. Gregorio dice chiaramente che "il contrassegno degli eletti è di fare l'esame di coscienza, e indizio di riprovazione il non farlo".S. Bernardo vi dette un forte impulso.

Chi non ricorda l'avvertimento dell'amabile santa italiana Caterina da Siena: "Entra nella cella del conoscimento di te"? S. Ignazio di Loyola si esaminava ogni ora su quanto aveva pensato, detto, operato; segnava le sue mancanze ogni giorno sopra un quadernuccio, che fu trovato sotto il guanciale, dopo la sua morte. Egli diresse i primi discepoli con l'esame di coscienza e l'uso dei sacramenti; insistendo sulla purificazione interiore, in vista dell'unione con Dio, insegnava che la malattia o qualche necessità, possono dispensare perfino dall'orazione, dalla Messa, dall'Ufficio, ma non dagli esami di coscienza.

Con l'impiego di questo mezzo, usato per ventidue anni, S. Francesco di Sales riuscì a correggere il suo carattere collerico, e ad acquistare una meravigliosa dolcezza.

Il Servo di Dio Frère Exupérien delle Scuole Cristiane, venticinque anni prima della morte, si era obbligato con voto a fare tutti i giorni il suo esame particolare

S. Teresa del Bambino Gesù dice che, all'età di quattro anni, dopo esserle morta la madre, tutte le sere chiedeva alla sorella Paolina che la metteva a letto: "Sono stata buona, oggi? Il Signore è contento di me? E gli Angeli, mi voleranno intorno?" Ecco un significativo indizio di esame di coscienza, come già lo presentiva un anima, favorita da specialissime grazie di predilezione.

Pratichiamo con più frequenza questa pratica e chiediamo l'umiltà per perseverare nella pratica.

 

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