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TESTO I santi Apostoli, fondamento della fede e della Chiesa

don Roberto Rossi  

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Santi Pietro e Paolo Apostoli (Messa del Giorno) (29/06/2014)

Vangelo: Mt 16,13-19 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 16,13-19

13Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». 14Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». 15Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». 16Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 17E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. 18E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. 19A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

Questa domenica ci porta a celebrare quello che sempre ricordiamo il 29 giugno: la solennità dei Santi Pietro e Paolo, colonne e fondamento della fede cristiana e della Chiesa. Possiamo riprendere alcuni elementi della vocazione, della vita e della missione dei due Santi.

Pietro:

Simone era un pescatore di Betsaida, che si era più tardi stabilito a Cafarnao. Il fratello Andrea lo introduce al seguito di Gesù; ma probabilmente Simone era stato preparato a questo incontro da Giovanni Battista. Il Cristo gli cambia nome e lo chiama «Pietra», per realizzare nella sua persona il tema della pietra fondamentale. Simon Pietro è uno dei primi testimoni che vede la tomba vuota ed ha una speciale apparizione di Gesù risorto.

Dopo l'ascensione egli prende la direzione della comunità cristiana, enuncia le linee programmatiche del grande annuncio cristiano e, per diretto intervento dello Spirito Santo, è il primo a prendere coscienza della necessità di aprire la Chiesa ai pagani.

Questa missione spirituale non lo libera dalla condizione umana, né dalle deficienze del suo temperamento.

Paolo non esita a contraddirlo nella famosa discussione di Antiochia, per invitarlo a liberarsi dalle pratiche ebraiche. Pare infatti che su questo punto Pietro abbia tardato ad aprire lo spirito e che egli tendesse a considerare i cristiani di origine pagana come una comunità inferiore a quella dei cristiani di origine ebraica. Quando viene a Roma, Pietro diviene l'apostolo di tutti. Allora egli compie pienamente la sua missione di "pietra" su cui è fondata la Chiesa, riunendo in un solo "edificio" i Giudei ed i pagani e suggella questa missione con il suo sangue, versato nel martirio.

Paolo:

Paolo, dopo la conversione sulla strada di Damasco, percorre, in quattro o cinque viaggi, il Mediterraneo. Fa il primo viaggio in compagnia di Barnaba: partono da Antiochia, si fermano nell'isola di Cipro e poi percorrono l'Asia Minore, l'attuale Turchia. Dopo il concilio degli apostoli a Gerusalemme, Paolo inizia un secondo viaggio, questa volta espressamente quale "inviato" dei Dodici. Riattraversa l'Asia Minore, evangelizza la Frigia e la Galazia ove si ammala. Passa poi in Europa assieme a Luca e fonda la comunità di Filippi (Grecia settentrionale). Dopo un periodo di prigionia evangelizza la Grecia: ad Atene la sua missione si incaglia davanti ai filosofi; a Corinto fonda la comunità che diventerà numerosa e verso la quale dovrà fare alcuni interventi particolari. Poi rientra ad Antiochia.

Un terzo viaggio lo riporta alle Chiese fondate nella attuale Turchia, specialmente a Efeso, poi in Grecia e a Corinto. Di passaggio a Mileto, annuncia agli anziani le sue prove imminenti. Infatti, poco dopo il suo ritorno a Gerusalemme, è arrestato dagli Ebrei e imprigionato. Essendo cittadino romano, Paolo si appella a Roma.

Intraprende così un quarto viaggio, verso Roma, ma non più in stato di libertà. Raggiunge Roma verso l'anno 60 o 61; è trattenuto in prigione fin verso il 63; intanto, approfittando di alcune facilitazioni, entra in frequente contatto con i cristiani della città e scrive le "lettere della prigionia".

Liberato dalla prigione nel 63, compie, probabilmente, un ultimo viaggio in Spagna o verso le comunità dirette da Timoteo e da Tito, ai quali scrive delle lettere che lasciano intravedere la sua prossima fine. Arrestato e di nuovo imprigionato, Paolo subisce il martirio intorno all'anno 67.

Pietro e Paolo: due nomi che lungo i secoli hanno personificato la Chiesa intera nella sua ininterrotta tradizione; con la loro predicazione e la loro testimonianza infatti il Signore ha "dato alla Chiesa le primizie della fede cristiana" come diciamo nelle preghiere della Messa.

I brani della Parola di Dio della liturgia sono particolarmente significativi: quel Pietro che fa la sua grande professione di fede e che viene dichiarato da Gesù, come la "pietra" su cui il Signore costruisce la Chiesa, è quell'uomo, con tutti i suoi limiti e il suo fervore, che Gesù ha chiamato, ha formato, ha perdonato, ha liberato dalla prigione in maniera prodigiosa. E' un capolavoro della grazia, della misericordia, della potenza del Signore. E' così che vive la sua missione e la sua testimonianza.

Anche S. Paolo proclama le grandi opere del Signore compiute in lui: Il Signore mi è stato vicino e mi ha dato forza. Sono giunto al termine della mia vita. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. Il Signore mi libererà da ogni male e mi porterà in salvo nei cieli..."

 

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