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TESTO Imparate da me che sono mite ed umile di cuore

don Roberto Rossi  

XXII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (29/08/2004)

Vangelo: Lc 14,1.7-14 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 14,1.7-14

Avvenne che 1un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.

7Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: 8«Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, 9e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cedigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. 10Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. 11Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».

12Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. 13Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; 14e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

La scena riportata dal vangelo, dove gli invitati cercano i primi posti, è per

tanti aspetti l'immagine della vita: sappiamo che ci sono arrivismi, lotte per i

primi posti, desiderio di carriera, di potere, litigi e guerre causate

dall'orgoglio.

A parole tutti sono umili, distaccati: ma basta a volte una piccola parola per

offendersi e preparare critiche o vendette.

Quello che conta è cercare il primo posto davanti a Dio. E il primo posto

davanti a Dio è proprio il rovescio del comportamento umano. Infatti il più

grande davanti a Dio è colui che si è fatto più piccolo.

Quando si va a Lourdes fa impressione visitare il cachot: era una cella

abbandonata di una vecchia prigione. Quando la Madonna apparve a Bernardette,

ella abitava con la sua famiglia, in questo cachot; un'unica stanza, varie

persone. Bernardette viene scelta dal cielo perché è la più povera, l'ultima di

Lourdes.

Chiunque si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato (Luca 14, 11).

Dice un antico libro della Bibbia, il Siracide: "Nella tua attività sii modesto,

sarai amato dall'uomo gradito a Dio. Quanto più sei grande tanto più umìliati;

così troverai grazia davanti al Signore, perché dagli umili egli è glorificato"

(3,17-18).

Cosa significa farsi ultimi, piccoli?

Non significa sotterrare i propri talenti, sfuggire dalle responsabilità. Anzi i

talenti bisogna farli fruttare al massimo. Occorre dare il meglio di sé per il

bene degli altri, non per sentirsi più grandi o più bravi degli altri.

Farsi umili significa liberarsi dall'ansia della stima umana e avere la serena

coscienza che ciascuno di noi vale, di quel valore che ha davanti a Dio. Nessun

titolo o nessuna stima umana può aggiungere nulla, come nessun disprezzo o

nessuna calunnia può togliere nulla. La vera umiltà è questa verità, questa

serenità. Il S. Curato d'Ars diede questa testimonianza: "Ho ricevuto due

lettere della stessa forza: in una si diceva che ero un grande santo, nell'altra

che ero un ipocrita. La prima non mi aggiunge nulla, la seconda non mi toglie

nulla: davanti a Dio si è quello che si è e nulla più". (A. Comastri: Predicate

la Buona notizia. LDC)

"Imparate da me che sono mite e umile di cuore".

Possiamo riprendere alcuni passi della Parola di Dio che ci aiutano a metterci a

questa scuola di Gesù. "Abbiate in voi i sentimenti che furono in Cristo Gesù,

il quale pur essendo Dio non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza col

Padre, ma annientò se stesso, umiliandosi fino alla morte e alla morte di croce"

(Filippesi 2,6-8).

"Fratelli non fate nulla per spirito di rivalità o di vanagloria, ma ciascuno,

con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso, senza cercare il

proprio interesse, ma anche quello degli altri". (Filippesi 2, 3-4)

"Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non aspirate a cose

troppo alte, piegatevi invece a quelle umili. Non fatevi un'idea troppo alta di

voi stessi". (Romani 12,16)

"Quando dai un banchetto invita poveri, storpi, zoppi, ciechi e sarai beato

perché non hanno da ricambiarti" (Luca 4, 13-14)

Farsi umili significa mettere il primo pensiero nel servire: è grande chi serve,

chi dona, chi si consuma, chi entra nel mistero dell'amore. L'umile è un

instancabile servitore del prossimo: l'umile sente che tutto è dono di Dio e ha

fretta di donare tutto, perché quel che non si dona, si perde. L'umile lavora,

agisce, serve il prossimo, ma non aspetta ricompensa. Poter servire è già

ricompensa: anche se nessuno dice grazie.

E' importante l'umiltà e il servizio nella vita sociale, nel lavoro, nelle

responsabilità verso gli altri...

E' importante nella famiglia... "Rivestitevi di sentimenti di misericordia, di

bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza, sopportandovi a vicenda e

perdonandovi scambievolmente, se qualcuno abbia di che lamentarsi nei riguardi

degli altri" (S. Paolo).

E' importante nella Chiesa e nella propria comunità cristiana: essere persone

partecipi e attive nell'umiltà e nello spirito del servizio, là soprattutto dove

c'è più bisogno (e semmai, dove si è meno visti...)

 

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