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TESTO Commento su Mt 5, 44-48

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Martedì della XI settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (17/06/2014)

Vangelo: Mt 5,43-48 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

"Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste."
Mt 5, 44-48

Come vivere questa Parola?
Sappiamo che la perfezione di cui parla Matteo in Luca viene chiamata misericordia.
Un cuore misericordioso è la nostra perfezione, non l'assenza di peccato, di difetti, di errori, di contraddizioni.
E un cuore veramente misericordioso è la conquista di una intera vita di fede: in esso si baciano la giustizia e il perdono, la verità e la bontà. É un equilibrio difficile, sempre traballante che è totale e saldo solo in Dio.
Gesù ci indica però la strada per cominciare ad inseguirlo: "pregate per i vostri persecutori, amate in vostri nemici, salutate anche chi non considerate fratello".
La preghiera è l'inizio dell'accoglienza, della disponibilità. Quando prego per qualcuno che mi ha fatto soffrire o che vedo come nemico impedisco al mio cuore di inacidirsi, di bloccarsi dentro il rancore; quando saluto chi non mi saluta apro uno spazio ad un possibile futuro diverso, ad un incontro per ora difficile ma che potrebbe avere inaspettati sviluppi.
Quando amo solo con la volontà nel senso che agisco come se amassi quella persona pur provando sentimenti contrastanti non devo sentirmi falso perché l'intenzione non è quella di mostrarmi diverso da quello che sono, ma di impegnarmi per quanto posso a dare anche a chi sembra non voler ricevere.
Mettersi su questa strada è già misericordia perché vado oltre quello che sento e vedo.
É guardare l'altro come Dio lo guarda, è vivere da figlio di Colui che tutti ama, che fa sorgere il suo sole sopra tutti, donando a tutti la possibilità di abbronzarsi alla sua luce.
Non è ingenuità, debolezza! É dare un valore diverso all'amore, dare più fiducia alla sua forza creatrice, di guarigione, di pace. É credere fino in fondo all'amore, non a parole ma con i fatti.

So, Signore, che la più grande scommessa nella mia vita è diventare misericordiosa. Vedo in me tutto ciò che mi impedisce di esserlo, le mie durezze, i miei giudizi spietati. Solo tu puoi aiutarmi in questo cammino da cui dipende la mia "perfezione" ai tuoi occhi. Abbia pietà di me e donami un cuore buono.
La voce di un uomo di pace
"La mia fede nella non violenza è una forza estremamente attiva. Non lascia posto alla viltà e neppure alla debolezza. Vi è speranza che il violento diventi un giorno non violento, ma per il vile non ce n'è alcuna."
Gandhi

Emanuela Giuliani - emanuelagiuliani@gmail.com

 

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