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TESTO Predisposizione

padre Gian Franco Scarpitta  

II Domenica di Avvento (Anno A) (05/12/2004)

Vangelo: Mt 3,1-12 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1In quei giorni venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea 2dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!».

3Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaia quando disse:

Voce di uno che grida nel deserto:

Preparate la via del Signore,

raddrizzate i suoi sentieri!

4E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico.

5Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui 6e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.

7Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? 8Fate dunque un frutto degno della conversione, 9e non crediate di poter dire dentro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. 10Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. 11Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. 12Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».

E' risaputo che tutte le volte che ci si colloca in attitudine di preghiera non è cosa impossibile che la nostra mente si soffermi su altre cose vagando per altri orizzonti e noi si sia così sedotti da tante distrazioni. Il che non deve meravigliarci: quella dell'orazione non è un'attività che richieda il coinvolgimento diretto del nostro fisico e pertanto è normalissimo che ci si possa distrarre mentre si prega. Anzi, chiunque voglia porsi in orazione deve aspettarsi di trovazre difficoltà del tipo appena descritto ed essere consapevole che nell'ambito della vita di preghiera, a prescindere dalla nostra buoina volontà e dalle nostre predisposizioni, le distrrazioni vi saranno SEMPRE. Quello che conta è che noi non ci crogioliamo su di esse, e che tutte le volte che ci rendiamo conto di aver deviato dal nostro obiettivo di colloquoi con Dio, ritorniamo sulla preghiera usando maggiore attenzione e chiedendo magari a Lui che accolga come facenti parte della nostra preghiera gli stessi pensieri che ci avevano distratti: "Signore, mi sono accorto di essermi distratto; ti chiedo perdono, userò maggiore attenzione d'ora in poi nella mia preghiera, e tu comunque considera come preghiera i pensieri per cui mi sono distratto."

Tuttavia, quello che maggiormente aiuta la fuga dalle distrazioni nella preghiera è la PREDISPOSIZIONE. Ogni volta che io inizio la mia preghiera, è molto utile cioè che prima di farlo dedichi un po' di tempo a preparare la mia mente, allontanando tutti i pensieri che prima la occupavano e tentando di dimenticare vari assilli e preoccupazioni. Sicché, se per esempio stavo prima compiendo un lavoro o uno studio, occorre che lo interrompa non per iniziare subito a pregare ma innanzitutto per "sgombrare il campo dai detriti", vale a dire per liberare la mente da ogni pensiero o ossessione assillante che la ingombra affinchhè la mente sia predisposta alla preghiera.

Prescindendo poi dall'orazione, quante volte avviene che, iniziando a studiare un capitolo di storia o di filosofia, la mente si perda nel pensiero della partita di calcio appena giocata? E anche in questo occorre pertanto la predisposizione, sempre come liberazione dai pensieri che occupano la mente per predisporre questa allo studio; e lo stesso discorso potrebbe essere applicato anche a proposito dellle varie attività lavorative e via dicendo.

La predisposizione è quindi una condizione determinante perché un impegno di particolare importanza venga assolto con puntualità ed efficienza, e anche per prepararci al Natale occorre codesta caratteristica e ancora una volta ci si chiede di preparare la mente, sia pure secondo un senso un po' differente da quello delucidato sopra.

L'esempio e la predicazione del Battista ci sono di monito infatti a sgombrare la mente dalle nostre convinzioni di peccato: "Convertitevi perché il Regno dei cieli è vicino"; convertirsi vuol dire infatti innanzitutto predisporre la mente alla rinuncia alle vanità del mondo e alle sicumere fallaci dell'umanità e rendersi conto della fallacia delle prerogative terrestei per concepire possibili di risultati e garanzie le sole certezze che scaturiscono dalla salvezza di Dio che ci viene incontro in Gesù Cristo. Lo stesso Giovanni costituisce il prototipo della conversione e dell'incontro con Cristo a motivo del suo abbigliamento da profeta veterotestamentario di stile esseno, del vitto da lui scelto e, in generale, dalla semplicità della sua persona che rievoca la fuga dal mondo, rieceggiando Elia (Gesù infatti dirà che è appunto il Battista "quell' Elia che sarebbe tornato nel mondo); ma soprattutto per l'incalzante appello alla radicale conversione espressa con il termine greco "metanoia": cambiamento radicale della persona, metamorfosi del pensiero, delle concezioni e di conseguenza dell'atteggiamento. Come si potrebbe accogliere il Signore e disporsi alla sua sequela se non attraverso un'opportuna predisposizione che liberi la nostra persona dalle meschinità della precarietà umana?

Tale è il tempo di Avvento che ci invita a predisporre il nostro animo alla venuta/incontro con Gesù e impone che epuriamo la nostra mente da qualsivoglia pensiero di acredine e di cattiveria: abbandonando ogni rancore o risentimento nei confronti degli avversari o dei nemici, nella considerazione che l'astio e il sentimento di vendetta arreca solo danno nello sconvolgimento interiore; rinunciando alle ritorsioni e predisponendoci a dimenticare ogni torto subito, nella piena convinzione che la risposta a quanti ci hanno arrecato male la solo Dio può darla in modo adeguato. Ma quello che maggiormente deve emergere da questa radicale conversione è la considerazione del primato di Dio sulle nostre scelte e decisioni personali; convincersi cioè che Dio vuole entrare nella nostra vita e proporsi quale elemento caratterizzantre per il nostro futuro e per le scelte decisionali e pertanto abbandonare ogni nostra convinzione di autoafferamzione ed esaltazione o arbitrario e fallace presupposto umano.

Predisponedo i propri sentieri "ogni uomo vedrà la salvezza di Dio". La predisposizione conduce infatti a riscoprire questo Dio esclsivamente dalla nostra parte e ad assaporarlo come conveniente prospettiva.

 

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