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TESTO Commento su At 2,14.36-41; Sal 22; 1Pt 2,20-25; Gv 10,1-10

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IV Domenica di Pasqua (Anno A) (11/05/2014)

Vangelo: At 2,14.36-41|Sal 22|1Pt 2,20-25|Gv 10,1-10 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 10,1-10

1«In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. 2Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. 3Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. 4E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. 5Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». 6Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.

7Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. 8Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. 9Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. 10Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza.

La liturgia della terza domenica di Pasqua ha cercato di farci comprendere il vero significato della Pasqua cristiana, del valore della vita e della morte, della risurrezione del Cristo che con la sua passione ha definitivamente sconfitto la morte per la salvezza di tutti gli uomini.

La liturgia di questa quarta domenica dopo Pasqua ci presenta la figura del Cristo come "Buon Pastore" che ci apre la porta per arrivare, attraverso lo Spirito di Dio, alla salvezza. Cristo cerca di farci comprendere cosa significa "io sono la porta" attraverso la quale le pecore entrano ed escono dal recinto.
Tratta dagli atti degli apostoli la prima lettura ci racconta la continuazione del discorso di Pietro, che il giorno di Pentecoste fa agli uomini di Israele.
Il nucleo centrale della predicazione di Pietro resta la risurrezione del Cristo che obbediente, ha fatto la volontà del Padre che lo costituisce "Signore e Cristo". Voi invece quel Gesù l'avete messo a morte. Chiesero allora a Pietro che cosa dovevano fare e questi rispose: "Convertitevi e fatevi battezzare, avrete così il perdono dei vostri peccati e riceverete lo spirito Santo. Questa salvezza è per voi e per i vostri figli e per le generazioni future che accoglieranno la parola del Signore; infatti molti lontani, chiamati da Dio alla salvezza, si aggiunsero a loro.
Anche a noi, mentre il sacerdote ci versava sul capo le ceneri, ci è stato detto: "Convertiti e credi al vangelo", ed è proprio nel tempo di quaresima appena trascorso che la Chiesa ci invita a meditare sulla nostra vita, sul rapporto che ciascuno ha con il Signore, Dio Padre, e con il Cristo risorto, su come, ogni giorno, mettiamo in pratica la sua Parola.
Molto spesso nelle nostre assemblee domenicali, al momento della distribuzione dell'Eucaristia, il canto è tratto dal salmo 22, cantiamo il bellissimo ritornello:"Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla". Il salmo ci da pace e serenità, se pensiamo ai prati verdeggianti e alle limpide e fresche acque a cui il pastore ci conduce, il suo vincastro è un appoggio sicuro alla nostra stanchezza, anche se percorressimo valli oscure non avremmo paura perché il Signore è con noi, ci sta sempre vicino, bontà e fedeltà saranno con noi per gli anni della nostra vita.
In questo salmo la persona del Cristo prende e si presenta a noi con un volto umano, quello del pastore che ama sempre le sue pecore e le conosce una per una.
Nella seconda lettura l'apostolo Pietro ci ricorda che il cristiano deve condurre una vita nuova, il Cristo con la sua morte li ha guariti dal peccato e dalla vendetta, perciò essi facendo il bene, devono accettare con pazienza le sofferenze come ha fatto il Cristo, che pur essendo senza macchia alcuna, ha preso su di sé tutti i peccati degli uomini e li ha portati sulla croce per essere perdonati.
Pietro paragona gli uomini a pecore erranti che sono state ricondotte dal Cristo al Pastore delle nostre anime.
Pietro parla agli uomini di oggi, non solo agli israeliti, quante volte non sappiamo accettare serenamente le avversità delle nostre giornate, i nostri volti diventano subito seri e tristi alle prime difficoltà, la fiducia spesso ci abbandona e le cose vanno sempre peggio, quando invece ci affidiamo nel rimboccarci le maniche al Signore troviamo la soluzione giusta. La vendetta serve solo a metterci in crisi, il perdono ci da la gioia e la speranza torna in noi.
Il brano del vangelo tratto dall'apostolo Giovanni, presenta la figura del Cristo e la sua opera di salvezza attraverso l'immagine della porta e delle pecore.
Gesù fa una similitudine, egli paragona gli uomini ad un grande gregge che entra nel recinto attraverso la porta. Se in questo recinto qualcuno entra da un'altra parte significa che non è il vero pastore che conosce le pecore una per una e le pecore conoscono la sua voce e lo seguono. Chi entra da un'altra parte non può essere buono ma sarà solo un ladro che entra per rubare e per distruggere e le pecore non conoscendolo non lo seguiranno ma si disperderanno. Gesù cercava di far comprendere il suo messaggio ma chi lo ascoltava non comprendeva ed allora disse ancora: "In verità io vi dico, io sono la porta attraverso la quale le pecore devono passare, per arrivare alla salvezza", Gesù è il ponte fra l'uomo e Dio Padre, l'uomo può arrivare a Dio solo per mezzo di Cristo.
Probabilmente Gesù ha voluto fare questa similitudine tra il pastore e le pecore proprio osservando forse un recinto dove c'erano delle pecore che attendevano il pastore, questi dopo averle fatte uscire tutte si mise a camminare davanti a loro per indicare loro la strada da percorrere.
Le pecore seguono i pastore perché lo conoscono ed hanno fiducia in lui. seguono proprio quello e non un altro che non conoscono.
Gesù è il pastore che ci guida durante la nostra vita terrena. La vita infatti è un cammino lungo o corto, ma pur sempre un cammino verso la meta finale, e per realizzare questa meta dobbiamo vivere nella speranza di vedere in eterno la sua luce.
Il desiderio di conoscere Dio nasce dal cuore dell'uomo, e solo così si può arrivare all'incontro con quel Cristo che ci aiuta, con la sua presenza, a convertirci, ad eliminare dalla nostra anima tutte le negatività delle nostre giornate, delle sconfitte, dei tradimenti, dell'egocentrismo che ci impedisce di vedere e di sentire la sua voce.
Gesù dice che è venuto per darci la vita ma qual è la vita che vuole darci Gesù?
Nel mondo odierno, tanti sono gli attentati alla vita in tutte le sue manifestazioni, dalla vita nascente a quella degli anziani e degli ammalati, la vita di coloro che non possono più servire a produrre ed a guadagnare, o anche la vita dissoluta che porta all'isolamento e talvolta alla disperazione, all'incapacità di sopravvivere.
La vita che Gesù ha riservato per l'uomo giusto e quella della gioia nella sofferenza, accettata quale mezzo di purificazione e di salvezza. La vita è un dono di Dio e Gesù viene nel mondo per farci comprendere qual è il nostro cammino, la nostra strada: solo quando la nostra strada terrena si incontrerà con la strada che Dio ha predestinato a ciascuno incominceremo a comprendere quale il suo progetto per la nostra salvezza e solo con lui potremmo realizzarlo.
Per la riflessione di coppia e di famiglia.
- Spesso nella Bibbia Dio è rappresentato come il "pastore" che guida il suo popolo. Oggi siamo disposti a farci guidare da questo pastore?
- Ci sentiamo "pecore" che il Signore guida per i suoi sentieri"?
- Nei momenti di "chiusura" totale a tutto e a tutti ci rivolgiamo con umiltà e speranza al "Pastore Gesù" o preferiamo risolvere da soli i nostri problemi?
- Accettiamo la sofferenza con pazienza quale mezzo di purificazione per essere ammessi alla fine del nostro cammino terreno a godere la luce eterna?
- Siamo capaci di vedere e ascoltare la voce del "Pastore" e di entrare in relazione con lui per mezzo dei fratelli che ogni giorno incontriamo nella nostra vita?
- Gesù ci dice "Convertiti e credi al vangelo": questa frase che senso ha per noi e come la realizziamo nel quotidiano?
Gianna e Aldo - cpm Genova -

 

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