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TESTO Vivere da risorti

don Michele Cerutti

Domenica di Pasqua (20/04/2014)

Vangelo: Gv 20,11-18 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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11Maria invece stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro 12e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. 13Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». 14Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. 15Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». 16Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». 17Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». 18Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.

Il grande mistero di morte e risurrezione. Ecco la Pasqua. Ricordiamo il nostro passaggio sul Mar Rosso dalla schiavitù del peccato alla liberazione.

Abbiamo contemplato e accompagnato Gesù sulla via della croce e assistito alla sua agonia culminata con la morte.

Oggi assistiamo a un evento strepitoso. La morte nella nostra vita non ha l'ultima parola perché è stata vinta.

Gesù ci ha dischiuso le porte della vita eterna e ci ha ricolmato di gioia.

Via le paure, via le tristezze, via le angosce che circondano la nostra vita. Trasformiamoci e facciamo che la nostra fede ci renda dei risorti.

Il rischio è quello che corre Maria va da Gesù al sepolcro e pensa di andare a visitare un cadavere.

Il sepolcro vuoto la spaventa. Non è riuscita a comprendere che Lui era vicino a Lei.

E' la stessa esperienza che fanno i discepoli di Emmaus troppo ripiegati su loro stessi non scorgono la presenza del Risorto nel pellegrino.

Quando lo riconoscono allora c'è un altro tentativo che vediamo nella donna del brano evangelico di oggi il volerlo trattenere. C'è il tentativo di volere ingabbiare Gesù nelle proprie categorie e crearlo a nostra dimensione.

Stiamo certi è Lui che ci dà la forza e il coraggio di camminare. Gesù non si lascia imbrigliare e ci invita a seguirlo ancora in quel grande progetto di ritornare al Padre per poi donarci lo Spirito Santo, prima dono ai credenti.

Quello Spirito che ci viene donato per essere anche noi uomini e donne che hanno una fede luminosa che non trattengono per loro, ma che si fa dono.

Maria comprende l'importanza di quell' incontro e allora quella gioia viene donata ad altri. Il cristiano ha con la Pasqua questo compito fondamentale dire con le parole e ancor di più con la vita che Gesù è risorto.

Con la vita ancor di più. Compito fondamentale è essere uomini e donne di fede che coltivano l'aspetto della misericordia.

In questo tempo che ci porta fino alla domenica in Albis siamo chiamati come Chiesa a contemplare la misericordia...

Il Papa lo richiama con forza l'aspetto della misericordia. Sì è questo aspetto l'elemento distintivo che contraddistingue il cristiano: quello della misericordia.

Nella Settimana Santa ci siamo inabissati con forza in questa dimensione. Nella Settimana in Albis dobbiamo pregarla ed invocarla per poi essere anche noi dei misericordiosi.

Ecco il perché pregare la coroncina della divina Misericordia, meditando qualche passo della Risurrezione dei diversi evangelisti per poi illuminare con qualche azione significativa il nostro essere cristiani che hanno appreso la lezione di Gesù morto e risorto per noi.

Oggi siamo preoccupati di una forte lontananza della fede di tanti battezzati, ma poniamoci l'interrogativo: Le nostre comunità cristiane come si pongono nella dimensione della Misericordia la esprimono?

Quante lacerazioni che si vivono nelle comunità cristiane su piccoli e grandi temi.

Eppure state certi più le discussioni sono su piccoli temi più le divisioni sono insormontabili.

Quanti i cristiani che vivono la loro fede in una dimensione di Quaresima continua e la fanno vivere agli altri-

E' bello rendersi conto in questo tempo di Pasqua come i passi scritturistici degli Atti degli Apostoli mettono in evidenza i numeri di persone che si convertivano al cristianesimo, nelle prime comunità.

Paolo ci offre un esempio nella sua lettera ai Corinti. La molla della conversione sta proprio nel riscoprire la dimensione della misericordia.

Se pensiamo alla letteratura cristiana alcuni autori mettono in evidenza come era l'amore che respiravano negli ambienti cristiani la spinta a convertirsi.
Paolo stesso viene abbracciato dalla misericordia stessa.

Infatti Paolo è testimone della morte di Stefano. Era ai piedi di Stefano. Saulo era ancora un osservante ebreo e iniziava il suo cammino di persecuzione ai cristiani. Stefano al momento dell'uccisione prega per i suoi esecutori.

Ci vorrà ancora un percorso che culminerà sulla strada di Damasco, ma quell'atto di misericordia di Stefano è l'inizio.

Vivere la Pasqua, vivere da risorti ci spinge a questo a riscoprire la dimensione della misericordia per essere canali che consentono all'unione con Dio.

Chiediamolo con forza nelle nostre celebrazioni di queste due domeniche.

 

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