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TESTO Commento alla liturgia

don Michele Cerutti

Giovedì Santo - Cena del Signore (17/04/2014)

Vangelo: Mt 26,17-75 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 26,17-75

17Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». 18Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». 19I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.

20Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. 21Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». 22Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». 23Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. 24Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». 25Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto».

26Ora, mentre mangiavano, Gesù prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e, mentre lo dava ai discepoli, disse: «Prendete, mangiate: questo è il mio corpo». 27Poi prese il calice, rese grazie e lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, 28perché questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti per il perdono dei peccati. 29Io vi dico che d’ora in poi non berrò di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi, nel regno del Padre mio».

30Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. 31Allora Gesù disse loro: «Questa notte per tutti voi sarò motivo di scandalo. Sta scritto infatti:

Percuoterò il pastore

e saranno disperse le pecore del gregge.

32Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea». 33Pietro gli disse: «Se tutti si scandalizzeranno di te, io non mi scandalizzerò mai». 34Gli disse Gesù: «In verità io ti dico: questa notte, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». 35Pietro gli rispose: «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò». Lo stesso dissero tutti i discepoli.

36Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: «Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare». 37E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia. 38E disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me». 39Andò un poco più avanti, cadde faccia a terra e pregava, dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi via da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!». 40Poi venne dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: «Così, non siete stati capaci di vegliare con me una sola ora? 41Vegliate e pregate, per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole». 42Si allontanò una seconda volta e pregò dicendo: «Padre mio, se questo calice non può passare via senza che io lo beva, si compia la tua volontà». 43Poi venne e li trovò di nuovo addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti. 44Li lasciò, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole. 45Poi si avvicinò ai discepoli e disse loro: «Dormite pure e riposatevi! Ecco, l’ora è vicina e il Figlio dell’uomo viene consegnato in mano ai peccatori. 46Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino».

47Mentre ancora egli parlava, ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con lui una grande folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti e dagli anziani del popolo. 48Il traditore aveva dato loro un segno, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo!». 49Subito si avvicinò a Gesù e disse: «Salve, Rabbì!». E lo baciò. 50E Gesù gli disse: «Amico, per questo sei qui!». Allora si fecero avanti, misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono. 51Ed ecco, uno di quelli che erano con Gesù impugnò la spada, la estrasse e colpì il servo del sommo sacerdote, staccandogli un orecchio. 52Allora Gesù gli disse: «Rimetti la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che prendono la spada, di spada moriranno. 53O credi che io non possa pregare il Padre mio, che metterebbe subito a mia disposizione più di dodici legioni di angeli? 54Ma allora come si compirebbero le Scritture, secondo le quali così deve avvenire?». 55In quello stesso momento Gesù disse alla folla: «Come se fossi un ladro siete venuti a prendermi con spade e bastoni. Ogni giorno sedevo nel tempio a insegnare, e non mi avete arrestato. 56Ma tutto questo è avvenuto perché si compissero le Scritture dei profeti». Allora tutti i discepoli lo abbandonarono e fuggirono.

57Quelli che avevano arrestato Gesù lo condussero dal sommo sacerdote Caifa, presso il quale si erano riuniti gli scribi e gli anziani. 58Pietro intanto lo aveva seguito, da lontano, fino al palazzo del sommo sacerdote; entrò e stava seduto fra i servi, per vedere come sarebbe andata a finire.

59I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una falsa testimonianza contro Gesù, per metterlo a morte; 60ma non la trovarono, sebbene si fossero presentati molti falsi testimoni. Finalmente se ne presentarono due, 61che affermarono: «Costui ha dichiarato: “Posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni”». 62Il sommo sacerdote si alzò e gli disse: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». 63Ma Gesù taceva. Allora il sommo sacerdote gli disse: «Ti scongiuro, per il Dio vivente, di dirci se sei tu il Cristo, il Figlio di Dio». 64«Tu l’hai detto – gli rispose Gesù –; anzi io vi dico:

d’ora innanzi vedrete il Figlio dell’uomo

seduto alla destra della Potenza

e venire sulle nubi del cielo».

65Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: «Ha bestemmiato! Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia; 66che ve ne pare?». E quelli risposero: «È reo di morte!».

67Allora gli sputarono in faccia e lo percossero; altri lo schiaffeggiarono, 68dicendo: «Fa’ il profeta per noi, Cristo! Chi è che ti ha colpito?».

69Pietro intanto se ne stava seduto fuori, nel cortile. Una giovane serva gli si avvicinò e disse: «Anche tu eri con Gesù, il Galileo!». 70Ma egli negò davanti a tutti dicendo: «Non capisco che cosa dici». 71Mentre usciva verso l’atrio, lo vide un’altra serva e disse ai presenti: «Costui era con Gesù, il Nazareno». 72Ma egli negò di nuovo, giurando: «Non conosco quell’uomo!». 73Dopo un poco, i presenti si avvicinarono e dissero a Pietro: «È vero, anche tu sei uno di loro: infatti il tuo accento ti tradisce!». 74Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quell’uomo!». E subito un gallo cantò. 75E Pietro si ricordò della parola di Gesù, che aveva detto: «Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». E, uscito fuori, pianse amaramente.

Il contesto in cui Gesù istituisce l'Eucaristia è quello di tradimento. C'è chi cospira contro Gesù e chi lo tradisce, chi lo rinnega per paura. Gesù invece ci lascia il suo testamento l'amore.

Gesù a differenza di tanti maestri che lasciano tanti insegnamenti e molto spesso non li vivono oggi con questo brano evangelico dimostra che le sue stesse parole sono vissute fino alla fine.

Colui che sul monte agli inizi del suo ministero gettava il manifesto della sua azione tra noi, le Beatitudini, oggi realizza a pieno quel programma che dovrebbe essere scolpito nel cuore di ogni discepolo.

L'amore per i nemici, l'umiltà nel compiere il progetto del Padre, la purezza di cuore, la costruzione di pace tutto è condensato in questa pagina dolorosa di tradimento.

In questo contesto il dono grande dell'Eucaristia. Il pane e il vino, corpo e sangue di Cristo, ci vengono consegnati per rivivere il memoriale in tutte le celebrazioni.

Allora da questo discende l'importanza e il rispetto che dobbiamo avere nel momento della celebrazione e nelle nostre Chiese per questo dono.

Questo è un dono che richiede come atteggiamento di essere accolto con umiltà.

Penso ai Santi e alla capacità che hanno avuto di accogliere con semplicità l'Eucaristia facendosi trasformare.

Ci è familiare don Guanella che passava ore a pregare nelle sue notti a Como e dalla sua cameretta aveva posto una finestra che si indirizzava sull'altare per poter pregare guardando all'ostia consacrata posta nell'ostensorio sull'altare.

E, in tempi più recenti, Padre Pio da Pietrelcina ha esclamato: «E più facile che il mondo possa vivere senza il sole piuttosto che senza l'Eucaristia».

E Madre Teresa di Calcutta ha aggiunto: «Non potrei vivere senza l'Eucaristia: è l'Eucaristia che mi riempie di amore e mi da la forza per servire i poveri e per chinarmi con amore sulle loro piaghe».

La Beata Chiara Luce Badano ci offre una grande lezione sull'Eucaristia da cui ha saputo attingere forza nella sua sofferenza.

Lo vivremmo il momento eucaristico con più intensità se pensassimo ancor di più alla profondità del termine e a ciò che vuole comunicarci Gesù nel rivivere questo memoriale.

Quello che intendo fare non è un trattato teologico sull'Eucaristia, ma un fissare alcuni punti per non disperderne la ricchezza e vivere il rapporto con Gesù eucaristia in maniera profonda.

Sintetizzo la catechesi di Papa Francesco che passando in rassegna i vari sacramenti si è soffermato proprio su quello dell'Eucaristia fornendo con semplicità i punti cardini.

Ringraziamento in greco si dice ‘eucaristia'. E per questo il sacramento si chiama ‘Eucaristia': è il supremo ringraziamento al Padre, che ci ha amato tanto da darci il suo Figlio, per amore.

«Memoriale» non vuol dire limitarsi a un ricordo, un semplice ricordo. Vuol dire che ogni volta che celebriamo questo Sacramento partecipiamo al mistero della passione, morte e risurrezione di Cristo. L'Eucaristia diventa allora il vertice dell'azione di salvezza di Dio perché il Signore Gesù, facendosi pane spezzato per noi, versa infatti su di noi tutta la sua misericordia e il suo amore, e rinnova il nostro cuore, la nostra esistenza e il nostro modo di relazionarci con Lui e con i fratelli. Per questo motivo quando ci si accosta a questo Sacramento, si dice di «ricevere la Comunione», di «fare la Comunione». Allora nella potenza dello Spirito Santo, la partecipazione alla mensa eucaristica ci conforma in modo unico e profondo a Cristo e ci fa pregustare già ora la piena comunione col Padre che caratterizzerà il banchetto celeste, dove con tutti i Santi potremo contemplare con gioia Dio faccia a faccia.

Le parole di Papa Francesco riportate mettono in evidenza la gioia che dobbiamo provare davanti a questo dono:

"Cari amici, non ringrazieremo mai abbastanza il Signore per il dono che ci ha fatto con l'Eucaristia! E' un dono tanto grande e per questo è tanto importante andare a Messa la domenica, andare a Messa non solo per pregare, ma per ricevere la Comunione, questo pane che è il corpo di Gesù Cristo e che ci salva, ci perdona, ci unisce al Padre. E' bello fare questo. E tutte le domeniche andiamo a Messa perché è il giorno proprio della resurrezione del Signore. Per questo la domenica è tanto importante per noi. E con l'Eucarestia sentiamo questa appartenenza proprio alla Chiesa, al popolo di Dio, al corpo di Dio, a Gesù Cristo. Non finiremo mai di coglierne tutto il valore e la ricchezza. Chiediamogli allora che questo Sacramento possa continuare a mantenere viva nella Chiesa la sua presenza e a plasmare le nostre comunità nella carità e nella comunione, secondo il cuore del Padre. E questo si fa durante tutta la vita, ma si incomincia a farlo il giorno della Prima Comunione. E' importante che i bambini si preparino bene alla Prima Comunione e che nessun bambino non la faccia, perché è il primo passo di questa appartenenza a Gesù Cristo, forte, forte, dopo il Battesimo e la Cresima".

Allora nelle nostre Messe lanciamoci con alti slanci verso l'Eucaristia.

Penso al momento della consacrazione l'inginocchiarsi è segno di rispetto, il dire amen dopo che si riceve la comunione e il consumarla di fronte al sacerdote sono tutti segni che fanno comprendere l'importanza di ciò che viviamo.

Chiediamo di far crescere in noi l'amore profondo e vero per l'Eucaristia soffermiamoci più spesso davanti a questo Sacramento riposto nel tabernacolo e allora comprendiamo con Carlo Acutis, questo giovane morto a 16 anni in concetto di santità che

il corpo di Cristo oltre a stare nell'Eucaristia, è nelle persone che si amano: poveri, piccoli, forestieri, ammalati, anziani, disabili, persone sole.

L'Eucaristia ci invia ai fratelli e allora diventiamo autentici uomini e donne di carità.

 

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