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TESTO Commento su Lc 24, 15; 32

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

III Domenica di Pasqua (Anno A) (04/05/2014)

Vangelo: Lc 24,13-35 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 24,13-35

13Ed ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, 14e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. 15Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. 16Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. 17Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; 18uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». 19Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; 20come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. 21Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. 22Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba 23e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. 24Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». 25Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! 26Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». 27E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.

28Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. 29Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. 30Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. 31Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. 32Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». 33Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, 34i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». 35Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

«Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo [...]. Ed essi dissero l'un l'altro: "Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?"».
Lc 24, 15; 32

Come vivere questa Parola?
L'episodio lucano dell'incontro del Risorto con i due discepoli di Emmaus è straordinariamente denso di significati teologici e spirituali. Esso si può definire come l'icona pittoresca della vita di ogni cristiano nel tempo della Chiesa, e quindi anche del cristiano del nostro tempo.
L'esperienza di Emmaus ha il carattere di un cammino col Risorto mai concluso: denso di partenze e di ritorni, di racconto e di memoria, di cammino e di sosta, di delusione e di gioia, di luce e di chiaroscuro. Emmaus raccoglie, in una sintesi mirabile, gli ingredienti fondamentali della vita cristiana in un dinamismo vitale che si distende nel tempo e nello spazio della quotidianità. È un cammino guidato dall'ascolto ‘nuovò delle Scritture, spiegate dall'Ermeneuta per eccellenza, il Signore Gesù, e dallo "spezzare il pane", che ripresenta il suo mistero di morte e di Risurrezione. Quando poi egli scompare dalla vista, lascia i discepoli con "il cuore che arde".
È interessante annotare che Luca ci rivela il nome solo di uno dei due discepoli di Emmaus: Cleopa. il nome dell'altro è rimasto ignoto. L'innominato sono io! Del resto, è proprio questa l'intenzione dell'evangelista: annunciare ai suoi destinatari le indicazioni essenziali su come sia possibile per ciascuno, anche per me, discepolo innominato, incontrare oggi il Risorto nella vita della Comunità cristiana.

In un momento di pausa e di preghiera, nella mia cella interiore, mi interrogherò: «Dov'è Emmaus? Quand'è Emmaus?». Sempre e ovunque, è la risposta! È là dove si fa esperienza del partire e del ritornare al Cristo Risorto, che ci accompagna, spezza il pane della Parola e del suo Corpo, sparisce, e ci lascia il cuore che arde.
La voce di Papa "San" Giovanni Paolo II
«Quando nello "spezzare il pane" da parte del forestiero si aprono gli occhi dei discepoli, essi si rendono conto che «il cuore ardeva nel petto» mentre lo ascoltavano spiegare le Scritture. In quel cuore che arde possiamo vedere la storia e la scoperta di ogni vocazione, che non è commozione passeggera, ma percezione sempre più certa e forte che l'Eucaristia e la Pasqua del Figlio saranno sempre più l'Eucaristia e la Pasqua dei suoi discepoli»
Papa Giovanni Paolo II, Messaggio per la XXXVII Giornata mondiale per le vocazioni

Don Ferdinando Bergamelli SDB - f.bergamelli@tiscali.it

 

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