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TESTO Commento su |1Pt 1,3-9

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II Domenica di Pasqua (Anno A) (27/04/2014)

Brano biblico: 1Pt 1,3-9 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 20,19-31

19La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». 20Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». 22Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. 23A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

24Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. 25Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».

26Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». 27Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». 28Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». 29Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

30Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. 31Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

Collocazione del brano
In queste domeniche di Pasqua che ci portano alla solennità dell'Ascensione la seconda lettura sarà tratta dalla prima lettera di san Pietro apostolo. Questa lettera deve essere stata scritta da Pietro quando si trovava a Roma in prigionia qualche tempo prima del suo martirio, che secondo la tradizione è avvenuto durante la persecuzione dei cristiani voluta da Nerone dopo l'incendio di Roma da lui stesso provocato il 18 luglio del 64. Questa lettera era già conosciuta dai padri apostolici (cioè quelli che consideriamo la seconda generazione dei cristiani: Clemente Romano, Policarpo, Ireneo) e non è mai stata messa in dubbio la sua autenticità. Mai messa in dubbio l'autenticità.
I destinatari sono i cristiani dell'Asia Minore, l'attuale Turchia. E' uno scritto breve, conta solo 5 capitoli e contiene soprattutto indicazioni pratiche su come vivere la propria fede anche in un'ambiente ostile e difficile come doveva essere quello dei cristiani a quel tempo. Essi infatti poiché non si prestavano al culto dell'imperatore erano guardati con sospetto. Si pensava fossero dei cospiratori ai danni dello Stato.
Questa lettera ben si adatta al periodo pasquale che stiamo vivendo poiché ci ricorda il fondamento della nostra fede, la risurrezione di Cristo, e ci suggerisce il modo in cui possiamo vivere la vita nuova che Egli ci ha donato.
Il brano di questa domenica si trova subito dopo l'indirizzo e il saluto. Nelle lettere del tempo antico dopo queste due parti si trovava il ringraziamento alla divinità per i suoi benefici e la si invocava perché continuasse la sua protezione verso i destinatari della lettera. Anche Pietro mantiene questo schema e ringrazia il Signore per quanto ha donato ai fedeli dell'Asia Minore.
Un'affermazione di questo brano ci ricollega al Vangelo che leggiamo oggi, l'esperienza dell'apostolo Tommaso: "voi lo amate pur senza averlo visto".
Lectio
3 Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva,
La benedizione, cioè le parole di gratitudine e di riconoscenza che gli ebrei avevano nei confronti del loro Dio, vengono riprese dalla tradizione cristiana e indirizzate a quello stesso Dio che con Gesù Cristo ha mostrato un nuovo volto: egli si è manifestato come Padre. Questo Padre ci ha fatto un grande dono: la rinascita, la rigenerazione, attraverso la risurrezione di Gesù Cristo dai morti.
Questo dono è stato fatto in forza della sua misericordia, dell'amore forte, materno, viscerale che ha nei confronti di tutta l'umanità. La rigenerazione produce una speranza viva. Davanti alla situazione di fatica e di sottile persecuzione i cristiani dell'Asia Minore sono rafforzati da questa speranza sorta dalla loro rigenerazione in Cristo. Nell'esperienza di fede c'è sempre una gioia già presente, il sentire la vicinanza di Dio, l'essere rigenerati in una vita nuova, e una promessa futura, che renderà piena la realizzazione di tutte le promesse.
4 per un'eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce. Essa è conservata nei cieli per voi,
Vi è dunque un'eredità che attende i cristiani, la loro speranza non andrà delusa perché è conservata in un luogo sicuro, nei cieli, presso Dio stesso. Lui custodisce questa eredità per i suoi figli che siamo noi.
5 che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, in vista della salvezza che sta per essere rivelata nell'ultimo tempo.
Ma anche noi siamo custoditi da ogni corruzione. A custodirci è la nostra fede, grazie alla quale possiamo accedere ai doni divini, in particolare la salvezza che non è ancora stata del tutto rivelata, ma che sarà pienamente conosciuta alla fine dei tempi, che quando Pietro scrive si pensavano imminenti.
6 Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere, per un po' di tempo, afflitti da varie prove,
Questa situazione dei credenti e la relativa promessa porta una grande quantità di gioia, anche se purtroppo gli interlocutori di Pietro sono soggetti a una certa persecuzione. Anche questa però avrà presto fine. Non si trattava certo di una persecuzione in grande stile, la prima sarebbe iniziata di lì a poco tempo a Roma. Era una certa marginalità vissuta dai cristiani, i quali non si potevano più identificare con i valori religiosi ma nemmeno politici dell'impero romano.
7 affinché la vostra fede, messa alla prova, molto più preziosa dell'oro - destinato a perire e tuttavia purificato con fuoco - torni a vostra lode, gloria e onore quando Gesù Cristo si manifesterà.
Poiché le prove a cui i cristiani erano sottoposti non potevano essere evitate, Pietro suggerisce loro una chiave di interpretazione in modo da aiutarli a viverle con coraggio. La persecuzione serve come mezzo per purificare la fede, per metterla alla prova, per vedere se è davvero forte, e può essere un valido aiuto per rafforzarla. Questo aumenterà il loro onore al momento in cui si presenteranno davanti a Cristo.
8 Voi lo amate, pur senza averlo visto e ora, senza vederlo, credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa,
I cristiani hanno già un grande merito: quello di amare Cristo pur senza averlo mai visto. Lo amano e credono in Lui. Anche la nostra fede è di questo tipo, nemmeno noi abbiamo mai visto Cristo, però possiamo dire di avere fatto esperienza di Lui nella nostra vita. Questo è un motivo di gioia.
9 mentre raggiungete la mèta della vostra fede: la salvezza delle anime
Pietro dunque incoraggia i suoi interlocutori a perseverare senza paura, anzi nella gioia, perché con queste loro difficoltà essi partecipano alla salvezza della propria anima e di quella degli altri.
Anima è inteso nel senso di vita, la vita che Gesù Cristo dona e che non ha mai fine.
Meditiamo

- Riesco a vivere la mia fede anche nella dimensione futura, della partecipazione alla gloria

di Cristo?
- Quali sono le prove alle quali sento sottoposta la mia fede?
- Mi sento mai felice di essere cristiano/a?

 

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