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TESTO Commento su Rm 6,3-11

Monastero Domenicano Matris Domini  

Veglia Pasquale nella Notte Santa (Anno A) (19/04/2014)

Brano biblico: Rm 6,3-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 28,1-10

1Dopo il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l’altra Maria andarono a visitare la tomba. 2Ed ecco, vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. 3Il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve. 4Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie furono scosse e rimasero come morte. 5L’angelo disse alle donne: «Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. 6Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto. 7Presto, andate a dire ai suoi discepoli: “È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete”. Ecco, io ve l’ho detto».

8Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. 9Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. 10Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».

Collocazione del brano
Nella notte in cui riviviamo la vittoria di Cristo sulla morte, la Chiesa ci fa riflettere su diversi brani dell'Antico Testamento che ripercorrono la storia della salvezza. Insieme al Vangelo c'è solo un brano del Nuovo Testamento, tratto dalle lettere di Paolo, Romani 6,3-11. Questo brano fa parte della sezione teologica della lettera ai Romani. In esso l'Apostolo, dopo aver parlato della giustificazione che viene dalla fede e non dall'osservanza della Legge, ci ricorda il nesso tra la morte di Cristo e il nostro battesimo. Con questo sacramento partecipiamo anche noi al mistero di morte e di risurrezione. Questo brano ben si adatta alla celebrazione dei battesimi durante la Veglia Pasquale.
Lectio
Fratelli,3 non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte?
Nel capitolo precedente Paolo aveva affermato che dove aveva abbondato il peccato, là aveva sovrabbondato anche la grazia, che rende nuovi coloro che raggiunge. Nei primi due versetti di questo capitolo sesto procede con delle argomentazioni per assurdo in modo da mettere in maggiore evidenza il suo pensiero. Egli si chiede: allora dobbiamo restare nel peccato, così che la grazia possa abbondare su di noi? E si risponde: no perché chi è morto al peccato non può più vivere in esso! Continua dunque con il versetto 3. Chi è stato battezzato in Cristo Gesù è stato battezzato nella sua morte, cioè grazie a questo sacramento è morto ed è risorto con Lui. Non possiamo più dunque vivere nel peccato perché siamo rinati a una vita nuova, libera dal peccato.
4 Per mezzo del battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova.
Il battesimo con la sua immersione nell'acqua simboleggia lo sprofondare nella morte, la sepoltura. Ma nel suo riemergere indica la risurrezione. Come Cristo è risorto dai morti, è uscito dalla tomba, così anche noi siamo usciti da una condizione di morte e di ristrettezze. Possiamo camminare in una vita nuova.
5 Se infatti siamo stati intimamente uniti a lui a somiglianza della sua morte, lo saremo anche a somiglianza della sua risurrezione.
C'è un parallelismo stretto tra la morte di Cristo e la nostra, tra la sua risurrezione e la nostra. Grazie a Lui possiamo partecipare della vittoria sulla morte.
6 Lo sappiamo: l'uomo vecchio che è in noi è stato crocifisso con lui, affinché fosse reso inefficace questo corpo di peccato, e noi non fossimo più schiavi del peccato.
C'è una parte di noi, l'uomo vecchio, che era schiavo del peccato, delle passioni, di situazioni per niente degne del nostro essere figli di Dio. Questo uomo vecchio è stato crocifisso con Cristo, è morto sulla croce. In questo modo le inclinazioni del nostro corpo che ci portavano al male e al peccato sono state neutralizzate. Il corpo che porta al peccato è morto e non ci rende più schiavi del peccato. Resta però il corpo che porta alla vita, quello che è risorto con Cristo e ci permette di compiere opere di bene e di mantenere la nostra dignità di figli di Dio.
7 Infatti chi è morto, è liberato dal peccato.
Come i morti dunque siamo liberi dal peccato. Ma non perché non abbiamo più un corpo per muoverci, per decidere e agire, ma perché la nostra risurrezione ci ha permesso di rinunciare al peccato.
8 Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui.
Questa vita nuova che ci viene donata nel battesimo ha due valenze: una al presente, la libertà dal peccato e dalle opere di morte, e una futura: la partecipazione alla vita di Cristo, nella sua gloria, alla fine dei tempi.

Cristo non muore più perché ha sconfitto la morte ed essa non ha più potere su di lui. Anche noi in lui abbiamo sconfitto la morte. La nostra morte corporale resterà il passaggio dalla vita terrena alla vita in pienezza che Lui vuole condividere con noi.
10 Infatti egli morì, e morì per il peccato una volta per tutte; ora invece vive, e vive per Dio.
Questa sua morte gli ha permesso di sconfiggere la morte. Ormai non muore più, vive per Dio.
11 Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù.
Allo stesso modo dunque, anche noi dobbiamo considerarci morti al peccato e viventi in Cristo.

Meditiamo
- Quali sono le caratteristiche dell' "uomo vecchio" che deve morire in me, in modo che io sia libero di vivere la vita nuova che Cristo mi ha donato con la sua morte e risurrezione?
- Ho mai visto il mio battesimo come dono di una vita nuova?
- Come posso riconoscerla e viverla giorno dopo giorno?

 

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