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TESTO Una veglia che ti risveglia alla vita e alla speranza

padre Antonio Rungi

Veglia Pasquale nella Notte Santa (Anno A) (19/04/2014)

Vangelo: Mt 28,1-10 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 28,1-10

1Dopo il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l’altra Maria andarono a visitare la tomba. 2Ed ecco, vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. 3Il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve. 4Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie furono scosse e rimasero come morte. 5L’angelo disse alle donne: «Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. 6Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto. 7Presto, andate a dire ai suoi discepoli: “È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete”. Ecco, io ve l’ho detto».

8Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. 9Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. 10Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».

La Pasqua liturgicamente vissuta inizia con la veglia, definita appunto pasquale, perché si svolge nel contesto della Pasqua annuale e che prosegue con le varie celebrazioni durante la Domenica della Risurrezione della Settimana in Albis. Con la Domenica in Albis o della Divina Misericordia si conclude l'ottava di Pasqua e quindi un cammino di gioia e di speranza che, liturgicamente, si colloca in questo tempo ristretto, ma teologicamente, interessa tutta la vita. A me piace pensare alla Pasqua come risveglio alla vita e alla speranza. Non c'è vera Pasqua, se non senti dentro di te questo risveglio, questo guarda oltre i limiti del tempo, della sofferenza, della delusione, delle illusioni, dei tradimenti e fallimenti della propria vita. In questi giorni siamo tutti portati a guardarci meglio e più approfonditamente dentro, per quel bisogno di indagare nel profondo del nostro cuore ciò che ci metter dolore e ciò che ci dà la gioia. Il nostro venerdì santo lo viviamo continuamente nella quotidianità e partendo proprio dall'unico vero venerdì santo in tutti i sensi, durante il quale Gesù è morto per noi sulla croce, comprendiamo il nostro soffrire e la sofferenza del mondo. Vorrei agganciarmi ad una veglia speciale, vissuta tra la notte del giovedì santo e il venerdì da Gesù in persona. Egli è nell'orto del Getsemani a pregare, a chiedere al Padre se potesse allontanare da Lui il calice amaro della passione e morte in Croce, ma il suo cuore era disponibile, comunque e sempre, a fare la volontà del Padre. Gesù soffre, suda sangue, è cosciente della sofferenza che lo attende. Dall'altro l'alto ci sono gli apostoli che dormono, non riescono a mantenere aperti i loro occhi, cioè a vigiliare. Dormono e Gesù per tre volte fa osservare loro che "non sono capaci di vegliare neppure un'ora sola con Lui". Ed aggiunge come monito di quel momento e della vita in generale a vegliare per non cadere in tentazione. Il mondo è da sempre suddiviso in due categorie: gli svegli e i dormienti. I primi sono quelli che interiormente vitalizzano ogni cosa, i secondi sono quelli che addormentano ogni, perché sono stanchi ed hanno paura della vita, del cambiamento, del rinnovamento, che passa attraverso notti insonni di preghiera, penitenza, orazione e sofferenza. Proprio come Gesù ha fatto. Ecco la Pasqua è uscire dall'orto della paura, del sonno, della solitudine ed imboccare la strada della vita. Pasqua è risveglio ed è speranza per tutti gli uomini della terra.

Per risvegliarsi è necessario spiritualmente passare per la veglia di quella Pasqua di attesa e di speranza che contrassegnò la Madre di Gesù, le donne, gli uomini, i convertiti, i discepoli che avevano assistito alla morte, ma che portavano nel cuore le parole del Signore: dopo tre giorni risorgerò. Ed essi attendevano, attendevano nella speranza, attendevano nella certezza che il Dio d'amore e di bontà non poteva finire per sempre in un sepolcro, ma in un giardino di vita e d'amore. Quella Pasqua non faceva altro che completare ciò che Dio aveva iniziato con il riscatto del popolo d'Israele dalla schiavitù dell'Egitto per portarlo, nonostante le infedeltà di quel popolo, alla gioia della terra promessa. Gesù porta a compimento nella Pasqua tutto un cammino di riconciliazione dell'umanità con Dio. E lo fa versando il suo sangue per noi, lo sa soprattutto con la sua risurrezione. L'umanità in Gesù Cristo è chiamata a redimersi, a ricominciare perennemente il viaggio della vita e non della morte, della gioia e non della tristezza, dell'amore e non dell'odio, della pace e non della guerra. Riprendere tale cammino è segno di vera risurrezione individuale e comunitaria.

Deve riprendere questo cammino il popolo santo di Dio, la Chiesa: dalla base al vertice, dal vertice alla base, senza falsità, menzogne, accomodamenti verso il mediocre, ma alzando il livello di santità, moralità e spiritualità.

Devono riprendere il cammino della vita, la cultura, la politica, la famiglia, la scuola, le istituzioni di ogni genere, a livello locale, nazionale e mondiale. Non c'è vera Pasqua se non nella direzione che l'uomo vecchio che sta dentro di noi e nella cultura del mondo, faccia spazio all'uomo nuovo rigenerato dalla grazia di Dio e portato ad un livello tale, che, quest'uomo, può davvero ascendere a quella gloria del Cielo dove il Signore ci attende.

Perciò, penso alla veglia non solo di questa Pasqua 2014, come un tempo forte per risvegliano in noi la vita e la speranza, ma vedo questo continuo risvegliarsi come un giorno di primavera, Pasqua si celebra in Primavera, durante la quale, dall'alba alla sera, può solo respirare aria fresca, aria pulita, aria sincera, aria di Paradiso. Come un giorno, senza fine, dove il centro della mia e della vostra vita è solo Cristo e Cristo Crocifisso e Risorto per la nostra salvezza.

Buona Pasqua, a tutti coloro che sono motivo di gioia per gli altri. A tutti coloro che non ricevono gioia e sono nella sofferenza e nel dolore. A tutti coloro che sono pasquali non solo per una notte, ma per la vita intera, perché sono persone positive, pensando ed agendo nella logica della risurrezione spirituale e in prospettiva della risurrezione finale.

Buona Pasqua 2014, a Papa Francesco, ai cardinali, ai vescovi, ai sacerdoti, ai diaconi, ai seminaristi, ai religiose e religiose, a tutto il popolo santo di Dio che celebra questa Pasqua 2014 con il segni della speranza e della vita. E cosi sia.

 

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