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TESTO Occorre una seria e profonda preparazione

mons. Antonio Riboldi

Domenica delle Palme (Anno A) (13/04/2014)

Vangelo: Mt 26,14-27,66 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 14uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti 15e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. 16Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnarlo.

17Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». 18Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». 19I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.

20Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. 21Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». 22Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». 23Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. 24Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». 25Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto».

26Ora, mentre mangiavano, Gesù prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e, mentre lo dava ai discepoli, disse: «Prendete, mangiate: questo è il mio corpo». 27Poi prese il calice, rese grazie e lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, 28perché questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti per il perdono dei peccati. 29Io vi dico che d’ora in poi non berrò di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi, nel regno del Padre mio».

30Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. 31Allora Gesù disse loro: «Questa notte per tutti voi sarò motivo di scandalo. Sta scritto infatti:

Percuoterò il pastore

e saranno disperse le pecore del gregge.

32Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea». 33Pietro gli disse: «Se tutti si scandalizzeranno di te, io non mi scandalizzerò mai». 34Gli disse Gesù: «In verità io ti dico: questa notte, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». 35Pietro gli rispose: «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò». Lo stesso dissero tutti i discepoli.

36Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: «Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare». 37E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia. 38E disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me». 39Andò un poco più avanti, cadde faccia a terra e pregava, dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi via da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!». 40Poi venne dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: «Così, non siete stati capaci di vegliare con me una sola ora? 41Vegliate e pregate, per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole». 42Si allontanò una seconda volta e pregò dicendo: «Padre mio, se questo calice non può passare via senza che io lo beva, si compia la tua volontà». 43Poi venne e li trovò di nuovo addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti. 44Li lasciò, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole. 45Poi si avvicinò ai discepoli e disse loro: «Dormite pure e riposatevi! Ecco, l’ora è vicina e il Figlio dell’uomo viene consegnato in mano ai peccatori. 46Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino».

47Mentre ancora egli parlava, ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con lui una grande folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti e dagli anziani del popolo. 48Il traditore aveva dato loro un segno, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo!». 49Subito si avvicinò a Gesù e disse: «Salve, Rabbì!». E lo baciò. 50E Gesù gli disse: «Amico, per questo sei qui!». Allora si fecero avanti, misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono. 51Ed ecco, uno di quelli che erano con Gesù impugnò la spada, la estrasse e colpì il servo del sommo sacerdote, staccandogli un orecchio. 52Allora Gesù gli disse: «Rimetti la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che prendono la spada, di spada moriranno. 53O credi che io non possa pregare il Padre mio, che metterebbe subito a mia disposizione più di dodici legioni di angeli? 54Ma allora come si compirebbero le Scritture, secondo le quali così deve avvenire?». 55In quello stesso momento Gesù disse alla folla: «Come se fossi un ladro siete venuti a prendermi con spade e bastoni. Ogni giorno sedevo nel tempio a insegnare, e non mi avete arrestato. 56Ma tutto questo è avvenuto perché si compissero le Scritture dei profeti». Allora tutti i discepoli lo abbandonarono e fuggirono.

57Quelli che avevano arrestato Gesù lo condussero dal sommo sacerdote Caifa, presso il quale si erano riuniti gli scribi e gli anziani. 58Pietro intanto lo aveva seguito, da lontano, fino al palazzo del sommo sacerdote; entrò e stava seduto fra i servi, per vedere come sarebbe andata a finire.

59I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una falsa testimonianza contro Gesù, per metterlo a morte; 60ma non la trovarono, sebbene si fossero presentati molti falsi testimoni. Finalmente se ne presentarono due, 61che affermarono: «Costui ha dichiarato: “Posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni”». 62Il sommo sacerdote si alzò e gli disse: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». 63Ma Gesù taceva. Allora il sommo sacerdote gli disse: «Ti scongiuro, per il Dio vivente, di dirci se sei tu il Cristo, il Figlio di Dio». 64«Tu l’hai detto – gli rispose Gesù –; anzi io vi dico:

d’ora innanzi vedrete il Figlio dell’uomo

seduto alla destra della Potenza

e venire sulle nubi del cielo».

65Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: «Ha bestemmiato! Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia; 66che ve ne pare?». E quelli risposero: «È reo di morte!».

67Allora gli sputarono in faccia e lo percossero; altri lo schiaffeggiarono, 68dicendo: «Fa’ il profeta per noi, Cristo! Chi è che ti ha colpito?».

69Pietro intanto se ne stava seduto fuori, nel cortile. Una giovane serva gli si avvicinò e disse: «Anche tu eri con Gesù, il Galileo!». 70Ma egli negò davanti a tutti dicendo: «Non capisco che cosa dici». 71Mentre usciva verso l’atrio, lo vide un’altra serva e disse ai presenti: «Costui era con Gesù, il Nazareno». 72Ma egli negò di nuovo, giurando: «Non conosco quell’uomo!». 73Dopo un poco, i presenti si avvicinarono e dissero a Pietro: «È vero, anche tu sei uno di loro: infatti il tuo accento ti tradisce!». 74Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quell’uomo!». E subito un gallo cantò. 75E Pietro si ricordò della parola di Gesù, che aveva detto: «Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». E, uscito fuori, pianse amaramente.

1Venuto il mattino, tutti i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. 2Poi lo misero in catene, lo condussero via e lo consegnarono al governatore Pilato.

3Allora Giuda – colui che lo tradì –, vedendo che Gesù era stato condannato, preso dal rimorso, riportò le trenta monete d’argento ai capi dei sacerdoti e agli anziani, 4dicendo: «Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente». Ma quelli dissero: «A noi che importa? Pensaci tu!». 5Egli allora, gettate le monete d’argento nel tempio, si allontanò e andò a impiccarsi. 6I capi dei sacerdoti, raccolte le monete, dissero: «Non è lecito metterle nel tesoro, perché sono prezzo di sangue». 7Tenuto consiglio, comprarono con esse il «Campo del vasaio» per la sepoltura degli stranieri. 8Perciò quel campo fu chiamato «Campo di sangue» fino al giorno d’oggi. 9Allora si compì quanto era stato detto per mezzo del profeta Geremia: E presero trenta monete d’argento, il prezzo di colui che a tal prezzo fu valutato dai figli d’Israele, 10e le diedero per il campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore.

11Gesù intanto comparve davanti al governatore, e il governatore lo interrogò dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Tu lo dici». 12E mentre i capi dei sacerdoti e gli anziani lo accusavano, non rispose nulla. 13Allora Pilato gli disse: «Non senti quante testimonianze portano contro di te?». 14Ma non gli rispose neanche una parola, tanto che il governatore rimase assai stupito.

15A ogni festa, il governatore era solito rimettere in libertà per la folla un carcerato, a loro scelta. 16In quel momento avevano un carcerato famoso, di nome Barabba. 17Perciò, alla gente che si era radunata, Pilato disse: «Chi volete che io rimetta in libertà per voi: Barabba o Gesù, chiamato Cristo?». 18Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia.

19Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: «Non avere a che fare con quel giusto, perché oggi, in sogno, sono stata molto turbata per causa sua».

20Ma i capi dei sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a chiedere Barabba e a far morire Gesù. 21Allora il governatore domandò loro: «Di questi due, chi volete che io rimetta in libertà per voi?». Quelli risposero: «Barabba!». 22Chiese loro Pilato: «Ma allora, che farò di Gesù, chiamato Cristo?». Tutti risposero: «Sia crocifisso!». 23Ed egli disse: «Ma che male ha fatto?». Essi allora gridavano più forte: «Sia crocifisso!».

24Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto aumentava, prese dell’acqua e si lavò le mani davanti alla folla, dicendo: «Non sono responsabile di questo sangue. Pensateci voi!». 25E tutto il popolo rispose: «Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli». 26Allora rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.

27Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la truppa. 28Lo spogliarono, gli fecero indossare un mantello scarlatto, 29intrecciarono una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero una canna nella mano destra. Poi, inginocchiandosi davanti a lui, lo deridevano: «Salve, re dei Giudei!». 30Sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. 31Dopo averlo deriso, lo spogliarono del mantello e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero via per crocifiggerlo.

32Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a portare la sua croce.

33Giunti al luogo detto Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», 34gli diedero da bere vino mescolato con fiele. Egli lo assaggiò, ma non ne volle bere. 35Dopo averlo crocifisso, si divisero le sue vesti, tirandole a sorte. 36Poi, seduti, gli facevano la guardia. 37Al di sopra del suo capo posero il motivo scritto della sua condanna: «Costui è Gesù, il re dei Giudei». 38Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra.

39Quelli che passavano di lì lo insultavano, scuotendo il capo 40e dicendo: «Tu, che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se tu sei Figlio di Dio, e scendi dalla croce!». 41Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi e gli anziani, facendosi beffe di lui dicevano: 42«Ha salvato altri e non può salvare se stesso! È il re d’Israele; scenda ora dalla croce e crederemo in lui. 43Ha confidato in Dio; lo liberi lui, ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: “Sono Figlio di Dio”!». 44Anche i ladroni crocifissi con lui lo insultavano allo stesso modo.

45A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. 46Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». 47Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia». 48E subito uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppò di aceto, la fissò su una canna e gli dava da bere. 49Gli altri dicevano: «Lascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!». 50Ma Gesù di nuovo gridò a gran voce ed emise lo spirito.

51Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si spezzarono, 52i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi, che erano morti, risuscitarono. 53Uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti.

54Il centurione, e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, alla vista del terremoto e di quello che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: «Davvero costui era Figlio di Dio!».

55Vi erano là anche molte donne, che osservavano da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. 56Tra queste c’erano Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedeo.

57Venuta la sera, giunse un uomo ricco, di Arimatea, chiamato Giuseppe; anche lui era diventato discepolo di Gesù. 58Questi si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato allora ordinò che gli fosse consegnato. 59Giuseppe prese il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito 60e lo depose nel suo sepolcro nuovo, che si era fatto scavare nella roccia; rotolata poi una grande pietra all’entrata del sepolcro, se ne andò. 61Lì, sedute di fronte alla tomba, c’erano Maria di Màgdala e l’altra Maria.

62Il giorno seguente, quello dopo la Parasceve, si riunirono presso Pilato i capi dei sacerdoti e i farisei, 63dicendo: «Signore, ci siamo ricordati che quell’impostore, mentre era vivo, disse: “Dopo tre giorni risorgerò”. 64Ordina dunque che la tomba venga vigilata fino al terzo giorno, perché non arrivino i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: “È risorto dai morti”. Così quest’ultima impostura sarebbe peggiore della prima!». 65Pilato disse loro: «Avete le guardie: andate e assicurate la sorveglianza come meglio credete». 66Essi andarono e, per rendere sicura la tomba, sigillarono la pietra e vi lasciarono le guardie.

In ogni Domenica delle Palme fa tenerezza l'agitare delle palme benedette, non solo da parte dei bambini, ma anche degli adulti che tengono rami d'olivo con una speranza nel cuore, quella di vivere un po' di pace, in questo tormentato mondo, in questa nostra travagliata vita.

Una volta benedetti i rami, vengono poi divisi, sino a diventare in alcuni casi poche foglie che si disperdono nelle mani di amici, di parenti, di vicini, per esprimere reciprocamente la volontà di amicizia, di condivisione, tanto che in questa domenica ogni paese pare inondato di foglie di olivo, come del grande desiderio di pace che è in ogni cuore.

Non c'è davvero posto, almeno oggi, per grida di odio o guerra. Almeno oggi.

Pare di rivivere ogni anno la scena evangelica: "La folla numerosissima stese i propri mantelli sulla strada, mentre altri tagliavano rami dagli alberi e li stendevano sulla strada. La folla che lo precedeva e quella che lo seguiva gridava: ‘Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli!'.

Cosa vedevano, allora, in Gesù, in quell' uomo semplice e povero, venuto da una terra, la Galilea, da cui, secondo i Giudei, ‘non era possibile venisse qualcosa di buono'? Cosa vedevano in quel ‘profeta', senza alcuna potenza, che predicava la beatitudine della povertà, della misericordia, della sofferenza, della persecuzione e fame di giustizia? Come riporre fiducia in lui?

Aveva di grande e meraviglioso e sicuro solo l'Amore: un Amore così fedele e totale, da renderlo disposto a dare liberamente la vita per noi.

Poteva lui assicurare la pace, che tutta quella folla sperava? Garantire la giustizia, che a Gerusalemme non era certo di casa, allora, come oggi, per le strade del nostro mondo?

Lui lo aveva affermato: ‘Vi do la mia pace, non come quella del mondo'.

Sono domande che continuiamo a porci anche oggi. Merita la nostra fiducia, tutta la nostra fiducia?

Contempliamo la scena. Davanti al corteo c'era Gesù, circondato da un trionfo che la gente gli tributava, ma non è come noi, che ci lasciamo montare la testa anche per meno. Lui guarda oltre, perché nel suo cuore era chiaro il prezzo che era chiamato ‘per volontà del Padre' e per amore verso di noi, per darci la vera Pace: un prezzo che è la Sua passione e morte in croce!

Questo Amore donato, fino all'ultima goccia di sangue, è la sola via che può sconfiggere il male, fino a diventare trionfo del bene, resurrezione, non per una volta sola, per un periodo della storia, per un solo uomo, ma per tutti gli uomini, noi compresi, e per sempre... solo che lo accettiamo.

Ho sentito troppe volte una frase che rivela i nostri sentimenti e la nostra sensazione di sconfitta, di fronte al male che serpeggia tra noi in mille forme, sempre nuove e sempre più terribili. Spesso mi è stato chiesto: ‘Crede lei nell'amore vero, come quello del maestro Gesù? Crede che la via dell'amore, individuale o di comunità, non abbia davvero paura di soccombere di fronte all'enorme prepotenza della violenza?

Ebbene, l'esperienza mi dice che l'amore è la sola via per fare strada alla pace, ma deve sempre mettere in conto che vi è lo stesso rischio, vissuto dal Maestro, ed è un prezzo da pagare.

Non vi è amore vero senza la disposizione a servire e soffrire.

Ricordo la mia esperienza di parroco a Santa Ninfa', una parte della Sicilia, che conosceva duramente la soffocante presenza della mafia, che rubava letteralmente voglia di progresso e speranza: vera organizzazione del male e di morte, ovunque operi, anche oggi.

Eravamo in tre confratelli sacerdoti, inviati dai nostri Superiori rosminiani. Era difficile il compito affidatoci. Il parroco che ci aveva preceduto aveva gettato sulla comunità una densa ombra di sfiducia. Non fu facile, inizialmente, riconquistare la fiducia perduta. Per due anni durò il nostro essere ‘esaminati', silenziosamente, da lontano, ma alla fine vinse la nostra pazienza, la nostra presenza, che non voleva invadere, ma offrire semplicemente un servizio, e lentamente la gente ricominciò a frequentare la parrocchia e rinacque la fiducia nella Chiesa.

Ci volle davvero la testimonianza dell'amore dei pastori per il gregge affidato, che è il solo che attira fiducia e cancella ogni memoria di tristezza.

La stessa disponibilità d'amore me la chiese il caro Paolo VI, inviandomi alla Chiesa di Acerra, terra difficile per la presenza della camorra e perché mancava di vescovo residenziale da 12 anni.

In quell'atmosfera difficile, seguendo la volontà di Dio, espressa dal Santo Padre, ci andai e anche lì, dopo un inizio difficile, offrendo la stessa fiducia che il Signore aveva avuto in me, sorse una Comunità di credenti davvero bella, un vero modello, tanto che da essa il Signore scelse due sacerdoti, perché diventassero pastori di altre Comunità.

Dobbiamo però sempre guardare a Lui, a Gesù, seguendo giorno dopo giorno i Suoi passi, facendo con Lui le nostre scelte nel quotidiano, lasciandoci ‘trasfigurare' per vivere il Suo stile: amare, agire con pazienza e mitezza perché la Verità sempre prevalga; per Lui e per i fratelli essere disposti, se fosse necessario, a dare la vita, sapendo che la nostra esistenza ha la sua mèta in Cielo, con la resurrezione.

Ma è così la nostra preparazione alla Pasqua? Vi è in noi questa dimensione di vita oltre le apparenze effimere e, a volte, fuorvianti, che il mondo ci offre? Davvero profondamente crediamo che Gesù, il Cristo, è venuto per salvarci, non come massa, ma ciascuno di noi? La sua morte e la sua resurrezione sono per me, per te, per ogni uomo a cui è stato fatto dono della vita.

Offro per la nostra riflessione le parole che Paolo VI diceva ai sacerdoti un giovedì santo:

"Le parole mirabili di Gesù, profetiche al tempo stesso della sua passione e della sua gloria: ‘Ed io - afferma Gesù - quando sarò elevato in alto da terra, attirerò tutti a me', di quale innalzamento, di quale esaltazione parlasse, ce lo indica l'evangelista ‘e ciò diceva per indicare, significare di quale morte stava per morire'. Gesù alludeva alla sua dolorosissima elevazione sulla croce, con la particolare ostensione al mondo, la quale, proprio nella sua efferata estensione al mondo, assumeva per Cristo una speciale, trasformante realtà, quella di essere sacrificio, anzi vero sacrificio redentore del genere umano con la sua morte... e questo avviene oggi nel sacrificio della Santa Messa che è resurrezione". Ed è proprio così, ma ne abbiamo consapevolezza?

È proprio nella Santa Messa che la Chiesa, non solo annunzia il sacrificio di Gesù, ma il suo perpetuarsi per noi. Che Dio conceda a tutti noi di vivere con gioia i giorni di questa Settimana Santa, che non solo ci raccontano, ma celebrano il Mistero grande della nostra salvezza, frutto dell'Amore incomprensibile nella sua totalità e grandezza, ma proprio per questo meraviglioso per la nostra fede, fino alla gioia immensa del sabato notte, quando canteremo la pienezza della Vita a noi donata con la resurrezione, preludio di quella senza fine, nella Casa del Padre.

Non mi resta che augurare a voi tutti di vivere con fede e gioia la Settimana davvero Santa, che il Signore ancora ci dona, per gustare la bellezza della sua Presenza nella nostra vita.

 

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