PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Ho amato, ho creduto, e ora vivo

don Alberto Brignoli  

V Domenica di Quaresima (Anno A) (06/04/2014)

Vangelo: Gv 11,1-45 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 11,1-45

In quel tempo, 1un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. 2Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. 3Le sorelle mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato».

4All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». 5Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. 6Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. 7Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». 8I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». 9Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; 10ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui».

11Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, si è addormentato; ma io vado a svegliarlo». 12Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». 13Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. 14Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto 15e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». 16Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!».

17Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. 18Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri 19e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. 20Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. 21Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! 22Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». 23Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». 24Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». 25Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; 26chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». 27Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».

28Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». 29Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. 30Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. 31Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro.

32Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». 33Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, 34domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». 35Gesù scoppiò in pianto. 36Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». 37Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».

38Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. 39Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». 40Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». 41Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. 42Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». 43Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». 44Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare».

45Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.

 

Forma breve: Gv 11, 3-7.17.20-27.33b-45

In quel tempo, 3le sorelle mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato».

4All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». 5Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. 6Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. 7Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!».

17Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. 20Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. 21Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! 22Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». 23Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». 24Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». 25Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; 26chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». 27Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».

33Gesù si commosse profondamente e, molto turbato, 34domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». 35Gesù scoppiò in pianto. 36Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». 37Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».

38Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. 39Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». 40Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». 41Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. 42Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». 43Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». 44Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare».

45Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.

La scorsa domenica, la Liturgia della Parola verteva intorno a due verbi: "vedere" e "credere". Due verbi molto cari a Giovanni, che trovano il culmine del loro significato nei racconti di Risurrezione, dove i discepoli Pietro, Giovanni e Maria di Magdala, credono nel Signore Risorto perché hanno visto i segni della sua resurrezione. Anche il cieco dalla nascita, guarito da Gesù, "vede" nuovamente la salvezza e la vita, e "crede" in Gesù.

Anche oggi abbiamo a che fare con il verbo "credere", e soprattutto ne abbiamo a che fare con un altro racconto di resurrezione, quella che Gesù compie verso un amico caro, Lazzaro. Ma qui non è tanto il ritorno alla vita di Lazzaro che deve colpire la nostra attenzione: è una resurrezione tanto anomala, quella di Lazzaro, che nemmeno pare tale. Lazzaro, infatti, anche dopo che Gesù lo ha fatto uscire dalla tomba, non riacquista la sua identità, perché continua ad essere chiamato "il morto" (Lazzaro, quello con un nome, è già con il Padre, nel seno di Abramo, come un altro Lazzaro, un povero...); continua a rimanere "legato mani e piedi" (per cui, come avrà fatto a camminare e a uscire dal sepolcro?), "il viso avvolto da un sudario" (che bisogno ha, di vedere?), e se potrà essere liberato e lasciato andare è perché interverrà la comunità, su invito del Maestro.

È la comunità che lo libera, perché in realtà è la comunità che fa il percorso della vita, è la comunità che risuscita; è la comunità - e non Lazzaro - che percorre il cammino dalle tenebre alla luce, dal peccato alla grazia, dalla morte alla vita. Una comunità - la Chiesa - composta di quattro categorie di persone, non certo tutte credenti e innamorate di Dio allo stesso modo: Marta, Maria, i discepoli di Gesù, e i Giudei. Ci sono persone che già credono (Marta e Maria), ma che hanno bisogno di tornare a sperare in quel Dio della vita che le aveva lasciate sole ("Se tu fossi stato qui..."); ci sono persone che hanno bisogno di conferme, perché su questo Maestro hanno investito molto, e lui lo sa bene ("Io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate"); e persone che proprio non credono, anzi, si arrabbiano con lui ("Lui che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva far sì che costui non morisse?") o tutt'al più si meravigliano dei suoi sentimenti ("Guarda come lo amava!").

Tutto questo cammino parte da lontano: dipende dal rapporto che ognuno dei presenti ha con Gesù. I Giudei lo odiavano ("Poco fa cercavano di lapidarti", gli viene detto), i discepoli lo stimavano, Marta e Maria - e Lazzaro, quand'era in vita - lo amavano molto: è l'amore che hai per lui che ti porta a credere che lui è il Figlio di Dio. E quanto più lo ami, tanto prima lo riconosci (cfr. 1 Gv 4,8), senza bisogno di gesti eclatanti, di favori, di miracoli enormi come la risurrezione di un cadavere freddo di quattro giorni.

È la nostra relazione con Dio che fa di noi un popolo di credenti. Lo è stato per la donna di Samaria, che si reca al pozzo forse per trovare il settimo uomo della sua vita e invece incontra il Dio che salva "in spirito e verità"; lo è stato per il cieco dalla nascita, che è salvato "dal fango" - come una nuova creazione - e dopo aver visto, crede; lo è per Marta, Maria e Lazzaro, che lo amano da sempre, credono in lui nonostante la morte, e addirittura la vincono. Questo Dio che di fronte alla morte e al dolore dell'umanità non solo non chiude gli occhi, ma addirittura se li riempie di lacrime, perché piange e ne condivide la sorte, è un Dio che preferisce non crearci illusioni. Infatti, non elimina la morte dalla nostra pesante e faticosa quotidianità, ma viene a dirci che lui non ci abbandona: "Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno".

Morirà, certo, come ogni cosa che finisce. Ma non sarà "in eterno", non sarà "per sempre", non sarà "l'ultima parola". L'ultima parola sulla storia, sulla nostra storia e su quella dell'umanità, ce l'ha Dio. Ed è la parola "Vita".

Mettiamoci in cammino verso Gerusalemme, senza ancora nulla di chiaro nella testa, e lasciamo risuonare nel nostro cuore le domande di Gesù a Marta: "Credi questo?...Non ti ho forse detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?".

 

Ricerca avanzata  (54060 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: