PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Commento su Giovanni 11,1-45

fr. Massimo Rossi  

V Domenica di Quaresima (Anno A) (06/04/2014)

Vangelo: Gv 11,1-45 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 11,1-45

In quel tempo, 1un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. 2Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. 3Le sorelle mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato».

4All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». 5Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. 6Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. 7Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». 8I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». 9Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; 10ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui».

11Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, si è addormentato; ma io vado a svegliarlo». 12Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». 13Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. 14Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto 15e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». 16Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!».

17Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. 18Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri 19e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. 20Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. 21Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! 22Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». 23Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». 24Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». 25Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; 26chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». 27Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».

28Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». 29Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. 30Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. 31Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro.

32Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». 33Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, 34domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». 35Gesù scoppiò in pianto. 36Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». 37Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».

38Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. 39Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». 40Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». 41Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. 42Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». 43Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». 44Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare».

45Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.

 

Forma breve: Gv 11, 3-7.17.20-27.33b-45

In quel tempo, 3le sorelle mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato».

4All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». 5Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. 6Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. 7Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!».

17Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. 20Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. 21Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! 22Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». 23Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». 24Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». 25Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; 26chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». 27Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».

33Gesù si commosse profondamente e, molto turbato, 34domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». 35Gesù scoppiò in pianto. 36Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». 37Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».

38Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. 39Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». 40Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». 41Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. 42Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». 43Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». 44Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare».

45Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.

La profezia di Ezechiele, si presta a più di una interpretazione: se la confrontiamo con la pagina, ancor più famosa, ove il profeta descrive la scena delle ossa inaridite che prodigiosamente riprendono vita, si ricoprono della loro carne, ed ecco, risorgono i morti (cfr. Ger 37), anche il passo di questa V domenica annuncia la risurrezione finale per la salvezza eterna.

La stessa profezia si può tuttavia riferire alla salvezza presente, (la salvezza) dal peccato.

I sepolcri sono i nostri corpi disgregati dal peccato, la Grazia di Dio ci libera appunto dalla disgregazione e ci ricostituisce nuove creature.

Lo Spirito del Signore ci pervade, corpo e anima, ci santifica, ci fortifica.

Per dirla con le stesse parole di Paolo: "Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me." (...). L'apostolo dei pagani annuncia che vivere nella carne non è un condanna, non è una maledizione ineluttabile: vivere nella carne non significa vivere secondo la carne....Che, poi... sta carne... Che cos'è la carne senza lo spirito? Niente! Così come, del resto, anche lo spirito senza la carne. La vocazione dello spirito è quella di elevare la carne alla dignità della persona umana, la quale dignità consiste nell'essere immagine e somiglianza di Dio: dunque lo spirito deve rimanere spirito incarnato.

L'uomo vivente, gloria di Dio, come dicevano gli antichi padri, diventa veramente se stesso se e soltanto se si arrende allo spirito e si lascia condurre dallo spirito.

Tutte queste elucubrazioni per dire che tra la carne e lo spirito può e deve esserci armonia, ordine; la carne e lo spirito sono fatti l'una per l'altro.

Quando una persona muore diciamo che il suo spirito abbandona la sua carne: viene a mancare il principio di ordine, quell'armonia che garantiva la vita dell'uomo. E senza ordine, senza armonia, senza quel principio aggregante che è lo spirito, la carne si dis-grega, si corrompe. La morte produce nella natura umana l'esatto opposto della creazione. Dall'ordine degli elementi ben distinti tra loro, al fine di entrare in mutua e feconda relazione (cfr. Gen 1), si torna al dis-ordine; dall'armonia al caos... dal profumo soave della carne in fiore - i neonati profumano di buono - all'odore cattivo del cadavere. È ciò che Marta sussurra al Signore, parlando del fratello Lazzaro: "Manda già cattivo odore!", per esprimere anche lei il senso del non-ritorno che la morte porta con sé, nell'immaginario collettivo, e anche nella realtà, vista con occhi umani-solo-umani.

La differenza cristiana interviene qui: il mondo ha bisogno che la nostra fede annunci con la vita ciò in cui crede: che cioè la morte non è l'ultima (realtà).

Se non crediamo questo, se per noi, sì, anche per noi la morte è ancora e sempre l'evento ultimo fatale, la nostra fede è vuota!

Il Vangelo di oggi mette a confronto due modi di pensare la risurrezione: quello di Marta e quello di Cristo; non si tratta di contrasto tra due mentalità, ma piuttosto di 2 verità complementari: la risurrezione dei morti, la risurrezione finale non è un principio di fede esclusivamente cristiano; ci credevano anche alcune scuole di pensiero ebraico; e Marta, da buona ebrea, lo confessa all'amico e maestro di Nazareth.

La risposta di Gesù - "sono io la risurrezione e la vita; chiunque vive e crede in me non morirà in eterno!" - vuole inaugurare un modo nuovo di concepire la risurrezione - questo sì, tipicamente cristiano! - svincolandolo dall'unica accezione di marca escatologica, legata cioè alla fine del mondo.

Il Figlio di Dio afferma il valore della risurrezione per la vita presente, la possibilità e l'opportunità offerta a tutti noi credenti di vivere da risorti, prima che la morte arrivi a traghettarci sull'altra riva, la vita eterna.

Se Gesù è la risurrezione e la vita, credere in Lui significa appunto vivere davvero da risorti!

Vi sarà certamente capitato di incontrare persone talmente innamorate di Dio, talmente convinte e fondate sulla risurrezione di Gesù che la loro esistenza è chiaramente un'esistenza di risorti, animata da quella "gioia che nessuno potrà più toglierci", promessa da Gesù agli Apostoli prima della Sua passione, dono dello Spirito Santo.

GIOIA: in tempo di Quaresima può sembrare una parola fuori luogo... Non dimentichiamo gli ammonimenti che il Signore ci ha lasciato nel Vangelo del mercoledì delle Ceneri: "Quando digiunate, non assumete quell'aria affranta degli ipocriti che vogliono far vedere al mondo che digiunano; invece, lavatevi il viso e profumatevi il capo, perché la gente non veda che digiunate, ma solo Dio che vede nel segreto. E Dio, che vede ne segreto, vi ricompenserà.".

"A volte, la fede ribalta il significato della parole nel loro esatto contrario: quello che il mondo chiama ‘morte', noi chiamiamo ‘vita eterna'"

 

Ricerca avanzata  (54041 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: