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TESTO Commento su Ef 5,8-14

Monastero Domenicano Matris Domini  

IV Domenica di Quaresima - Laetare (Anno A) (30/03/2014)

Brano biblico: Ef 5,8-14 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 9,1-41

In quel tempo, Gesù 1passando, vide un uomo cieco dalla nascita 2e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». 3Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. 4Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. 5Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo». 6Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco 7e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe» – che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.

8Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». 9Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». 10Allora gli domandarono: «In che modo ti sono stati aperti gli occhi?». 11Egli rispose: «L’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: “Va’ a Sìloe e làvati!”. Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista». 12Gli dissero: «Dov’è costui?». Rispose: «Non lo so».

13Condussero dai farisei quello che era stato cieco: 14era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. 15Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». 16Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. 17Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!».

18Ma i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. 19E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?». 20I genitori di lui risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; 21ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l’età, parlerà lui di sé». 22Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. 23Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l’età: chiedetelo a lui!».

24Allora chiamarono di nuovo l’uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da’ gloria a Dio! Noi sappiamo che quest’uomo è un peccatore». 25Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». 26Allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». 27Rispose loro: «Ve l’ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». 28Lo insultarono e dissero: «Suo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosè! 29Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». 30Rispose loro quell’uomo: «Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. 31Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. 32Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. 33Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». 34Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori.

35Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». 36Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». 37Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». 38Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui.

39Gesù allora disse: «È per un giudizio che io sono venuto in questo mondo, perché coloro che non vedono, vedano e quelli che vedono, diventino ciechi». 40Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo ciechi anche noi?». 41Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: “Noi vediamo”, il vostro peccato rimane».

Forma breve (Gv 9, 1.6-9.13-17.34-38):

In quel tempo, Gesù 1passando, vide un uomo cieco dalla nascita; 6sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco 7e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe» – che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.

8Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». 9Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!».

13Condussero dai farisei quello che era stato cieco: 14era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. 15Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». 16Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. 17Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!».

34Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori.

35Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». 36Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». 37Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». 38Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui.

Collocazione del brano
In correlazione con il vangelo di questa domenica dedicato alla guarigione del cieco nato e al discorso del vedere/non vedere, la seconda lettura scelta parla della scelta che ogni credente deve fare tra la luce e le tenebre. Qui le tenebre non sono intese nel senso del peccato, bensì nella situazione di chi non ha conosciuto Cristo, la vera luce, e quindi non nella sua esistenza non ha la luce necessaria per vivere in pienezza, non può essere libero, non cammina nella verità e nella vera vita. Paolo esorta gli Efesini che sono passati dalla tenebra alla luce, cioè dal paganesimo alla fede in Cristo, a comportarsi in maniera degna della luce del giorno.
Lectio
Fratelli,8 un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come figli della luce;
Nei versetti 1-7 Paolo ricorda alcune "attività" che i credenti non possono più permettersi di compiere: vita sessuale disordinata, discorsi osceni o anche solo insulsi, sete di denaro. I cristiani devono allontanarsi da questi atteggiamenti e anche da quanti continuano a vivere secondo questo stile. Perché?
Perché queste sono attività di coloro che vivono nelle tenebre, mentre invece chi crede in Dio è stato avvolto dalla sua luce, ci vede e non può più ritornare a nascondersi nelle tenebre. Il credente è figlio della luce e deve riflettere questa luce che gli è stata donata.
9 ora il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità.
La luce ti fa vedere le cose come stanno, quindi il figlio della luce è a servizio delle cose belle, giuste e vere. Vede queste cose e cerca di realizzarle.
10 Cercate di capire ciò che è gradito al Signore.
La luce di permette di capire ciò che è buono vero e giusto e di compierlo. Tutto questo è gradito al Signore perché è Lui che ha creato tutto secondo queste caratteristiche. Il credente deve fare questo sforzo di capire cosa è gradito al Signore, ma in questo è aiutato dalla luce che il Signore gli ha donato.
11 Non partecipate alle opere delle tenebre che non danno frutto, ma piuttosto condannatele apertamente.
Le opere delle tenebre non solo sono contro Dio, ma anche contro l'uomo: non danno nessun frutto, non fanno crescere l'uomo, anzi lo abbruttiscono, lo rendono schiavo del piacere, del vizio. Ricordiamo che uno dei punti di forza della diffusione del cristianesimo fu proprio la presa di distanza dai culti pagani di stile orgiastico.
12 Di quanto viene fatto da costoro in segreto è vergognoso perfino parlare,
Ancora il contrasto segreto/palese, luce/tenebre. Di certe attività è meglio non parlarne neppure, tanto sono contro la dignità della persona umana.
13 mentre tutte le cose apertamente condannate sono rivelate dalla luce: tutto quello che si manifesta è luce.
La luce del giorno rivela che le cose vergognose che si fanno nelle tenebre non sono buone per l'uomo, portano miseria, avvilimento, morte.
14 Per questo è detto: «Svegliati, tu che dormi, risorgi dai morti e Cristo ti illuminerà».
E' la luce di Cristo che ti sveglia dalle tenebre della morte. Non si è ancora capito bene da dove provenga questa citazione. Viene introdotta come le citazioni delle Scritture, ma se ne trova solo qualche traccia in Is 26,19; 51,17 e altri versetti. Per altri proverrebbe da scritti apocrifi. L'ipotesi più accreditata è che si tratti del versetto di un inno liturgico cantato nelle prime comunità cristiane.
Meditiamo
- C'è una situazione di "tenebra" in cui mi sono trovato o ancora mi trovo?
- In cosa si è manifestata per me la luce di Cristo?

- Riesco ad essere luce per i miei fratelli e sorelle?

 

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