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TESTO Signore, insegnaci a pregare

don Roberto Rossi  

XVII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (25/07/2004)

Vangelo: Lc 11,1-13 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». 2Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:

Padre,

sia santificato il tuo nome,

venga il tuo regno;

3dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,

4e perdona a noi i nostri peccati,

anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,

e non abbandonarci alla tentazione».

5Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, 6perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, 7e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, 8vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.

9Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. 10Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. 11Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? 12O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? 13Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».

E' l'invocazione che gli apostoli rivolgono a Gesù, per due
motivi: perché hanno notato com'era bello vedere Gesù nella

preghiera e perché sanno come in tutte le necessità della vita

si sente il bisogno di pregare, di rivolgersi a Dio.

Anche noi possiamo alimentare nel cuore questa invocazione:

"Insegnaci Signore a pregare". Perché sappiamo che la preghiera

è importante per la nostra vita di uomini e di cristiani, perché
abbiamo provato tante volte e forse tutti i giorni la forza
della preghiera, ma sentiamo anche tutta la fatica in questo

cammino di fede, perché a volte ci stanchiamo presto o non ci
sentiamo ascoltati ed esauditi dal Signore nelle nostre

richieste. Sappiamo che imparare a pregare è imparare a vivere.

Signore insegnaci a pregare. La parola di Dio oggi ci insegna

davvero.

Abbiamo due grandi maestri di preghiera: Abramo e Gesù.

E' commovente la preghiera di Abramo verso il Signore. Abramo,

l'amico di Dio, con uno stupendo dialogo implora la salvezza per
Sodoma e Gomorra in un crescendo di ardimento che fa capire

tutta la sua fiducia nella bontà del Signore. Con un suo modo
umile, convinto, tenace Abramo cerca di ricordare a Dio la

giustizia e la bontà del suo cuore e implora la salvezza per le

città peccatrici. E' interessante notare che Abramo non giudica,
non condanna i peccatori, ma chiede che siano salvati per i

meriti anche di sole poche persone buone. "Non guardare i nostri

peccati - anche noi a volte preghiamo - ma alla fede della tua

Chiesa, cioè di quelle persone che in questo momento vivono la

fede, la santità, l'impegno cristiano".

Abramo, ad ogni sua preghiera, ottiene la promessa e la grazia

del Signore. La preghiera è la potenza dell'uomo e la debolezza
di Dio, dice uno scrittore. Ad un certo punto Abramo non ha
avuto il coraggio di andare avanti, ma se avesse chiesto la
salvezza delle città peccatrici anche per la presenza di uno
solo (lui era giusto e amico di Dio), Dio avrebbe salvato le
città. Quello che non è avvenuto allora, avverrà per il

sacrificio di uno solo, il giusto, Cristo Signore. L'umanità è
tutta peccatrice, ma Dio ha mandato il suo Figlio, e per i

meriti di Lui solo siamo stati salvati.

Ed è proprio Gesù che nel vangelo ci insegna a pregare, con il

suo esempio, con le sue parole, con il dono del Padre Nostro.

dire: "Signore insegnaci a pregare", è già preghiera! È

paradossale, ma riconoscere che non si è capaci di pregare è il
primo passo per imparare a pregare; "Signore non so pregare,

insegnami" è già preghiera, è disporsi a ricevere il dono della
preghiera da Gesù.

Spesso ci è detto nel vangelo che Gesù prega. Qui, solo quando
ha finito, Gesù viene interpellato. Gesù ha dato l'esempio
pregando e ciò ha risvegliato nei suoi amici discepoli il

desiderio della preghiera. Anche nel momento in cui Gesù viene
interpellato dai discepoli, non espone un trattato sulla

preghiera, non espone una tecnica, ma si mette a pregare e la
Sua diventa la preghiera dei discepoli, di ogni cristiano e
possiamo dire di ogni uomo.

Assieme ai discepoli possiamo pregare, pregare con le parole che

Gesù ha rivolto a Dio, e fare nostre quelle parole! Gesù non ha
svelato una preghiera qualunque, ma ha aperto il cuore, ha

donato il segreto del suo cuore: il suo rapporto con Dio e la

confidenza che aveva con il Padre. Questa speciale confidenza
filiale è divenuta un dono per ogni uomo!

- Nel Padre nostro impariamo ad essere figli. Dio, infatti, non

è Padrone ma Padre.

Gesù ci invita ad abbandonare le visioni infantili di Dio:
Dio-severo, Dio.lontano, Dio opprimente: sono tutte idee

sbagliate. Il suo vero nome è "Padre"! E' un nome che richiama

fiducia, abbandono, sicurezza, ottimismo. Sembra incredibile! Io
possono dire: "Dio, tu sei mio Padre!"
- Nel Padre nostro impariamo a non avere paura di Dio, ma
impariamo a chiedere le cose che contano.

- Impariamo a chiedere il pane, quello "super essenziale" così
dice il testo greco, quando noi diciamo "quotidiano", ciò

significa che il Padre è invitato a darci il pane non solo in

senso materiale, ma è chiamato sfamare i bisogni profondi che
albergano il cuore umano

- Non c'è pane, non c'è relazione, non c'è esperienza terrestre

che possa sfamare questo bisogno insaziabile di Dio. Solo Lui
può dare questo pane dal Cielo, e ce lo dona in Gesù!

- Il padre nostro, allora, ci insegna a stare con Dio Padre e

spegne ogni inutile paura.

Nelle parole che seguono il Padre nostro Gesù ci vuole
convincere che nella preghiera ci vuole insistenza,

perseveranza, fede. Il Signore vuole essere importunato, come ci
insegna la breve parabola dell'amico che a mezzanotte va a

chiedere tre pani.

Pio soprattutto Gesù con tante espressioni dice di non stancarci
mai nella preghiera. Chiedete e vi sarà dato, cercate e

troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chi chiede ottiene,

chi cerca trova, a chi bussa sarà aperto. Questo lo facciamo tra

noi persone umane, con tutti i nostri difetti e cattiverie (voi
che site cattivi), quanto più il Signore ci ascolterà. Il

Signore, che vero Padre, non solo ci darà le cose buone che gli
chiediamo, ma ci dà tutto se stesso, il suo Amore, il suo

Spirito Santo. E, diciamolo nella fede: se abbiamo Dio, abbiamo
tutto! In Lui troviamo il senso di tutto: delle gioie, delle

preoccupazioni, del dolore, dei sacrifici, anche delle tragedie

umane.

Tante volte ci può capitare di dire: Ho pregato tanto, ho chiedo

questo al Signore (es. la guarigione da una malattia grave...) e

non mi ha ascoltato. Sono questi i momenti delicati, difficili,

bui nel cammino della fede. Ma dobbiamo ritrovare le certezze

fondamentali: Dio è Padre sempre, Dio ascolta sempre le nostre

preghiere, nella sua sapienza Lui sa i tempi e i modi, ma noi

dobbiamo allenarci alla fiducia, all'attesa, alla fede nella sua

salvezza, che ci offre ogni giorno e che ci darà a piene mani

nel suo abbraccio pieno e definitivo nella vita eterna. Quella è

la grazia vera, unica, di cui abbiamo bisogno per l'eternità, di
fronte alla quale acquistano valore i nostri sacrifici, il

dolore, la morte.

Signore insegnaci a pregare, insegnaci ad avere fede sempre.

 

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