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TESTO E li condusse su un alto monte

mons. Roberto Brunelli

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II Domenica di Quaresima (Anno A) (16/03/2014)

Vangelo: Mt 17,1-9 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 17,1-9

In quel tempo, 1Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. 2E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. 3Ed ecco, apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. 4Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». 5Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». 6All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. 7Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». 8Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.

9Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».

La seconda tappa del percorso quaresimale punta l'attenzione sulla benevolenza di Dio verso l'uomo, da lui invitato a condividere la sua stessa vita. Il primo chiamato, in quell'avventura che collega ebrei e cristiani, è stato Abramo (prima lettura, Genesi 12,1-4); dopo di lui, i suoi discendenti; ma ora, dice Paolo nella seconda lettura (2Timoteo 1,8-10), l'invito si è esteso a tutti gli uomini. Dio "ci ha chiamati con una vocazione santa, non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo progetto e la sua grazia. Questa ci è stata data in Cristo Gesù fin dall'eternità, ma è stata rivelata ora, con la manifestazione del salvatore nostro. Egli ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l'incorruttibilità per mezzo del Vangelo".

E appunto il brano evangelico odierno (Matteo 17,1-9) lascia intravedere la dimensione morte-vita in cui il divino Maestro intende coinvolgere chi si affida a lui. Lo fa', riferendo un episodio della vita di Gesù, chiarissimo nel significato ma lontano dalla comune esperienza; per questo è esposto attraverso una trama di simboli e rimandi su cui non sarà inutile qualche delucidazione.

Un giorno : la tradizione ritiene sia il Tabor; ma quale che sia, esso si collega con altro monte, l'Oreb, dove era avvenuta con Mosè la fondamentale rivelazione di Dio. E là, sull'alto monte, Gesù, del quale gli apostoli ogni giorno toccavano con mano l'umanità, rivelò anche la sua divinità, nelle forme in cui essi la potevano percepire: . Il sole come simbolo di Dio: il sole, da cui vengono la luce e il calore e dunque la vita sulla terra, è quanto di meglio può far intuire l'importanza di Dio nella dimensione spirituale dell'esistenza. Forse proprio ricordando il Gesù trasfigurato, Giovanni, all'inizio del suo vangelo (1,1-18), parlò poi di Gesù come della luce entrata nel mondo.

Secondo momento della trasfigurazione: accanto a Gesù . Mosè impersona l'antica Legge, per suo tramite data da Dio al popolo d'Israele; Elia era il più noto dei profeti, anch'egli tra l'altro beneficiario di una manifestazione di Dio sull'Oreb; insieme essi rappresentano la Sacra Scrittura, che all'uso del tempo anche Gesù designava come "la Legge e i Profeti". Questi due personaggi che riassumono l'Antico Testamento sono qui subordinati a Gesù, perché della loro opera egli è il compimento: è il nuovo e definitivo legislatore, è il nuovo e definitivo profeta venuto a proclamare che Dio è Padre: il "Padre suo e Padre nostro".

Dopo l'intermezzo dell'entusiasmo di Pietro, che vorrebbe fissare per sempre quella visione, il terzo momento dell'episodio vede l'intervento proprio del Padre, la cui voce designa Gesù come . E a fronte di questo supremo riconoscimento, appare del tutto ovvio l'invito che segue: !

L'invito trova particolare vigore oggi: all'inizio della quaresima, chi intende seguirne il percorso non può non intensificare l'ascolto della perenne parola di Gesù, luce del mondo. Nel contempo guarda alla Pasqua, cui lo stesso Gesù rimanda con l'ordine dato ai tre apostoli: . Egli si è trasfigurato sul monte per preparare i suoi amici a quando l'avrebbero visto agonizzante nell'orto degli ulivi, flagellato, condotto al calvario, inchiodato al legno; prepararli perché non si perdessero d'animo, fiduciosi che nessuno avrebbe mai potuto togliere di mezzo lo splendore della sua divinità. Intravista per un attimo, ma in attesa di contemplarla per sempre, insieme con tutti quanti accolgono l'invito di ascoltarlo.

 

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