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TESTO Commento su Rm 5,12-19

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I Domenica di Quaresima (Anno A) (09/03/2014)

Brano biblico: Rm 5,12-19 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 4,1-11

In quel tempo, 1Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. 2Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. 3Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». 4Ma egli rispose: «Sta scritto:

Non di solo pane vivrà l’uomo,

ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».

5Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio 6e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti:

Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo

ed essi ti porteranno sulle loro mani

perché il tuo piede non inciampi in una pietra».

7Gesù gli rispose: «Sta scritto anche:

Non metterai alla prova il Signore Dio tuo».

8Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria 9e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». 10Allora Gesù gli rispose: «Vattene, Satana! Sta scritto infatti:

Il Signore, Dio tuo, adorerai:

a lui solo renderai culto».

11Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

Collocazione del brano
La lettera ai Romani è un vero e proprio trattato che riguarda alcune questioni importanti della fede cristiana. Nei primi 4 capitoli Paolo ha affrontato la giustificazione che si ottiene mediante la fede e non più attraverso l'osservanza della legge. Ma cosa si ottiene attraverso la fede e la giustificazione? La vita!
Ecco dunque il tema dominante dei capitoli 5-8. Per iniziare il nostro cammino di quaresima ci viene proposto dunque questo tema della vita, donataci dal sacrificio di Cristo vero Adamo.
Lectio
12 Fratelli, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e, con il peccato, la morte, e così in tutti gli uomini si è propagata la morte, poiché tutti hanno peccato...
Dopo aver descritto la consolante situazione di coloro che sono stati giustificati grazie alla fede (5,1-11), Paolo illustra il dramma dell'opposto destino morte-vita che attende l'umanità in Adamo e quella riscattata da Cristo. Il paragone è fondato su questi due personaggi Adamo e Cristo. E' stato Adamo con la sua disobbedienza a far entrare il peccato nel mondo. Il peccato ha come conseguenza la morte. Tutti i discendenti di Adamo sono partecipi del peccato e anche della morte.
13 Fino alla Legge infatti c'era il peccato nel mondo e, anche se il peccato non può essere imputato quando manca la Legge,
Paolo riconosce però una certa cronologia. Da Adamo a Mosè, cioè fin quando Dio non ha dato una legge al suo popolo, il peccato c'era ma chi lo commetteva capo di imputazione. Era una situazione di caos, una mancanza di ordine, un peccato che si commetteva senza sapere, una morte inconsapevole.
14 la morte regnò da Adamo fino a Mosè anche su quelli che non avevano peccato a somiglianza della trasgressione di Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire.
Quindi non c'era la legge ma c'era il peccato e gli uomini continuavano a peccare come aveva fatto Adamo, la cui unica caratteristica positiva è quella di essere stato figura (tipo) di Gesù Cristo, l'uomo perfetto, il capostipite di una nuova generazione.
15 Ma il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo tutti morirono, molto di più la grazia di Dio e il dono concesso in grazia del solo uomo Gesù Cristo si sono riversati in abbondanza su tutti.
Il parallelo Gesù-Adamo però non è equo. Si somigliano solo per il loro essere a capo di una numerosa discendenza. Il dono della grazia che viene da Gesù è molto molto più copioso delle conseguenze della caduta.
16 E nel caso del dono non è come nel caso di quel solo che ha peccato: il giudizio infatti viene da uno solo, ed è per la condanna, il dono di grazia invece da molte cadute, ed è per la giustificazione.
Paolo ribadisce nuovamente la superiorità del dono che ci viene dato in Cristo. Questo dono ci giustifica, ci rende giusti davanti a Dio.
17 Infatti se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di più quelli che ricevono l'abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo.
Così tutti quelli che ricevono la grazia in virtù del sacrificio di Cristo e sono giustificati non solo riceveranno la vita, ma regneranno, cioè saranno resi partecipi della signoria di Cristo sul tutto il mondo.
18 Come dunque per la caduta di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l'opera giusta di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione, che dà vita.
L'opera giusta di uno solo dona a tutti gli uomini la giustificazione che dà vita, ma questo uno solo non è un uomo qualsiasi, è Gesù Cristo.
19 Infatti, come per la disobbedienza di un solo uomo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l'obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti.
Come la disobbedienza di Adamo ha reso tutti peccatori, così l'obbedienza di Gesù Cristo ha reso tutti giusti.
Meditiamo
- Mi sento partecipe del peccato di Adamo, il peccato originale? In cosa consiste?

- Mi sento partecipe anche della redenzione attuata da Cristo?

- Cosa significa per me essere reso giusto, ottenere la vita, regnare?

 

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