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TESTO Ricordando un uomo modello di umiltà

mons. Roberto Brunelli

I Domenica di Quaresima (Anno A) (09/03/2014)

Vangelo: Mt 4,1-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 1Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. 2Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. 3Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». 4Ma egli rispose: «Sta scritto:

Non di solo pane vivrà l’uomo,

ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».

5Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio 6e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti:

Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo

ed essi ti porteranno sulle loro mani

perché il tuo piede non inciampi in una pietra».

7Gesù gli rispose: «Sta scritto anche:

Non metterai alla prova il Signore Dio tuo».

8Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria 9e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». 10Allora Gesù gli rispose: «Vattene, Satana! Sta scritto infatti:

Il Signore, Dio tuo, adorerai:

a lui solo renderai culto».

11Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

Prima domenica di quaresima, il tempo previsto perché i cristiani si preparino alla festa più importante dell'anno, la festa del innovamento, della rigenerazione. Per rinnovarsi, occorre anzitutto avere coscienza di che cosa ci sia da cambiare: di qui la prima lettura (Genesi 2,7-9; 3,1-7), che ricorda il peccato originale; tutti siamo nati con l'inclinazione a fare ciò che piace a noi, anche quando contrasta con ciò che è giusto e buono agli occhi di Dio. L'andare contro la sua volontà ci terrebbe separati da lui, se egli non avesse spalancato le porte della sua misericordia, per i meriti del suo Figlio. Lo ricorda la seconda lettura (Romani 5,12-19), con un parallelo tra Adamo e Cristo: "Come per la disobbedienza di un solo uomo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l'obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti".

Quel Figlio obbediente al Padre e solidale con noi, se lo vogliamo ci toglie dalla palude delle nostre miserie, dalle quali da soli non sappiamo uscire; è lui, soltanto lui che può rigenerarci; se lo vogliamo, egli ci consente di cominciare una vita nuova. Tornerà, e magari spesso, l'impulso a riprendere le vecchie abitudini, cioè rimarranno le tentazioni; ma esse sono superabili, come ha dimostrato lo stesso Gesù. Lo espone il vangelo (Matteo 4,1-11): anche Gesù è stato tentato, e ha resistito. Nelle sue tentazioni si concentrano tutte quelle cui l'uomo va soggetto: la soddisfazione dei piaceri corporali disordinati; la voglia di fare quel che ci pare, con la pretesa che Dio intervenga a nostro sostegno; la brama di potere e successo.

Quest'ultima ricorda per contrasto quanto è avvenuto nella Chiesa un anno fa', con la rinuncia del papa Benedetto XVI. In un mondo in cui molti farebbero carte false pur di diventare ‘qualcuno', lui che ‘qualcuno' di certo era, vi ha liberamente rinunciato; con un gesto di straordinaria umiltà, ha riconosciuto di non essere più in grado di svolgere il compito che gli era stato affidato. Come riconoscimento del suo esempio, come omaggio rivolto a un vero uomo di Dio, riporto qui di seguito alcune sue parole, scelte tra quelle adatte a questa domenica perché pronunciate all'inizio della quaresima (nell'anno 2010). Il mercoledì delle ceneri, il sacerdote accompagna l'imposizione delle ceneri sul capo dei fedeli con l'espressione "Convertitevi e credete al vangelo". Il papa quel giorno le ha spiegate così.

"Il primo richiamo è alla ‘conversione', parola da prendersi nella sua straordinaria serietà, cogliendo la sorprendente novità che essa sprigiona. L'appello alla conversione, infatti, mette a nudo e denuncia la facile superficialità che caratterizza molto spesso il nostro vivere. Convertirsi significa cambiare direzione nel cammino della vita: non, però, con un piccolo aggiustamento, ma con una vera e propria inversione di marcia. Conversione è andare controcorrente, dove la corrente è lo stile di vita superficiale, incoerente e illusorio, che spesso ci trascina, ci domina e ci rende schiavi del male o comunque prigionieri della mediocrità morale. ‘Convertirsi' e ‘credere al vangelo' non sono due cose diverse o soltanto accostate tra loro, ma esprimono la medesima realtà. La conversione è il ‘sì' totale di chi consegna la propria esistenza al vangelo, rispondendo liberamente a Cristo che per primo si offre all'uomo come via, verità e vita, come colui che solo lo libera e lo salva. (...) Il ‘convertitevi e credete al vangelo' non sta solo all'inizio della vita cristiana, ma ne accompagna tutti i passi, permane rinnovandosi e si diffonde ramificandosi in tutte le sue espressioni. Ogni giorno è momento favorevole e di grazia, perché ogni giorno ci sollecita a consegnarci a Gesù, ad avere fiducia in Lui, a rimanere in Lui, a condividerne lo stile di vita, a imparare da Lui l'amore vero, a seguirlo nel compimento quotidiano della volontà del Padre, l'unica grande legge di vita".

 

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