PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO L'ombra che ti ripara dalla canicola della vita

mons. Antonio Riboldi

VIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (02/03/2014)

Vangelo: Mt 6,24-34 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 6,24-34

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: 24Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza.

25Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? 26Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? 27E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? 28E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. 29Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. 30Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? 31Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. 32Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. 33Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. 34Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena.

Fa veramente impressione la corsa affannosa dell'uomo di oggi alla ricerca di una qualsiasi sicurezza. Si barrica in casa, a volte circondandosi di tanti allarmi, in modo che nessuno possa entrare con cattive intenzioni, per non essere, per esempio, vittima di furti o rapine, davvero a volte cruente, come ci racconta la cronaca, quasi ogni giorno.

Porta con sé, ovunque vada, il cellulare, e se è in macchina deve necessariamente avere un dispositivo di sicurezza. Si allarma, a volte, al primo raffreddore, nel timore di avere alle calcagna il rischio di morire. Non gli basta mai quanto ha, e rincorre soldi e lavoro, fino a compromettere la stessa salute, la quiete della famiglia, insomma tutto. E, quando purtroppo il lavoro non c'è, - e sono tanti i casi, a volte davvero drammatici - perde completamente il senso della propria identità e valore, giungendo a gesti estremi. Neppure la presenza del valore più grande, che è la famiglia, sono gli affetti, riesce a trattenerlo, per la sensazione di aver perso.... ogni sicurezza.

Ma anche coloro che questa sicurezza l'hanno raggiunta, spesso hanno la sensazione di avere costruito un secchio pieno di fori sul fondo, ossia tutto pare sfuggire e ci si sente sempre più ‘nudi' davanti alla vita.

Il difetto d'origine è che l'uomo ricerca la pace e la sicurezza come opera delle sue mani. Ma il nostro agire ed operare può produrre solo cose che spariscono come la fugacità delle ombre.

Un agire che sembra, a volte, grande ed invece è comunque passeggero; un agire che, spesso, tende a voler possedere, se possibile tutto il mondo, ed invece può stringere solo qualche ‘pezzettino': un agire, quello dell'uomo, che rivela il poco che siamo e che possiamo fare.

La Parola, che Dio oggi ci offre, prospetta invece un'altra dimensione della sicurezza e della pace: ci fa sentire sereni, meravigliosamente sereni dentro, come quando ci si affida a qualcuno che ci ama davvero e si prende cura del nostro vero bene, qualcuno di cui possiamo davvero fidarci.

"Sion ha detto: il Signore mi ha abbandonato, il Signore mi ha dimenticato. Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai". (Is. 49, 14-15)

Dio ci dice: ‘Non ti dimenticherò mai. È più facile che ti dimentichi la tua mamma, Io no'.

Mi pare quasi una bestemmia anche solo pensare che mia mamma, la mia vecchia mamma, che ora è in Cielo, potesse dimenticarmi, anche solo per un minuto. Sono sicuro che non avrebbe esitato un istante a dare tutto ciò che era ed aveva (poco per la verità) perché fossi al sicuro. Il suo amore era un poco come l'ombra che si cerca per ripararsi dal caldo afoso della vita.

Eppure Dio è molto di più ‘mamma', delle nostre stesse mamme, a cui è Lui che ci ha affidati.

Perché allora affannarsi? Perché correre ansiosamente alla ricerca di una sicurezza che non si può trovare nel povero nostro agire? Abbiamo perso il senso dell'essere figli e quindi non possiamo percepire e comprendere ed essere rassicurati da questo ‘essere e sentirsi mamma' da parte del Padre, Dio.

Nel Vangelo, Gesù, il Figlio prediletto, che ben conosceva il Padre e lo amava afferma:

"Io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? Non preoccupatevi dunque dicendo: ‘Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?'. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena". (Mt. 6, 24-34)

È una grande lezione quella che Gesù, oggi, ci dà nel richiamarci tutti e sempre alla sincerità di cuore e di vita. C'è troppa avidità e ipocrisia tra di noi: un'ipocrisia che sta nel camuffare quello che è realmente la nostra dignità e, soprattutto, il nostro valore agli occhi di Dio.

Il mondo ha altri parametri e schemi che nulla hanno a che fare con la verità e la sincerità della vita.

Inutile nascondersi dietro le mode, le apparenze, le maschere... foglie!

Sappiamo tutti che nulla sfugge allo sguardo di Dio e, davanti a Lui, siamo quello che siamo. Dobbiamo riacquistare la coscienza dell'importanza di voler impostare la vita - nonostante tutte le nostre miserie e fragilità, che affidiamo alla Misericordia del Padre - come cammino verso la santità, unica e piena nostra realizzazione, qui e dopo.

Ricordiamolo sempre: valiamo per quello che siamo agli occhi di Dio e non per le apparenze con cui tentiamo di accecare gli altri.

Ho avuto il dono di incontrare persone che erano davvero un libro aperto, sante, ma si comportavano con tanta umiltà, vera veste della santità.

Le poche volte che insieme abbiamo partecipato ad assemblee di giovani, sono sempre stato affascinato dalla stupenda umiltà di Madre Teresa di Calcutta. Erano poche le parole che diceva, ma tutte penetravano nelle profondità dei cuori, contagiandoli. Per non essere bersaglio di manifestazioni di stima, arrivava agli incontri sempre nel momento in cui iniziavano e fuggiva poco prima che finissero, lasciando in tutti un profondo stupore: era l'immagine vivente della santità cristiana. Ma di fratelli e sorelle che sono nella vita modelli di santità, ce ne sono per fortuna tanti, in ogni ambiente, e ho avuto la gioia di incontrarli e ammirarli. Non fanno chiasso... sono persone di Dio. A differenza di troppi che parlano, parlano, di cose anche vere e giuste, ma nella vita sono altro: sono apparentemente come dei bellissimi strumenti musicali, ma scordati.
Diceva Papa Giovanni XXIII, presto santo:

"La testimonianza dei singoli ha bisogno di essere confermata e ampliata da quella di tutta la Comunità cristiana, a somiglianza di quanto avveniva nella stagione primaverile della Chiesa, quando l'unione compatta e perseverante di tutti i fedeli nell'insegnamento degli apostoli e nell'esercizio della più generosa carità era motivo di soddisfazione profonda e di mutua edificazione. Infatti essi lodavano Dio ed erano ben visti da tutto il popolo. L'unione nella preghiera e nella partecipazione attiva dei divini Misteri nella liturgia della Chiesa contribuisce in maniera particolarmente efficace alla pienezza e ricchezza della vita cristiana dei singoli e della Comunità ed è un mezzo mirabile per educare a quella carità che è il segno distintivo del cristiano. Una carità che rifugge da ogni discriminazione sociale e allarga le braccia e il cuore a tutti i fratelli".

L'augurio è che anche noi diventiamo testimoni di tanta bontà, che è il solo linguaggio della santità. Non resta, carissimi, che imparare da queste anime sante a ‘cercare anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia', sapendo che tutto il resto ci sarà dato ‘in aggiunta', poiché ‘il Padre nostro celeste, sa che ne abbiamo bisogno' e noi ci fidiamo del nostro Signore, che conosce e vuole solo e sempre il nostro vero bene, che è vivere nella verità e sincerità di cuore ai Suoi occhi.

 

Ricerca avanzata  (53608 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: