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TESTO Commento su Matteo 5,17-37

padre Paul Devreux

VI Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (16/02/2014)

Vangelo: Mt 5,17-37 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 17Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. 18In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. 19Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli.

20Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.

21Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. 22Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.

23Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, 24lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.

25Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. 26In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!

27Avete inteso che fu detto: Non commetterai adulterio. 28Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.

29Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. 30E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.

31Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. 32Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.

33Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. 34Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, 35né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. 36Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. 37Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”, “No, no”; il di più viene dal Maligno.

Ritengo che ci sono due frasi chiave in questo Vangelo:

"Non sono venuto ad abolire la Legge, ma a dare pieno compimento."

"Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli."

Gesù, come tutti gli Ebrei, considerava la Legge come un tesoro; quel tesoro che consente a chi lo legge e ascolta di diventare sale della terra e luce del mondo. La Legge è la sapienza che Dio ha donato agli uomini che ama perché possano convivere bene e quindi essere felici.

Gli scribi e i farisei l'applicavano alla lettera, dimenticando l'anima, lo spirito di essa; ma soprattutto pensando che andava osservata per piacere a Dio e evitare di farlo arrabbiare.

E' una presunzione pensare di poter offendere Dio. Immaginate una formica che vi lancia ingiurie. A me, se riesco a vederla, farebbe solo sorridere. Figuriamoci l'uomo davanti a Dio!

A Dio dispiace che l'uomo pecchi, cioè che si faccia del male e faccia del male agli altri, come ad un genitore dispiace vedere il figlio che casca in bicicletta; ma è il figlio che si fa male.

La legge ce l'ha donata per indicarci le vie per non fare del male, ma anche per fare del bene e amare. Gli scribi e i farisei si limitavano a osservarla esteriormente. Gesù c'invita ad approfondirla mettendola in pratica con il cuore. La legge ci dice cosa non fare, Gesù la completa dicendoci cosa fare e come applicarla per essere nel regno di Dio.

Anche su questo spesso vedo un malinteso: quando Gesù ci dice che non entreremo nel regno di Dio, qualcuno pensa che si riferisce ad un castigo eterno, dopo la morte, ma Gesù sta parlando del regno che c'invita a costruire qui, oggi. Quando riesco a mettere in pratica i suoi consigli sto bene perché già sto nel regno di Dio. Quando non ci riesco e sono sopraffatto dall'odio, dalla possessività, da qualche peccato, sto male, perché sono fuori del Regno di Dio. E' tutto molto semplice e chiaro.

Signore, aiutami a fare ogni giorno le scelte giuste per stare bene io e con i fratelli che mi dai.

 

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