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TESTO Con forza Gesù fa' chiarezza sulla verità e la giustizia

mons. Antonio Riboldi

VI Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (16/02/2014)

Vangelo: Mt 5,17-37 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 17Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. 18In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. 19Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli.

20Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.

21Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. 22Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.

23Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, 24lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.

25Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. 26In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!

27Avete inteso che fu detto: Non commetterai adulterio. 28Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.

29Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. 30E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.

31Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. 32Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.

33Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. 34Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, 35né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. 36Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. 37Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”, “No, no”; il di più viene dal Maligno.

Non tanto tempo fa - e vale oggi e sempre - i vescovi italiani mettevano il dito nella ‘piaga' della questione morale. Una chiarezza per fare posto alla verità e giustizia in ogni tempo e con tutti.

La debolezza dell'uomo lo porta sempre, in ogni tempo, e ancora oggi, a tendere ad uno stile di vita basato sul permissivismo come regola di comportamento, cercandone anche le giustificazioni.

Oggi, a volte, anche solo per il voler accennare alla necessità di essere giusti secondo Dio, ossia essere fedeli alla Legge del Signore, si rischia di essere tacciati da ‘guardiani di un passato, che deve essere seppellito', dei retrogradi.

Tranne poi dover constatare che nulla va bene, troppi sono disonesti, puntare il dito contro una ‘generazione marcia di corrotti e corruttori', in cui non esiste più il senso di una parola che venga mantenuta, viene meno il senso del dovere personale, fino alla perdita del pudore. Tutto sembra lecito. Non vi è più capacità di discernimento tra il giusto e il falso, l'onesto e il disonesto, il lecito e il proibito.

Si è, troppe volte, oscurato il cielo azzurro e senza nubi della verità.

Ma un uomo senza un ordine morale, senza una legge che sia guida e sostegno a tale ordine, assomiglia ad una casa costruita senza criteri che ne assicurino la stabilità, tanto che presto o tardi rischia di andare in pezzi.

E questo vale non solo per il singolo, ma per una famiglia, una comunità, una nazione, uno Stato.

Dio, che ci ha voluti simili a Sé nella santità, nella bellezza del Suo Amore e della Sua Vita, non poteva che desiderare di ornare il nostro cuore delle Sue stesse virtù: darci, insomma, una Legge che fosse l'espressione del come noi dobbiamo vivere la nostra amicizia con Lui, come indirizzare i nostri pensieri ed azioni.

Questa Legge fondamentale, il comandamento che deve regolare la vita dell'uomo, figlio di Dio, che ci unisce a Lui, è un dono che ci viene dato dall'Alto ed è l'Amore.

L'apostolo Paolo lo afferma con forza: "Fratelli, tra coloro che sono perfetti parliamo, sì, di sapienza, ma di una sapienza che non è di questo mondo, né dei dominatori di questo mondo, che vengono ridotti al nulla. Parliamo invece della sapienza di Dio, che è nel mistero, che è rimasta nascosta e che Dio ha stabilito prima dei secoli per la nostra gloria. Nessuno dei dominatori di questo mondo l'ha conosciuta.... A noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; lo Spirito infatti conosce bene ogni cosa, anche le profondità di Dio". (I Cor. 2, 6-10)

I comandamenti, tutti, sono dunque espressione dell'amore di Dio e sorgente dell'amore tra noi.

Sono il pilastro fondamentale della vita, che costruisce il suo cammino verso il Cielo.

Scrive il Siracide: "Se vuoi osservare i suoi comandamenti, essi ti custodiranno; se hai fiducia in lui, anche tu vivrai. Egli ti ha posto davanti fuoco e acqua: là dove vuoi tendi la tua mano. Davanti agli uomini stanno la vita e la morte, il bene e il male: a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà. Grande infatti è la sapienza del Signore; forte e potente, egli vede ogni cosa I suoi occhi sono su coloro che lo temono, egli conosce ogni opera degli uomini. A nessuno ha comandato di essere empio e a nessuno ha dato il permesso di peccare". (Sir. 15, 16-21)

Spesso si sente dire: ‘Per molti, anche cristiani, pare ci sia solo un comandamento: fare ciò che piace, indipendentemente se è bene o male'.

Vorrei riflettessimo su un principio basilare: ‘tutto ciò che è generato' da Dio, tutto, compresi i suoi comandamenti, è solo la natura del vero amore: è il Suo Amore che si rivolge a noi, offrendoci una via sicura per rispondere al Suo invito di amarlo. In questo sta la nostra piena realizzazione personale. Ma l'amore ha l'incredibile merito di essere gratuito, libero, non è mai e non può essere mai un atto dettato dalla paura o dalla sudditanza. Osservare la Parola del Padre è semplicemente dire ‘sì' all'amore, ma appunto perché è amore, richiede la più grande fedeltà, che è poi la santità.

Chi del resto, quando ama, rifiuta il dialogo o addirittura rifiuta di ascoltare o fa il contrario, sapendo che così volge le spalle all'amato? Quando veramente si ama, sapendo di essere amati sinceramente, non solo si segue la parola dell'amato, ma addirittura si cerca di capirne i desideri e prevenirne quasi la richiesta.

Chi ha avuto il dono di conoscere alcuni santi del nostro tempo, come Madre Teresa di Calcutta, Papa Giovanni Paolo II (mio grande amico) e tanti altri che io stesso ho avuto la fortuna, non solo di conoscere, ma di essere da loro amato, si rende conto che loro sono stati il modello per vivere secondo l'amore vero, libero e fedele del Padre.

Ma il loro Modello è stato uno solo: Gesù. È solo sulle parole di Gesù che hanno misurato la loro verità di fronte agli occhi di Dio, poiché Gesù, la Verità suprema, non poteva sottomettersi alle ambiguità, tante volte nostre. Il Vangelo di oggi è, in questo senso, un autentico servizio alla nostra verità.

Gesù afferma: "Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto dagli antichi: ‘Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio'. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio; Avete inteso che fu detto: ‘Non commetterai adulterio'. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. Avete anche inteso che fu detto agli antichi: ‘Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti'. Ma io vi dico: non giurare affatto. Sia invece il vostro parlare ‘sì, sì', ‘no, no'; il di più viene dal Maligno". (forma breve di Mt 5, 17-37)

Un giorno, facendo osservare ad alcuni un certo modo di vivere ben lontano dalla Legge del Padre, mi fu risposto: ‘Ma lei ancora crede in queste cose? Oggi è un tempo di libertà. Ognuno ha la sua'. Chiesi: ‘Ma quale libertà? Quella di Dio o quella del mondo, che è in ultima analisi il solo proprio interesse o comodità?'. Non risposero.

Oggi tira un'aria così nebbiosa di confusione, che a volte tanti si arrogano ‘il diritto' di farsi arbitri di ciò che è bene o male, a seconda della convenienza personale, travolgendo così gli eterni valori, fino a proporne altri.... riduttivi o personalizzati, miseri, se non scadenti, ma comunque sempre effimeri. È come voler mandare in soffitta la voglia di verità, l'eroismo dell'amore, la bellezza della giustizia.

Quello che così facendo ci rimane è nell'esperienza, a volte anche drammatica, di tutti: il rischio di definire buono ciò che è dannoso, bene ciò che è male, giusto ciò che è falso. È il dramma dell'uomo: usare la propria libertà, ma per ignorare o calpestare la legge di Dio, rifiutando il Suo stesso Amore.

Gesù, nel Vangelo di oggi, più volte ripete: ‘...Ma Io vi dico...' per sottolineare la distanza del suo modo di agire dal nostro, e ricordarci che, se davvero amiamo la Verità, è al Suo modo di pensare e vivere che dobbiamo conformare il nostro. Tutti sappiamo quanto costi aderire totalmente alla legge del Signore nella carità, nella giustizia, nella povertà. La nostra innata debolezza, purtroppo, a volte va esattamente contro la Parola, ma Gesù la conosce, perché l'ha assunta nella Sua Umanità, e così sa come venire in nostro aiuto.

Non solo. Egli, il Misericordioso, sa ben distinguere tra la debolezza e l'accettazione del male come regola di vita: è quest'ultima che Gesù condanna!

Un giorno, ero un ragazzino, tornai a casa dal gioco abbastanza sporco. Mamma me lo fece notare, rimproverandomi. Io mi meravigliai, perché credevo di essere... pulito!

Forse oggi Dio, con la Sua Parola di Verità, ci sta proprio proponendo di confrontarci con Lui e ci chiede, come mamma: ‘Sei davvero pulito?'

È la logica della giustizia e dell'amore che guida la nostra esistenza? A guidarci nelle nostre decisioni, parole, comportamenti è la ricerca della santità, la volontà amorosa di dire sempre ‘sì' al Signore, che ci vuole bene ed è l'Unico a conoscere quale sia il nostro vero Bene: diventare ‘simili a Lui', che è l'Amore? Domande che esigono una nostra risposta, sincera e libera, forte e serena, per cui preghiamo con il Salmo 118:

"Sii benevolo con il tuo servo e avrò vita, osserverò la tua parola.

Aprimi gli occhi perché io consideri le meraviglie della tua legge.

Insegnami, Signore, la via dei tuoi decreti e la seguirò sino alla fine.

Dammi intelligenza, perché io custodisca la tua legge e la osservi con tutto il cuore."

 

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