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TESTO Lasciarsi amare da Dio

Gaetano Salvati

V Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (09/02/2014)

Vangelo: Mt 5,13-16 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 13Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.

14Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, 15né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. 16Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli.

"Voi siete il sale della terra" (Mt 5,13), dice Gesù a ciascuno di noi. Di sicuro siamo soddisfatti per la stima che il Maestro ripone in noi. Egli, infatti, trasforma le nostre debolezze, i nostri punti deboli, la nostra persona nel luogo in cui rifulge, se vogliamo, la luce della verità. Perché la luce possa abitare in noi, risplendere nel mondo e rendere il sale invitante, è indispensabile assumere l'atteggiamento di efficienza e di semplicità, così come ci conferma san Paolo quando parla di "timore e trepidazione" (1Cor 2,3). In concreto, è necessario essere cristiani adulti, vivere nel servizio agli altri con responsabilità.

Certo, è difficile essere testimoni responsabili e adulti. Lo stesso sale è elemento delicato, se si esagera con la dose si rischia di perdere tutta la pietanza. Però, molti dei mali della Chiesa provengono dalla presenza di cristiani non adulti, che scelgono di farsi ascoltare più che ascoltare, che adottano l'autoritarismo invece del dialogo, che preferiscono il potere al posto del servizio, che mettono da parte la responsabilità e l'altruismo per scegliere il delitto, l'egoismo. Questo male è la superbia, l'ostinata volontà di sostituirsi al Signore. Il Maestro ha detto che noi siamo il sale non i dosatori: affidiamoci a Lui per la pastorale, per quello che siamo chiamati a svolgere nella settimana, con serenità.

Il sale cui fa riferimento Gesù, e di cui diveniamo testimoni viventi è il simbolo dell'ospitalità, dell'amicizia che resiste all'odio, all'indifferenza e alle opinioni; per questo la verità e l'annuncio evangelico passa sempre attraverso la nostra attitudine a condividere il pane e la nostra stessa esistenza con gli altri, con gli ultimi, i più piccoli.

Oggi, da tante parti si richiedono cristiani aperti allo Spirito nell'ascolto dei fratelli e amanti della Chiesa. Amare la Chiesa significa corresponsabilità: tutti i battezzati sono chiamati alla solidarietà umana, a partecipare attivamente alla vita della Chiesa, senza compromessi, ipocrisie e silenzi.

Essere sale, allora, è lasciarsi amare da Dio perché possiamo condurre a Cristo ogni uomo e donna.

Compreso questo vivremo le Beatitudini, saremo beati, uniti al Padre, perché ogni cosa che faremo nascerà dall'incontro con l'Amore che salda l'unione fra di noi e con Lui, scalda i cuori paurosi, e fa aprire nuovi orizzonti, spazi aperti per accogliere la gioia vera, quella fatta carne.

In Lui, beati e onorati della fiducia che ci ha concessi, gireremo le pagine della vita, quelle oscurate dalla Sua assenza, gusteremo la consolazione della Sua protezione, e muteremo gli affani, le ansie in benedizioni per la pace che ci concede ogni giorno. Amen.

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