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TESTO Commento su Matteo 3,13-17

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Battesimo del Signore (Anno A) (12/01/2014)

Vangelo: Mt 3,13-17 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 3,13-17

In quel tempo, 13Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. 14Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». 15Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. 16Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. 17Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».

Al fiume Giordano s'incontrano i due vertici della storia della salvezza: la preparazione (Giovanni il Battista) e il suo adempimento (Gesù), la profezia e l'evento. Gesù è fortemente deciso a farsi battezzare da Giovanni insieme ai peccatori, consapevole dell'opera di salvezza che è venuto a compiere.

Alla determinazione di Gesù si oppone la riluttanza di Giovanni: non ha senso che si faccia battezzare proprio la persona in cui bisogna essere immersi per trovare salvezza. Gesù risponde che occorre farlo perché proprio questo è il passaggio culminante della grande storia della salvezza.

La vera giustizia non è una fredda dottrina, ma è la storia che Dio stesso porta avanti; è il cammino dell'umanità che viene condotta verso la salvezza, fino all'incontro con il Figlio unigenito del Padre, l'Amato di Dio.

Mentre Gesù si immerge visivamente nella condizione dell'uomo peccatore, lo Spirito di Dio scende visibilmente su di Lui, segno di una nuova e più grande creazione. E la voce dal cielo è quella del Padre che dichiara Gesù come il proprio Figlio, l'amato su cui ha messo tutto il progetto di salvezza.

Il dialogo delicato fra Gesù e Giovanni rappresenta l'incontro delle Scritture Antiche davanti alla novità assoluta di Gesù. Gesù entra con grande mitezza nella storia del suo popolo e in quella di tutta l'umanità.

Commento a cura di don Angelo Sceppacerca

 

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