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TESTO Il Battesimo di Gesù

mons. Antonio Riboldi

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Battesimo del Signore (Anno A) (12/01/2014)

Vangelo: Mt 3,13-17 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 3,13-17

In quel tempo, 13Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. 14Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». 15Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. 16Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. 17Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».

Leggendo il Vangelo che la Chiesa ci offre da meditare, credo che molti si chiederanno come mai il battesimo veniva amministrato da Giovanni Battista, prima di Gesù.

Cosa voleva allora ed oggi essere battezzati? Che senso ha il mio battesimo?

Sappiamo che nel piano di salvezza di Dio, Giovanni il Battista, voluto dal Padre, in modo straordinario fin dalla nascita, doveva essere ‘la voce che grida nel deserto per preparare la via del Signore'. Ed era talmente forte la sua testimonianza che molti correvano a lui. Lo ascoltavano, mettevano in discussione il proprio modo di vivere e chiedevano a Giovanni: ‘Che cosa dobbiamo fare?'. Suggellavano così la loro volontà di cambiamento immergendosi totalmente nelle acque del Giordano, facendosi versare l'acqua sulla testa da Giovanni.

Quel lavarsi era un professare apertamente quanto gli Ebrei avevano fatto per mano di Dio, proprio nel passaggio del Giordano: lasciare la sponda della schiavitù e conquistare la libertà, che era vivere pienamente dentro il Patto di amicizia, l'Alleanza, che Dio aveva fatto con il suo popolo.

Anche Gesù va da Giovanni: "In quel tempo - racconta il Vangelo - Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: ‘Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?'. Ma Gesù gli rispose: "Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia". Allora egli lo lasciò fare. Appena battezzato, Gesù uscì dall'acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: "Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento". (Mt. 3, 13-17)

Quello di Gesù non è un battesimo di conversione, ma la solenne proclamazione di chi veramente egli era in cielo e sulla terra.

Noi cristiani normalmente iniziamo la nostra vita di figli di Dio, di cui il Padre si compiace, nel nostro Battesimo. È per quell'atto sacramentale che riceviamo il dono della pienezza della figliolanza. Ed è per questo che ogni nascita a Dio, nel battesimo, è davvero una grande festa, perché da creature senza futuro, diventiamo realmente figli di Dio.

Non so cosa sia più dolce, dire ‘papà' a Dio che ci ha creati o dire ‘papà' a Dio Padre che ci rende nel battesimo suoi figli, per sempre. Non so se sia più inebriante la tenerezza di una mamma o la tenerezza di Dio che in quel momento diventa il nostro incredibile e meraviglioso ‘Papà'.

Veramente non si dovrebbe fare festa solo quel giorno, ma il nostro battesimo dovrebbe essere festa di tutti i giorni, sapendo che, in quanto figli, siamo davvero nel Cuore e nella Provvidenza del Padre che ha cura di noi, ‘di ogni capello del nostro capo'!

Nella vita molti - purtroppo non tutti - abbiamo fatto esperienza della sicurezza dataci dalla presenza del nostro papà, che ci ha tracciato la via con la sua testimonianza di affetto e di dedizione. Piace ricordare il mio papà. Eravamo sette fratelli, molto vivaci. Mamma non riusciva sempre ad ottenere docilità, ma ogni volta che con noi c'era il papà, si creava un clima di serena serietà. Ci insegnava ad essere uomini, ma ancora di più, cristiani. Ogni domenica ci accompagnava tutti alla Santa Messa e vegliava sulla nostra condotta. Non solo, ma a pranzo chiedeva che cosa il parroco avesse detto nella predica, per misurare la nostra reale attenzione. Quando gli manifestai la mia volontà di farmi prete (ero ancora un bambino anagraficamente!) mi rispose seriamente: ‘Sappi che quello che chiedi è cosa grande e spero ti abbia ispirato Dio. Non è uno scherzo! E mi fece da guida negli anni della mia preparazione. Ricordo che il giorno dell'ordinazione sacerdotale, a Novara, non ebbe la forza, tanta era la commozione, di ‘legarmi' le mani, durante la cerimonia e dovette intervenire mio fratello maggiore.

Se grande e forte è stato l'amore del nostro papà, possiamo forse immaginare l'immensità incommensurabile dell'Amore del Padre? Quale grande dono essere Suoi figli.

Il cardinal Ballestrero, quando era arcivescovo di Torino, riguardo alla vocazione e missione dei laici nella Chiesa, parlando del battesimo così affermava: "Punto di partenza per tutti i laici è il Battesimo, fonte inesauribile che crea nuovi figli di Dio, nuovi fratelli di Cristo, nuove creature... dal battesimo nasce e si sviluppa la varietà delle vocazioni, dei ministeri e dei carismi al servizio del Regno di Dio. Dal battesimo fluiscono le mirabili ricchezze nella Chiesa".

Il Concilio, parlando dei battezzati, ha parole ancora più solenni, parole che ci danno la profondità di quanto il Padre disse di Suo Figlio: ‘Questo è il mio figlio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto'. È popolo eletto di Dio, un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Nessuna ineguaglianza quindi in Cristo e nella Chiesa. È veramente tracciata la natura, la bellezza di ogni battezzato, tutti insieme nel popolo di Dio, che è la Chiesa.

C'è dunque da domandarsi seriamente come mai ci sia così poca considerazione di un tale dono da parte di tantissimi che essendo stati battezzati sono di fatto figli di Dio.

A volte si ha l'impressione che ricevere questo sacramento sia diventato un rito più che la consapevolezza del dono. Come mai non si sente la gioia e il desiderio di esprimerla, proclamando: ‘Io sono battezzato!'.

È sempre il cardinal Ballestrero che diede la risposta: ‘Non lo sanno e non sono convinti. In genere si rivolgono alla Chiesa come ad una realtà diversa, ‘altra', in cui hanno poco spazio i sacramenti, l'annuncio della Parola.

 

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