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TESTO In vista dell'incontro di maggio a Gerusalemme

mons. Roberto Brunelli

Battesimo del Signore (Anno A) (12/01/2014)

Vangelo: Mt 3,13-17 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 13Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. 14Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». 15Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. 16Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. 17Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».

"Dalla Galilea", cioè dal villaggio di Nazaret dov'era vissuto sino ad allora, Gesù, ormai adulto (i biblisti ritengono avesse trentatré o trentaquattro anni), "andò al Giordano da Giovanni per farsi battezzare da lui". Fu l'esordio della sua vita pubblica, che dopo tre anni si sarebbe conclusa con la sua morte e risurrezione.

Raccogliendo quanto ne dicono i diversi evangelisti, l'esordio fu di particolare solennità e di pregnante significato. Lo stimatissimo Giovanni Battista, che sulla riva del fiume Giordano richiamava le folle con la sua infuocata predicazione e le invitava a convertirsi nell'imminenza della venuta del Messia atteso da secoli, un giorno lo individuò tra i convenuti e lo segnò a dito: "Ecco l'Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo". Chi, degli ascoltatori di Giovanni, accoglieva il suo invito scendeva nell'acqua e si faceva da lui battezzare; dopo che, vincendo le resistenze del profeta, anche Gesù volle ricevere il battesimo, "si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: ‘Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento'".

La vita pubblica di Gesù cominciò dunque con un duplice attestato: umano, da parte del grande Giovanni che lo riconobbe come il Messia (cioè, detto alla greca, il Cristo) e ne indicò la missione (liberare gli uomini dai peccati che li tengono separati da Dio), e divino (il Cristo è il Figlio prediletto e approvato da Dio).

Questi riconoscimenti avvalorano quanto Gesù avrebbe poi detto e fatto; ma l'episodio, redatto in modo da renderlo comprensibile alla mente umana, dice anche altro. Costituisce ad esempio il primo esplicito riferimento al mistero dei misteri, la Trinità: Dio, l'unico Dio, è tre Persone: il Padre che parla, il Figlio da lui stesso indicato, e lo Spirito Santo che si manifesta in forma visibile. Inoltre, questo inizio della vita pubblica di Gesù si collega con la sua conclusione, in cui battesimo e Trinità sono di nuovo congiunti: al momento di salire al cielo, Gesù comandò agli apostoli di andare in tutto il mondo ad annunciare il Vangelo e battezzare chi avrebbe creduto, "nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo".

La celebrazione di oggi induce perciò a considerare il battesimo, l'atto fondamentale con cui i cristiani sono divenuti tali, pur se spesso non pare ne siano pienamente consapevoli. Il battesimo cristiano non è quello che impartiva Giovanni Battista, che era soltanto un segno esteriore dell'interiore pentimento per le proprie colpe; il battesimo cristiano è il segno esteriore del perdono concesso da Dio. Nel primo il protagonista è l'uomo, con la consapevolezza della propria indegnità e il desiderio di non restarvi rinchiuso; nel secondo il protagonista è Dio, con la sua magnanimità sconfinata che lava ogni bruttura, restituisce all'uomo la dignità perduta, lo accoglie come proprio figlio e lo immette nel suo popolo, la Chiesa.

Un collegamento, d'attualità. Nei prossimi giorni, dal 18 al 25, ricorrerà l'annuale settimana di preghiera per l'unità dei cristiani, nella quale si impegnano tutti i credenti in Cristo, cattolici ortodossi anglicani luterani calvinisti eccetera: un'iniziativa avviata oltre cento anni fa, che ha dato buoni frutti, se si considera quale riavvicinamento si è realizzato in un secolo tra le diverse confessioni. Un ulteriore esempio, impensabile cent'anni fa, si vedrà nel prossimo maggio, quando a Gerusalemme il papa Francesco abbraccerà il patriarca ortodosso e gli esponenti delle altre confessioni cristiane. Alla base della ritrovata amicizia sta la presa di coscienza di quanto i cristiani hanno in comune, a cominciare dal battesimo che tutti amministrano "nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo". L'unità tra loro l'ha già fatta Dio; gli uomini devono soltanto trarne le conseguenze.

 

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