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TESTO Commento su Galati 4,4-7

Monastero Domenicano Matris Domini  

Maria Santissima Madre di Dio (01/01/2014)

Brano biblico: Gal 4,4-7 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 2,16-21

In quel tempo, [i pastori] 16andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. 17E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 18Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. 19Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. 20I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.

21Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.

Collocazione del brano
La lettera ai Galati ci testimonia le vicissitudini di una delle chiese fondate direttamente da Paolo. Egli si era fermato presso di loro quando era gravemente malato ed essi lo avevano accolto e aiutato a guarire. Paolo aveva annunciato il Vangelo cercando di adattarsi alla loro mentalità e con molta fatica era riuscito a far sì che abbracciassero la fede. Però poi dopo qualche tempo dalla partenza di Paolo furono visitati da altri predicatori che li convinsero ad assumere le usanze ebraiche (osservanza della Legge, circoncisione) insieme al Vangelo. Questo sarebbe stato tradire la novità di Gesù che aveva completato e superato la legge antica. Paolo scrive dunque questa lettera ai Galati per dissuaderli a compiere questo gesto. In particolare questa lettera diventa un'occasione per chiarire quale sia la posizione del cristiano nei confronti della legge mosaica. Il brano che leggiamo oggi è stato scelto perché in esso si afferma che il Figlio di Dio è nato da donna, cioè da Maria, però ci ricorda anche la nostra situazione di figli adottivi, liberi dalla legge e non posti sotto di essa come degli schiavi.
Lectio
Fratelli,4quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge,
Nei versetti 1-3 Paolo porta una nuova argomentazione per convincere i Galati a ritornare sui loro passi.
Egli paragona l'uomo sotto la legge a un bambino, che pur essendo l'erede di tutti i beni del padre, finché non viene emancipato dal padre stesso non è padrone di questi beni ed è sottomesso a tutori e amministratori. Così coloro che erano sotto la legge. La liberazione da questa schiavitù ha avuto inizio in un momento ben preciso della storia. Quando Dio ha mandato il suo Figlio. Egli ha voluto che il Figlio si integrasse pienamente nella storia umana. E' nato da una donna, come qualsiasi persona umana, è nato sotto la Legge, cioè all'interno di un popolo e di un sistema culturale.
5 per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l'adozione a figli.
Il Figlio si è fatto totalmente solidale con i suoi fratelli del popolo di Israele, fino alla morte in croce, perché questi suoi fratelli potessero passare dalla condizione di schiavi a quella di figli. Tale liberazione vale anche per tutti gli altri popoli, se si associano alla morte di Gesù Cristo attraverso il battesimo.
6 E che voi siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale grida: "Abbà! Padre!".
Quindi anche i Galati, anche noi siamo figli e questo viene ribadito dalla presenza dello Spirito che è sceso su coloro che hanno ricevuto il battesimo. Essi possono rivolgersi a Dio nella preghiera con il titolo affettuoso di Abbà, Padre. Era il termine aramaico con cui i bambini chiamavano il loro papà. Questo è un elemento di novità del cristianesimo. I giudei non avrebbero mai osato rivolgersi a Dio in questi termini e il primo a introdurre tale usanza è stato proprio Gesù. Questo è un fatto che segna una differenza fondamentale tra i cristiani e gli ebrei.
7 Quindi non sei più schiavo, ma figlio e, se figlio, sei anche erede per grazia di Dio.
Paolo termina dunque qui la sua argomentazione. Con il battesimo i cristiani partecipano della figliolanza di Gesù Cristo, quindi non sono più schiavi di nessuna legge, né degli elementi della terra.
Anzi questa loro figliolanza li rende eredi della vita eterna e tutto questo per la bontà di Dio per la sua volontà di renderli partecipi.
Leggere questo brano di Galati nel giorno in cui ricordiamo Maria come Madre di Dio ci riporta dunque alla nostra vocazione più vera. Anche noi siamo chiamati figli di Dio come lo è Gesù. Egli ha percorso il normale iter di nascita e di crescita umana, è nato da una donna come tutti noi. Egli si è sottomesso alla legge del popolo in cui è nato, Israele. Con la sua vicenda umana però, attraverso la sua morte e risurrezione ci ha riscattati da tutto quello che nella nostra situazione terrena ci rendeva schiavi, ci ha resi figli di Dio, ci ha donato la vera libertà.
Meditiamo
- Cosa significa per me pensare che anche Gesù è stato un bambino e poi un uomo come me?

- Quali sono le leggi morali e religiose entro le quali mi sento schiavo?

- Cosa significa per me la libertà dei figli di Dio?

 

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