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TESTO Commento su Giovanni 1,1-18

don Luciano Cantini  

II Domenica dopo Natale (05/01/2014)

Vangelo: Gv 1,1-18 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1In principio era il Verbo,

e il Verbo era presso Dio

e il Verbo era Dio.

2Egli era, in principio, presso Dio:

3tutto è stato fatto per mezzo di lui

e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.

4In lui era la vita

e la vita era la luce degli uomini;

5la luce splende nelle tenebre

e le tenebre non l’hanno vinta.

6Venne un uomo mandato da Dio:

il suo nome era Giovanni.

7Egli venne come testimone

per dare testimonianza alla luce,

perché tutti credessero per mezzo di lui.

8Non era lui la luce,

ma doveva dare testimonianza alla luce.

9Veniva nel mondo la luce vera,

quella che illumina ogni uomo.

10Era nel mondo

e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;

eppure il mondo non lo ha riconosciuto.

11Venne fra i suoi,

e i suoi non lo hanno accolto.

12A quanti però lo hanno accolto

ha dato potere di diventare figli di Dio:

a quelli che credono nel suo nome,

13i quali, non da sangue

né da volere di carne

né da volere di uomo,

ma da Dio sono stati generati.

14E il Verbo si fece carne

e venne ad abitare in mezzo a noi;

e noi abbiamo contemplato la sua gloria,

gloria come del Figlio unigenito

che viene dal Padre,

pieno di grazia e di verità.

15Giovanni gli dà testimonianza e proclama:

«Era di lui che io dissi:

Colui che viene dopo di me

è avanti a me,

perché era prima di me».

16Dalla sua pienezza

noi tutti abbiamo ricevuto:

grazia su grazia.

17Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,

la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.

18Dio, nessuno lo ha mai visto:

il Figlio unigenito, che è Dio

ed è nel seno del Padre,

è lui che lo ha rivelato.

"Venne fra la sua gente,
ma i suoi non l'hanno accolto;
ma a quanti però lo hanno accolto,
ha dato il potere

di diventare figli di Dio" (Giovanni 1, 11-12)

È l'inno dell'amore di Dio per noi, un inno all'ottimismo, il sì di Dio sull'umanità, su questa umanità che Dio ha fatto sua.

In principio era il verbo

In principio tu sei Signore, prima del tempo, prima dello spazio, prima dell'inizio di tutte le cose, perché tu sei. La tua Parola ci introduce nel tuo mistero divino, del non tempo, del non spazio, dove tu sei principio. Principio del tempo e dello spazio, della nostra vita, della nostra stessa esistenza come uomini nella terra che tu, Parola eterna, hai creato.

E il verbo si è fatto carne

Sei entrato nel tempo, che tu ci hai donato, e ti sei fatto storia; sei entrato nello spazio che tu ci hai donato, e ti sei fatto uomo, o Signore! Compagno del nostro cammino.

Hai posto la tua tenda tra di noi, non una casa o un palazzo, non un tempio o un santuario. Solo una tenda per parlarci di semplicità, di provvisorietà, di precarietà, di mobilità... di qualcosa da smontare e rimontare perché sia sempre nuova.

Ma i suoi non l'hanno accolto

Signore, volevamo accoglierti con tutti gli onori, e ti abbiamo cercato inutilmente:
ti aspettavamo potente e ti abbiamo cercato tra i potenti,
ti aspettavamo forte e ti abbiamo cercato tra i forti,
ti aspettavamo ricco e ti abbiamo cercato tra i ricchi.
Non ti abbiamo riconosciuto e non ti abbiamo accolto.

Signore, aspettavamo grandi cose segni potenti, gesti poderosi, qualcosa di celeste e di regale...

Non ti abbiamo riconosciuto e ti abbiamo rifiutato come il peggiore degli uomini: ingiuriato, percosso, umiliato, torturato, condannato a morte, ammazzato! Come il peggiore degli uomini, quelli che tutti i giorni rifiutiamo: perché sono diversi da noi, non sanno parlare, non si fanno capire, sono solo di passaggio, clandestini, sporchi, poveri, bugiardi. Gente inutile: intralciano le nostre strade, ci portano via tutto, ci tolgono la libertà, inquinano la nostra cultura.

Diventare figli di Dio

La tua Parola, o Signore, è incredibile, ci parla di un amore insensato, totale, gratuito: verso i nemici, coloro che dicono male di noi, coloro che ci fanno del male. Ci dice di fare del bene a chi ci odia, di regalare a chi ci ruba, di prestare a chi non restituisce, di accompagnare chi cammina. E tu Signore ci hai dato l'esempio: hai accolto i pubblicani e le prostitute, sei stato amico dei disperati e dei rifiutati, hai perdonato i tuoi aguzzini. A chi ti riconosce perché ama di questo tuo stesso amore, capace di rendere nuovi, hai dato il potere di diventare figli di Dio.

 

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